Ora l'emergenza è nei fatti e non si può che sottolineare, con forza, come il governo Lega/Movimento 5 Stelle abbia dimostrato totale disinteresse per la ricostruzione arrivando al punto di lasciare l'ufficio speciale dei comuni del cratere privo del titolare.
Oggi, infatti, scade l'incarico di Raniero Fabrizi come direttore ad interim dell'Usrc e, sebbene nei giorni scorsi siano stati lanciati appelli all'esecutivo, nessuno si è curato, almeno, di prorogare l'attuale titolare che, d'altra parte, al 31 dicembre va in scadenza anche all'Usra, l'ufficio per la ricostruzione dell'Aquila. Con la conseguenza che, da domani mattina, non c'è più chi avrà potere di firma.
Una situazione gravissima.
Si pensi a cosa accadrà a Fossa: di fatto, non ci sarà più chi potrà firmare i provvedimenti relativi al trasferimento della cassa ai Comuni del cratere e, dunque, gli enti non potranno liquidare alle imprese e ai liberi professionisti gli stati d'avanzamento lavori e le parcelle maturate. Non potranno essere impegnati, altresì, i fondi per le pratiche approvate dagli Utr - lasciati in una sorta di limbo, tra l'altro - e i sindaci non potranno dare il via libera ai provvedimenti per l'avvio di nuovi cantieri.
Si avrà un blocco della ricostruzione, in sostanza. Con l'aggravante che, adesso, ci vorranno mesi per arrivare ad una nuova nomina e, di questo passo, accadrà lo stesso per l'Ufficio speciale dell'Aquila.
D'altra parte, oggi è andato in scadenza anche il titolare della Struttura tecnica di missione, l'anello di congiunzione tra il Governo e il territorio, una sorta di cabina di regia che, in questi anni, è stata guidata da Giampiero Marchesi, ed oramai in fase di smobilitazione. E l'esecutivo - in carica da 5 mesi - non ha provveduto neppure a nominare un sottosegretario con delega specifica: stando ai rumors romani, l'incarico dovrebbe essere affidato nelle prossime ore a Vito Crimi del Movimento 5 Stelle; fosse vero, ci chiediamo: che competenze ha Crimi per sciogliere i nodi della ricostruzione?
Si fa davvero fatica a comprendere come si sia potuti arrivati a questo punto: ed è chiaro come si attendano, ora, risposte anche dai parlamentari abruzzesi eletti in Parlamento nelle fila della Lega e del Movimento 5 Stelle.
Non è finita qui, ci sono altre questioni ancora irrisolte.
Innanzitutto, il riconoscimento dei fondi straordinari al comune dell’Aquila e ai comuni del cratere per le maggiori spese e le minori entrate, ogni anno coperte dal Governo: l’emendamento presentato dalla deputata Stefania Pezzopane al decreto Genova, e che chiedeva, come l’anno passato, 10 milioni per L’Aquila e 2 per il cratere, è stato bocciato. Ora, non resta che la Legge di Bilancio per sperare che l'esecutivo si ricordi degli Enti locali ancora alle prese con la ricostruzione.
E poi, c'è la vicenda della richiesta restituzione delle tasse sospese a seguito del sisma; alla metà di gennaio scadrà la proroga concessa dal governo giallo-verde per l'avvio della riscossione: al momento, non è stata avviata alcuna interlocuzione con l'Europa, gli emendamenti presentati da Pezzopane - il primo, per il riconoscimento del de minimis a 500mila euro e il secondo per modificare la norma italiana sugli aiuti di Stato - sono stati bocciati e, a questo punto, l'unica speranza è di ottenere una ulteriore proroga, almeno fino alle Europee. Ma il problema non si risolve procrastinando semplicemente i termini della riscossione, sia chiaro.
A margine del tavolo istituzionale di partenariato convocato venerdì scorso, in Regione, dal presidente vicario Giovanni Lolli - tra i parlamentari abruzzesi era presente soltanto Stefania Pezzopane - è stato sottoscritto un documento inviato, immediatamente, al Governo per chiedere "con assoluta fermezza ed estrema urgenza" che le ragioni del territorio vengano ascoltate. Non sono arrivate risposte.
Arrivati a questo punto, le lettere non servono più e va alzata l'asticella della protesta.
Ecco il documento inviato al Governo
La ricostruzione del cratere sismico aquilano è sul punto di bloccarsi.
Da 4 mesi non abbiamo un referente istituzionale come invece è sempre accaduto in questi nove anni che ci separano dal sisma. Il responsabile della Struttura Tecnica di Missione, da tempo scaduto, è stato prorogato di mese in mese e il prossimo 30 ottobre scadrà definitivamente. Anche i due Titolari degli Uffici Speciali per la Ricostruzione (USRA e USRC) sono da tempo scaduti, e si è in attesa che vengano sostituiti secondo le procedure di legge: le norme prevedono la nomina di due Commissioni che non possono operare perché i membri di competenza della Regione, del Comune dell’Aquila e dei Comuni del cratere sono stati da tempo nominati, mentre mancano ancora i componenti designati dal Governo.
