"Per una beffarda coincidenza, la notizia dello spostamento da Tiburtina alla periferica Anagnina dell'autostazione della Capitale giunge negli stessi giorni in cui la CGIL abruzzese denuncia che le tratte interregionali verso Roma, compreso evidentemente il collegamento con L'Aquila, stanno passando da TUA a Sangritana Spa, in ossequio alla Delibera del Consiglio regionale che non riconosce tali tratte come servizi essenziali e ignorando la risoluzione del 24 luglio scorso".
A sottolinearlo è la Coalizione sociale che, a dire il vero, già aveva denunciato come la risoluzione - che riconosceva la necessità di ricalibrare la definizione dei servizi minimi essenziali e modificare di conseguenza la Delibera - fosse debole, "mancando di un termine di attuazione".
Nel frattempo è arrivata la decisione dell'Amministrazione romana di allontanare l'autostazione del centro; "una decisione che avrebbe anche un senso in ordine all'alleggerimento del traffico su gomma della Capitale, ma che penalizza drammaticamente i casi in cui mancano alternative trasportistiche che colleghino i centri delle città, ossia le ferrovie. La tratta L'Aquila-Roma è appunto uno di questi casi", ribadisce la Coalizione sociale. Ed è su questo che la politica locale tutta dovrebbe puntare, "invece di inscenare il solito teatrino dei rimpalli: dalla Marcozzi (M5S) che parla incredibilmente di un trasferimento 'provvisorio' dell'autostazione capitolina, alla destra di governo nazionale che si defila, al PD regionale che si indigna dopo aver declassato la tratta da servizio pubblico essenziale a commerciale, nonostante le proteste di pendolari, studenti e Consigli comunali. Con che forza si va a chiedere all'Amministrazione della Capitale di riconoscere lo status di collegamento strategico alla L'Aquila-Roma se non è tale nemmeno per la Regione Abruzzo?".
Un discorso che vale anche per Teramo e per tutti i territori - le famose aree interne - che a L'Aquila e Teramo guardano come poli di servizi. "Chiediamo che la Regione dia seguito alla risoluzione del 24 luglio e riconsideri immediatamente la definizione dei servizi minimi di trasporto includendo le tratte che sono prive di alternative trasportistiche, a partire dalla L'Aquila-Roma. E che, forti di tale riconoscimento, si ottenga un ripensamento sul capolinea degli autobus romano almeno per quelle tratte che costituiscono l'unica possibilità di collegamento con il centro cittadino e la stazione ferroviaria, snodo strategico di altre destinazioni, che non comporti insostenibili aggravi di tempo per le cittadine e i cittadini abruzzesi".
Intanto, i coordinatori regionali di Fratelli d'Italia Giandonato Morra ed Etelwardo Sigismondi, in una nota congiunta firmata col sindaco dell'Aquila Pierluigi Biondi, hanno inteso ribadire la necessità di una riflessione più ampia sul sistema di trasporti tra l'Abruzzo, e in particolare le aree interne, con la Capitale. "È il momento di ragionare, seriamente, su un importante piano di investimenti in grado di modernizzare e velocizzare il collegamento ferroviario esistente tra la nostra regione e il Lazio".
"Riteniamo che la scelta di trasferire il punto di arrivo e di partenza degli autobus sia penalizzante e di difficile comprensione per le centinaia di pendolari che ogni giorno si recano a Roma per motivi di lavoro o di studio", hanno aggiunto Morra, Sigismondi e Biondi auspicando "un ripensamento della Giunta Raggi o, quantomeno, una condivisione di tale proposta anche con i rappresentati dei territori che verrebbero influenzati da un simile provvedimento, che avrebbe ripercussioni sull'intero sistema produttivo e turistico abruzzese. Al contempo, chiediamo che il titolare del Mit Danilo Toninelli convochi un tavolo con tutti gli amministratori locali e i portatori di interessi affinché nell'agenda del governo venga, in maniera urgente, inserito il tema del collegamento su ferro tra la nostra regione e quella laziale per superare un gap di infrastrutture che questa terra sconta da ormai troppo tempo".