Tra le tante partite di fine legislatura che il presidente vicario della Regione Abruzzo Giovanni Lolli sarà chiamato a gestire, c’è anche la nomina dei nuovi vertici delle Asl dell’Aquila e di Chieti. Sia Rinaldo Tordera, direttore generale dell’azienda sanitaria L’Aquila-Avezzano-Sulmona, che Pasquale Flacco, manager dell’Asl Chieti-Lanciano-Vasto, sono, infatti, arrivati a fine mandato.
Tordera, nominato nel marzo 2016 con un incarico triennale, scadrà all’inizio del prossimo anno mentre Flacco, anch’egli in possesso di un contratto di tre anni, il prossimo dicembre, tra un mese.
Per Lolli si tratta di una questione non facile da dirimere. La nomina del direttore generale di un’azienda sanitaria, infatti, è sì un atto amministrativo ma è anche e soprattutto una decisione ad alto contenuto politico, perché gli organi regionali, pur scegliendo internamente a una rosa di candidati in possesso di determinati requisiti necessari allo svolgimento dell’incarico, esercitano comunque un’opzione fiduciaria. Una nomina effettuata nell’ultimo scorcio di legislatura da un presidente facente funzioni - dotato, come tale, solo di poteri di ordinaria amministrazione o per atti urgenti e indifferibili - sarebbe un’evidente forzatura. D’altra parte, non è nemmeno possibile optare per una semplice proroga: la legge, infatti, lo esclude.
Lolli è consapevole di camminare su un crinale scivoloso: “Stiamo facendo delle valutazioni” afferma “Fermo restando che proroghe non possiamo farne e non intendo procedere con nuove nomine, cosa che dovrà a fare, a mio parere, chi vincerà le elezioni, com’è giusto che sia, stiamo studiando il caso con l’Avvocatura regionale per capire come possiamo procedere. A giorni, comunque, comunicheremo la decisione”.
In attesa che la situazione si sbrogli dal punto di vista giuridico-amministrativo, quel che è certo è che una nomina dovrà esserci (non è pensabile lasciare una asl senza il suo direttore generale) e che Tordera, a differenza di Flacco, non potrà riproporsi per un secondo mandato.
Lo scorso anno, infatti, la Commissione per la valutazione dei soggetti idonei alla nomina di direttore generale delle Aziende sanitarie locali, delle Aziende ospedaliere e degli altri enti del Servizio sanitario nazionale, voluta dal Ministero della Salute, stilò un elenco nazionale degli idonei, dal quale ogni regione avrebbe dovuto attingere per le nomine future.
In questa lista il nome di Rinaldo Tordera non figura. Il manager, infatti, non ha uno dei requisiti richiesti, l’aver maturato cioè cinque anni di direzione continuativi. D’altra parte, la sua nomina – datata marzo 2016 – era arrivata non senza polemiche politiche.
L’ex direttore della Carispaq ed ex amministratore unico dell’Asm e di Sviluppo Italia Abruzzo, non era iscritto all’albo dei 127 idonei che era stato stilato dalla Regione Abruzzo all’inizio del settembre 2015. Per la scelta, il governatore Luciano D’Alfonso aveva dovuto attingere dalla lista degli idonei della Regione Lombardia. Tordera, pur non avendo superato la seconda selezione per la short list a disposizione del governatore Roberto Maroni, risultava infatti iscritto all’albo lombardo.
La decisione di nominarlo lo stesso scatenò un vespaio; persino l’assessore regionale alla Sanità, Silvio Paolucci, provò a contrastarla. All’Aquila ci fu un durissimo braccio di ferro tra l’allora sindaco Massimo Cialente, che sponsorizzò fortemente la nomina, e il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci che invece insisteva perché si facesse riferimento all’albo regionale.