Le Democratiche della provincia dell’Aquila aderiscono alla campagna nazionale contro il decreto Pillon.
Anche nel capoluogo d’Abruzzo, si leverà il no al contestatissimo provvedimento: il presidio è fissato per le 15:30, alla Fontana Luminosa.
"Ci siamo espresse/i nelle Aule parlamentari e ora scenderemo in tutte le piazze d’Italia per manifestare la nostra ferma contrarietà ad un provvedimento la cui cifra è un’evidente, gravissima regressione normativa e culturale nel delicato campo dell’affido condiviso", si legge nella convocazione. "Il provvedimento riporta l’Italia indietro di decenni e mina irrimediabilmente la tutela dei diritti dei minori e delle donne in situazioni di abuso e violenza. I bambini e le donne devono vedere implementate le leggi a tutela e non assistere impotenti alla sottrazione di diritti civili; uno scippo intriso di barbarie a mezzo di un decreto di matrice preistorica".
Nel ddl Pillon, ad esempio, le spese per la mediazione familiare e altre disposizioni rischiano di gravare economicamente al punto da scoraggiare il coniuge dall’intraprendere un percorso di separazione: "immaginabili le conseguenze, gravi e pericolose, negli ambiti in cui sono presenti abusi e violenze. Inaccettabile. Un testo contro cui ci batteremo in tutte le sedi adeguate e possibili. Impossibile accettare una proposta che mina alle basi la civiltà della democrazia e dei diritti".
Diritti dei minori, delle donne e della mediazione familiare messi in discussione da un testo patriarcale; "un testo nel quale si ritiene che i minori possano essere spostati ogni dodici giorni tra padre e madre: i figli considerati alla stregua di pacchi postali. Bambine e bambini, ragazze e ragazzi delle cui esigenze non si tiene minimamente conto. Le necessità di equilibrio e stabilità dei minori vengono di fatto negate. Una proposta che vuole ritornare ad un conflitto tra donne e uomini. Un decreto che attacca le libertà conquistate con fatica dalle donne e che considera le violenze domestiche, la 'normalità' da accettare e non un fenomeno orribile da combattere e estirpare".
Inutile e tardivo il tentativo del governo di proporre variazioni al testo, sottolineano le Democratiche: "il ddl Pillon non va modificato, va ritirato; non esistono altre opzioni per un decreto che è insulto alla dignità dei minori e delle donne. Il presidio aquilano è aperto a tutte le persone che credono nella civiltà della Democrazia, nella cultura del rispetto per una convivenza civile, nei diritti delle donne e hanno a cuore la tutela e la serenità dei minori, le cui esigenze vengono calpestate da un decreto indegno".