Non resta che attendere un intervento del ministro alle Infrastrutture e ai trasporti Danilo Toninelli che dovrà arrivare entro la mezzanotte per evitare l'aumento del 18.48% delle tariffe sulle autostrade A24 e A25. Ad ora, non è stato ancora approvato alcun provvedimento dal Governo e dalla società concessionaria Strada dei Parchi per scongiurare una stangata che avrebbe conseguenze drammatiche per i territori interni dell'Abruzzo e per il capoluogo di Regione: per intendersi, percorrere il tratto L'Aquila Ovest - Roma Nord costerebbe 16 euro, da Pescara-Chieti alla Capitale gli automobilisti sborserebbero 25 euro e 50. Significherebbe condannare all'isolamento la nostra Regione.
Stamane i sindaci di Abruzzo e Lazio, impegnati da un anno nella battaglia avverso il rincaro delle tariffe, hanno inscenato un sit in di protesta davanti al casello dell'Aquila ovest, occupando simbolicamente la barriera pur non bloccando il traffico. Un'iniziativa, hanno spiegato, senza colori politici per "dare un segnale alla società concessionaria e al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti da cui attendiamo risposte".
Va detto che i sindaci sono stati lasciati piuttosto soli: dei 21 parlamentari eletti in Abruzzo, erano presenti soltanto la deputata Stefania Pezzopane (Pd) e il senatore Marco Marsilio (Fratelli d'Italia), candidato governatore del centrodestra alle elezioni regionali del 10 febbraio prossimo; non hanno partecipato al sit in Giovanni Legnini, candidato della coalizione progressista, e Sara Marcozzi, candidata del Movimento 5 Stelle, la cui assenza, tuttavia, è giustificata - e così quella degli assessori e dei consiglieri regionali oltre che del presidente vicario Giovanni Lolli - per la concomitante riunione del Consiglio Regionale che, in giornata, dovrà approvare il bilancio se si vuole evitare l'esercizio provvisorio. Era tra i sindaci, invece, il candidato governatore di CasaPound Stefano Flajani oltre al segretario della Camera del Lavoro dell'Aquila Francesco Marrelli accompagnato dal predecessore Umberto Trasatti.
Accanto ai primi cittadini di L'Aquila e Teramo, Pierluigi Biondi e Gianguido D'Alberto, la sindaca di Carsoli Velia Nazzarro, uno dei volti della protesta, il collega di Aielli Enzo Di Natale e, tra gli altri, Francesco Di Paolo (sindaco di Barisciano), Paolo Federico (sindaco di Navelli), Marco Giusti (sindaco di Scoppito) e Giacomo Carnicelli (sindaco di Tornimparte). Assenti, invece, i rappresentanti delle amministrazioni comunali di Avezzano, Chieti e Pescara. Tra i manifestanti, il vice sindaco del Comune dell'Aquila Guido Quintino Liris, l'assessore Monica Petrella, i consiglieri comunali di maggioranza Francesco De Santis (Lega), Roberto Jr Silveri e Giancarlo Della Pelle (Insieme L'Aquila), Maria Luisa Ianni (Forza Italia) oltre al coordinatore regionale di Articolo 1 Fabio Ranieri.
"L'occasione della Legge di Bilancio per evitare gli aumenti è stata una occasione persa", ha sottolineato Stefania Pezzopane; "si poteva introdurre una norma, e c'erano degli emendamenti in questo senso, che avrebbe risolto i problemi. A questo punto, l'unica possibilità è un decreto ministeriale che possa poi essere ratificato dal Parlamento e che imponga ad Anas, controllata dal Mit, di non applicare interessi sul differimento delle rate di concessione a valere su 2018 e 2019 così da consentire a Strada dei Parchi di congelare gli aumenti. Altrimenti, domattina ci sarà lo scatto delle tariffe. Altra cosa che si può fare, e da questo punto di vista mi sono attivata, di chiedere alla società concessionaria di attendere ancora i tempi lunghi del Governo nell'approvazione del Piano economico finanziario: temo, tuttavia, che questa soluzione sia oramai impraticabile, considerato il traccheggiamento del ministro Toninelli che va avanti da mesi".
Toninelli che, in questi mesi, non ha mai voluto incontrare i sindaci di Abruzzo e Lazio, invitandoli, anzi, alle dimissioni, essendo esponenti di quei partiti che - l'affondo - "hanno consentito che i concessionari mettessero le mani nelle tasche degli italiani e hanno blindato quei contratti-regalo in favore dei prenditori di Stato". Parole respinte con sdegno dai primi cittadini in mobilitazione. "Il ministro sta chiuso nella torre d'avorio: si definiscono cittadini quando fa comodo ma ora che sono al governo non hanno alcun confronto con le Istituzioni. I sindaci, ed io con loro, sono andati diverse volte al Ministero: Toninelli ci ha ricevuto soltanto una volta, nell'androne, per farci la promessa che avrebbe risolto in Legge di Bilancio con una apposita norma, e non lo ha fatto, o con l'approvazione del Pef che è ancora lontana".
Un "estremo" appello al ministro è arrivato dal senatore Marco Marsilio "affinché oggi stesso definisca la vicenda e impedisca l'incremento dei pedaggi, quale che sia la soluzione. Abbiamo presentato un emendamento alla Legge di Bilancio in Senato, che il ministro non ha voluto far accogliere. E' quella la strada maestra per risolvere il problema: se Toninelli dovesse trovarne una migliore, però, andrebbe bene lo stesso, l'importante è che non aumentino i pedaggi. Nel caso il ministro non riuscisse o non volesse chiudere la vicenda, l'appello è anche a Strada dei Parchi affinché mostri senso di responsabilità nei confronti dell'utenza. L'aumento delle tariffe sarebbe un colpo mortale per le aziende e i cittadini del territorio".
