Strada dei Parchi, la società concessionaria delle autostrade A24 e A25, lo ha messo nero su bianco: se non si dovesse arrivare all'accordo col Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sul piano economico finanziario, dal 1° gennaio 2019 le tariffe torneranno ad aumentare del 12.89%, come era già accaduto nel gennaio scorso e fino al congelamento disposto dal 1° di ottobre.
I tempi stringono, insomma.
Per questo, i sindaci e gli amministratori dei comuni di Lazio e Abruzzo sono tornati in piazza, stamane, alle porte del Ministero, "pronti ad invadere il piazzale di Porta Pia" con gli autocarri messi a disposizione dagli autotrasportatori. "Stanchi dell’indifferenza e delle prese in giro del ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, abbiamo deciso di dire basta", hanno spiegato. Il sit-in era la risposta al "mancato incontro" dello scorso 13 novembre: quel giorno, Toninelli decise di non ricevere la delegazione dei primi cittadini che, sdegnati per l'inutile attesa, lasciarono appese fuori dal Ministero le fasce tricolori come segno di protesta.
Ebbene, è accaduto di nuovo, stamane: Toninelli non ha voluto ricevere i sindaci, "dimostrando di non avere rispetto per le Istituzioni e per i cittadini che rappresentiamo" l'affondo degli amministratori di Lazio e Abruzzo; "il ministro ha addotto la scusa di essere fuori dal palazzo", ha spiegato il sindaco di Sante Marie e consigliere regionale Lorenzo Berardinetti. Sul posto, un cordone di sicurezza in tenuta antisommossa. "Quanto è accaduto è inaccettabile", l'affondo di Berardinetti. "La nostra era una protesta civile e assolutamente mirata a far valere delle giuste ragioni, che sono quelle di tutti i cittadini della Regione. La reitereremo e non ci scoraggeremo. Siamo uniti e ben determinati a portare sul tavolo nazionale una situazione, quella del caro pedaggi, che nuoce gravemente all'intero Abruzzo".
C'è anche il tema della messa in sicurezza dei viadotti, ancora da affrontare e risolvere. "Il ministro ha scelto la via della fuga dal confronto", la stoccata della deputata dem Stefania Pezzopane. "Prima lancia l'allarme sicurezza - affermando di aver constatato di persona dei problemi ai tralicci - poi però si rifiuta di incontrare anche solo una delegazione dei cento sindaci di Abruzzo e Lazio che oggi manifestavano davanti al ministero dei Trasporti. Il ministro non ha ancora firmato i decreti per lo sblocco dei lavori di manutenzione, mettendo a rischio anche migliaia di posti di lavoro", ha sottolineato Pezzopane.
Come noto, nel Decreto Genova sono stati stanziati 192 milioni, relativi alla seconda fase di adeguamento sismico delle due autostrade (dichiarate dal 2012 arterie strategiche in caso di sisma), che però ancora non sono disponibili per far partire i cantieri. "C'è poi il problema delle tariffe, congelate fino al 31 dicembre, ma che potrebbe aumentare con il nuovo anno vista l'assenza di finanziamenti in Legge di Bilancio e la mancata approvazione del Piano economico finanziario. Quanto avvenuto questa mattina è la dimostrazione che ci troviamo davanti al ministro 'Toninulla'. Ma la mobilitazione continua e al ministero dei Trasporti se ne accorgeranno presto" ha assicurato Pezzopane.
Oltre ai sindaci, alle associazioni degli imprenditori, alle organizzazioni dei trasporti e dei pendolari, in piazza sono scesi anche i sindacati. "Inutile sottolineare, da parte nostra, l’importanza che queste autostrade rivestono non soltanto per la vita delle migliaia di pendolari abruzzesi che ogni giorno si muovono per la capitale (dai lavoratori agli studenti, a coloro che viaggiano per le più diverse ragioni) ma anche per la stessa economia abruzzese, che nel sistema economico romano trova un grande serbatoio commerciale e turistico, nonché un centro promotore di investimenti che coinvolgono l’intero territorio abruzzese", hanno ribadito i vertici della Cgil Abruzzo. "A fronte di tutto ciò è davvero impensabile continuare nella politica tariffaria messa in atto finora da Strada dei Parchi, che di anno in anno applica un aumento dei pedaggi autostradali che non è più sostenibile sia dai pendolari che dalle aziende che operano con la Capitale. Un costo che può avere conseguenze molto pesanti se il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti non si deciderà (insieme alla società concessionaria) a trovare finalmente una soluzione definitiva, e non interventi-tampone, al problema del continuo aumento dei pedaggi".