Nel frattempo i due Uffici sono condotti ad interim dal dott. Raniero Fabrizi che, per l’incarico di Titolare della ricostruzione del cratere (USRC), scadrà il 30 ottobre e quindi non ci sarà più nessuno in grado di firmare i provvedimenti.
Ovviamente ci sono molti altri gravi problemi: dalla questione delle tasse, ai bilanci comunali, alla soluzione del problema del personale. Ma la proroga dei responsabili degli Uffici e uno stabile assetto della governance hanno l’urgenza e la priorità assoluta.
Oltre un mese fa, con una nota congiunta a firma del Presidente della Regione, del Sindaco dell’Aquila e del rappresentante dei Comuni del cratere, avevamo chiesto un incontro al Governo. Non avendo finora ricevuto alcuna risposta, all’unanimità delle rappresentanze istituzionali e del partenariato dello organizzazioni economiche e sociali che sottoscrivono questa lettera, rinnoviamo con assoluta fermezza ed estrema urgenza la richiesta di essere ascoltati. E ci vediamo costretti, qualora le nostre richieste restassero ulteriormente inevase, a chiamare alla mobilitazione la nostra comunità.
L'allarme dell'Aniem
"Da domani i Comuni saranno impossibilitati a liquidare alle imprese ed ai liberi professionisti gli stati di avanzamento lavori e le parcelle maturate, e resteranno bloccate anche le partenze di nuovi cantieri già approvate dagli UTR per la scadenza dell’interim del vertice dell’Ufficio speciale per la ricostruzione dei comuni del cratere (Usrc)".
È l’allarme lanciato dal presidente dell’Associazione nazionale piccole e medie industrie edili e manifatturiere (Aniem) della provincia dell’Aquila, Danilo Taddei, sulla difficile situazione della governance del terremoto dell’Aquila del 6 aprile 2009, per la quale "si rischia la paralisi della ricostruzione".
Il riferimento più stringente è alla scadenza, nella giornata di domani, dell’incarico di responsabile ad interim dell’Usrc di Raniero Fabrizi, titolare dell’Ufficio speciale per la ricostruzione dell’Aquila (Usra) fino al 31 dicembre prossimo, alla scadenza dell’incarico di Giampiero Marchesi, responsabile della Struttura Tecnica di Missione presso la presidenza del Consiglio dei ministri e la mancata nomina del delegato del Governo per la ricostruzione. "Esprimiamo forte preoccupazione perché non abbiamo riferimenti con i quali confrontarsi per risolvere con celerità i problemi tecnici ed amministrativi, figure chiave, la cui assenza comporta una eventuale totale paralisi della ricostruzione, con le immaginabili severe conseguenze anche sull’economia locale e la sopravvivenza stessa delle tante imprese coinvolte nei lavori post terremoto, non solo materiale". L’Aniem auspica che "con estrema urgenza, almeno si proroghi l’incarico all’Ing. Fabrizi all’Usrc, in attesa delle nomine definitive, attraverso l’evasione dei due bandi lanciati da mesi per i vertici di Usra e Usrc".
L'Aquila futura: "Imbarazzante il silenzio del governo"
"Imbarazzante il silenzio del governo nei confronti dei territori colpiti dal sisma 2009 che dal 1 novembre prossimo si ritroveranno a non aver più una struttura tecnica di missione né per il cratere dell’aquila né per i comuni del cratere sismico se non si provvederà a nuove nomine".
Si leggerà in una nota del gruppo consiliare di L'Aquila futura. "Con il passare degli anni è scesa l’attenzione mediatica e politica sulla città, c’è stato un eccessivo avvicendamento delle figure tecniche che gestiscono la ricostruzione. La città ha pagato lo scotto di una mancanza di continuità negli anni e oggi potrebbe essere facile immaginare che non intervenendo con un provvedimento urgente di nomine i Comuni non potranno liquidare alle imprese e ai liberi professionisti impegnati nella ricostruzione gli stati d'avanzamento e le parcelle maturate, ergo la ricostruzione potrebbe paralizzarsi. È essenziale procedere in questo senso pensando però anche alle competenze e al merito e tenendo conto delle fasi ancora delicate che vivono i nostri territori. Saranno ancora molti gli anni di ricostruzione da affrontare, e i suoi effetti si faranno ancora sentire causando ulteriori disagi sociali, pertanto l'attenzione verso i cittadini ed i processi di rinascita di questo territorio deve essere sempre maggiore e costante".