Sul piede di guerra i sindaci. "E' Toninelli l'unico che può intervenire per congelare l'aumento dei pedaggi; continuo a ribadire che le popolazioni, ed in particolare delle aree interne, sono schiacciate nell'indecente braccio di ferro che si sta consumando, oramai, da troppo tempo tra Ministero e società concessionaria", l'affondo del sindaco dell'Aquila Pierluigi Biondi. "Da un lato, la richiesta di proroga della concessione con un nuovo Piano economico finanziario, dall'altro il Ministero che rigetta il Pef, sostiene che le autostrade non sono del tutto sicure ma non assume la responsabilità delle scelte conseguenti col concessionario che ribadisce, invece, che A24 e A25 sono sicure, a meno di eventi sismici: le popolazioni continuano a subire un balletto di deresponsabilizzazione dall'una e dall'altra parte che non è più sopportabile". In questo clima, non ha aiutato di certo l'atteggiamento del ministro: "Avete letto le parole rivolte ai sindaci da Toninelli, affermazioni gravissime: i sindaci sono rappresentanti del territorio, poi alcuni di noi hanno delle appartenenze politiche che rivendichiamo con orgoglio, ma non ci si può risolvere sprezzantemente ai primi cittadini che sono quelli in trincea, ogni giorno, compreso il 31 dicembre".
"Siamo arrivati all'ultimo giorno dell'anno e siamo ancora nell'incertezza sulla soluzione che deve essere adottata; il grido d'allarme dei sindaci non può restare inascolato", ha aggiunto il primo cittadino di Teramo, Gianguido D'Alberto. "Qui non si tratta di scaricare responsabilità politiche su chi governa, i problemi vengono da lontano, da gestioni che nel tempo non hanno risolto il problema, ma chi è al Governo oggi deve dare risposte e, di certo, non accetteremo risposte parziali che possano avere solo fini elettoralistici".
E' il messaggio lanciato anche da Velia Nazzarro: i sindaci non si accontenteranno di una proroga di qualche mese dei rincari, la soluzione dovrà essere strutturale con l'approvazione del Piano economico finanziario che 'sterilizzi' gli aumenti previsti nella convenzione vigente e dia l'avvio ai lavori per la messa in sicurezza delle autostrade.
Intanto, però, va evitato che a mezzanotte le tariffe possano aumentare di quasi il 19%.
Sabato scorso, Strada dei Parchi ha inviato una lettera al ministro Danilo Toninelli chiedendo un impegno diretto per convincere Anas a non far ricadere sugli utenti di A24 e A25 il costo di ulteriori 73 milioni di euro relativi agli interessi sulle due rate del canone di concessione, che dovrebbero essere sospese per consentire di congelare l'aumento delle tariffe ed evitare l'aumento dal 1° gennaio.
Nella missiva, l'ad Cesare Ramadori ha svelato che negli ultimi giorni era stato raggiunto un accordo con Anas per il differimento al 2028 del versamento delle rate 2018 e 2019 che la società deve quale prezzo della concessione, "in modo da poter utilizzare tali risorse - ha spiegato Ramadori - già accantonate e vincolate dalla nostra Società, al fine di 'sterilizzare' nei prossimi 3 mesi, come accaduto nel trimestre ottobre-dicembre 2018, gli aumenti dei pedaggi di A24 e A25 approvati dal Governo alla fine del 2017 e quelli previsti dalla Convenzione vigente per il 2019".
Tuttavia, Anas pretende "di applicare sul valore delle rate posticipate, pari a 112.000.000 di euro, un tasso di interesse del 6% annuo al posto del tasso legale. Tale esorbitante pretesa, che costerebbe alla collettività ulteriori 73.000.000 di euro, contrasta con quanto accaduto nel 2017, quando con norma (L 97/2017) il Parlamento ci autorizzò a differire il pagamento di altre 2 rate Anas di identico valore (112.000.000 di euro) per finanziare una parte degli interventi urgenti cosiddetti 'antiscalinamento', riconoscendo la sola applicazione di interessi in base al tasso legale".
Strada dei Parchi ritiene la richiesta inaccettabile e frutto di un calcolo speculativo commendevole. "E questo anche considerato lo sforzo che il Suo Ministero e la nostra Società stanno attuando - ha messo nero su bianco nella lettera a Toninelli - in attesa dell'approvazione del nuovo Pef come previsto dalla L. 228/2012, per non scaricare sugli utenti delle autostrade da noi gestite e sulle economie delle zone interessate gravosi e ulteriori incrementi tariffari".
"Per dimostrare la nostra totale disponibilità ad onorare gli impegni concordati", la società concessionaria ha trasmesso ad Anas e al Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti i testi, già firmati, "in cui ci impegniamo a non applicare alcun aumento dei pedaggi su A24 e A25 sino al 31 marzo prossimo rispetto alle tariffe attualmente applicate".
Insomma, Strada dei Parchi - in attesa della definizione del Piano economico finanziario - sarebbe disponibile a non aumentare le tariffe del 18.48%, come accadrebbe se l'accordo dovesse saltare (al 12.89% applicato dal 1° gennaio 2018 e poi sospeso alla fine di settembre, infatti, si aggiungerebbe anche il ritocco delle tariffe previsto in convenzione per oltre il 5%) fino al 31 marzo 2019, a patto che Anas non applichi il tasso d'interesse al 6% sul differimento delle rate di concessione 2018 e 2019 che servirebbero per tamponare i mancati aumenti.
E per questo, ha chiesto un intervento diretto al ministro Danilo Toninelli. Un intervento che dovrà arrivare necessariamente nelle prossime ore.