Durante il Consiglio comunale che si terrà il prossimo 12 novembre, verrà discusso un ordine del giorno urgente presentato dai consiglieri d'opposizione nella scorsa seduta, terminata prima che venissero trattati tutti i punti previsti, per mancanza del numero legale. Si tratta di un'iniziativa promossa dall'ANCI, già discussa e approvata in molte città, tra le altre Torino, amministrata dai 5stelle, per sospendere gli effetti dell'applicazione del Decreto Legge 113/2018 in materia di immigrazione e sicurezza [ne abbiamo scritto qui], avendo valutato le ricadute concrete di tale Decreto a livello locale in termini economici, sociali e di sicurezza.
Ammontano a circa 280 milioni di euro, infatti, i costi amministrativi che ricadranno su Servizi Sociali e Sanitari territoriali e dei Comuni, in conseguenza delle previsioni del decreto in oggetto, per l'assistenza ai soggetti vulnerabili, fino ad oggi a carico del sistema nazionale. Un altro effetto del Decreto è quello di sottrarre ai Sindaci la governance, e conseguentemente il controllo, del fenomeno migratorio nelle proprie città.
L'ordine del giorno è stato sottoscritto dalle consigliere e dai consiglieri Carla Cimoroni (L'Aquila chiama chi ama L'Aquila), Edlira Banushaj (Consigliere straniero aggiunto), Paolo Romano, Americo Di Benedetto, Emanuela Iorio, Elia Serpetti, Antonio Nardantonio (Il Passo Possibile), Elisabetta Vicini (Democratici socialisti per L'Aquila e frazioni), Giustino Masciocco (Articolo 1 per L'Aquila), Stefano Palumbo, Stefano Albano (Pd), Angelo Mancini (L'Aquila Sicurezza Lavoro) e Lelio De Santis (Cambiare insieme, Lavoro e Legalità) che hanno inteso ribadire come "l'inevitabile aumento delle persone in condizioni di irregolarità e la mancanza di percorsi di reale integrazione porterebbero ad evidenti criticità e rischi in tema di gestione dell'ordine pubblico, stante il conseguente maggior tentativo di reclutamento da parte della criminalità organizzata".
Come noto, infatti, il Decreto - tra le altre cose - elimina la possibilità di rilascio del permesso di soggiorno per motivi umanitari, ridimensiona fortemente l'accoglienza nel sistema SPRAR escludendo i richiedenti asilo, impedisce ai detentori di permesso di soggiorno per richiesta di asilo l'iscrizione all'anagrafe dei residenti, con conseguenti criticità anche nell'accesso ai diritti sociali e al diritto alla salute. L'Anci chiede al contrario che la rete SPRAR venga potenziata, convertendo i centri di accoglienza straordinaria che sfuggono alla gestione amministrativa dei Comuni.
"Quale migliore occasione della fine della fase emergenziale con la costante diminuzione dei flussi migratori, per abbandonare ogni strumento di carattere straordinario, a partire dai CAS, i Centri di accoglienza straordinaria?", si chiedono le consigliere e i consiglieri; "temiamo che, con un quadro normativo così delineato, vengano vanificati gli sforzi fatti anche dal Comune dell'Aquila per un'equa distribuzione dei migranti su tutto il territorio e per una migliore qualità dei servizi erogati. Questo Consiglio comunale aveva già assentito all'allargamento del sistema SPRAR ai minori, riconoscendone la validità. Confidiamo quindi che l'ordine del giorno venga approvato nella prossima seduta del Consiglio comunale".