Si concluderà oggi il quinto congresso provinciale della Cgil L’Aquila, al termine del quale verranno eletti il nuovo segretario della Camera del Lavoro - colui che prenderà il posto di Umberto Trasatti, giunto alla fine del suo secondo e ultimo mandato – e i membri della nuova segreteria.
Quella uscente ha esposto ieri (prima giornata dei lavori) una relazione nella quale è stato fatto un bilancio degli ultimi quattro anni ed è stato gettato uno sguardo sui problemi che riguardano da vicino la provincia dell'Aquila, in primis quello dell’occupazione.
Tra il 2012 e il 2017, afferma il sindacati, si sono persi, nella provincia dell’Aquila circa 16mila posti di lavoro, solo minimamente compensati dai nuovi posti creati (6mila), peraltro quasi tutti a tempo determinato.
Un fenomeno, quello del precariato, che non risparmia ormai alcun settore - dal pubblico impiego ai servizi - e che è in aumento anche in comparti come il farmaceutico (dove è sempre più frequente il ricorso al lavoro in somministrazione, ovvero allle agenzie interinali).
La Cgil ha ricordato le “troppe vertenze che si sono aperte in vari settori e che non hanno ancora trovato soluzione, nonostante le lotte messe in campo (Santa Croce, Vesuvius, ex Intecs), o che si sono concluse positivamente (Cartiera Burgo, ex Otefal) ma scontando comunque una contrazione occupazionale. La vertenza Intecs è la dimostrazione della contraddizione che vive il territorio: nella città scelta per la sperimentazione del 5G, dove si annunciano grandi investimenti (ZTE) chiude un centro di ricerca come la Intecs”.
Sulla ricostruzione, la Cgil è tornata a battere sui temi già affrontati molte volte in passato, dalla lentezza della ricostruzione pubblica alla necessità di reintrodurre il Durc per congruità (scomparso lo scorso anno), dall’eccessivo ricorso al subappalto al mancato rinnovo dei vertici della governance (i responsabili dei due uffici speciali, il sottosegretario delegato e il capo della Struttura di missione, tutte caselle rimaste vacanti o in procinto di diventarlo).
“Altro tema delicato” ha ricordato il sindacato “che può avere ricadute pesanti per l’economia del territorio riguarda la restituzione delle tasse sospese di circa 300 imprese per un importo di circa 75 milioni di euro, questione che ha una scadenza temporale a fine 2018 e che in assenza di soluzione politica nel rapporto con l’Europa rischia di rappresentare una ulteriore ricaduta negativa per l’occupazione”.