Venerdì, 17 Gennaio 2014 11:30

La frenetica attività della Steda Spa, da L'Aquila all'Emilia

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L'Aquila, l'Emilia terremotata, Udine. E ancora Milano, fino in Trentino Alto Adige. Se quanto accaduto in città dopo il 6 aprile 2009 non fosse un caso isolato? Se si trattasse solo del pezzettino di un puzzle?

Il sospetto è più che lecito. Daniele Lago da Bassano del Grappa, titolare della Steda Spa, è l'imprenditore che - con le sue confessioni - ha scatenato il putiferio sull'amministrazione Cialente. Denunciando di aver pagato mazzette per ottenere lavori di puntellamento in centro storico. Con il tramite del broker Pierluigi Tancredi.

Lago è indagato anche in Friuli. Secondo la procura di Udine, avrebbe pagato i vertici della Banca Popolare di Cividale per realizzare la nuova sede dell’istituto di credito. L’accusa è stata formalizzata dal pubblico ministero Raffaele Tito che ha di recente depositato gli atti di un’inchiesta che vede coinvolte altre otto persone, fra cui l’ex direttore della banca, Luciano Di Bernardo, e il presidente del Gruppo Banca Popolare di Cividale, Lorenzo Pellizzo. A leggere le carte del procedimento, svelate da Andrea Pasqualetto sul Corriere della Sera, non si possono non notare le affinità con quanto sarebbe accaduto a L'Aquila: "Lago prima prometteva e poi consegnava ... la somma di 150 mila euro mediante due bonifici... Successivamente la ulteriore somma di 20 mila...", si legge nell’avviso di conclusione delle indagini preliminari. Bonifici giustificati con un falso preliminare di compravendita inerente un immobile a Lignano e con una falsa fattura di consulenza.

E sempre Lago - scrive Pasqualetto - si sarebbe prodigato per gli stessi dirigenti della banca, acquisendo addirittura un intero cantiere "per la costruzione di 9 ville bifamiliari a Corno di Rosazzo evitando così di far emergere una situazione di incaglio del finanziamento erogato dall’istituto negli anni passati con metodi clientelari e occultando le fallimentari operazioni immobiliari agli occhi dell’organo ispettivo pubblico". Il tutto, naturalmente, finalizzato a ottenere "l’affidamento e la gestione dell’appalto volto alla costruzione della nuova sede del gruppo...".

Vicende che si somigliano terribilmente. Se non fosse che l'imprenditore veneto ha negato qualsiasi addebito per i reati contestati in Friuli. A L'Aquila, invece, ha confessato. Sarà la magistratura a fare chiarezza, evidentemente.

Viaggiando dal Friuli all'Emilia terremotata, fino a Novi di Modena e Massa Finalese, ci imbattiamo di nuovo in Daniele Lago e nella Steda Spa. Che si è aggiudicata il bando regionale per la costruzione di una palestra. Appalto da 1milione di euro. La struttura del Commissario alla ricostruzione si è detta sorpresa, anche perché la Steda sarebbe sfuggita ai severi controlli antimafia e anticorruzione sulle imprese appaltatrici. Così come a L'Aquila: la società, infatti, non era nella lista delle imprese da 'chiamare' per le opere di puntellamento dei palazzi del centro storico. Lista stilata dalla Prefettura.

Non solo. La Steda, come riporta il sito web dell’azienda e come riferisce la Gazzetta di Modena, ha fornito anche i Map destinati agli sfollati di Novi di Modena e Rovereto, l’edificio scolastico temporaneo che ospita l’asilo nido Montessori di San Felice sul Panaro e la scuola elementare Dante Alighieri di Mirandola, realizzata in acciaio per sostituire la struttura danneggiata dai fenomeni sismici del maggio 2012. "Gli affidamenti in questione vennero effettuati dal commissario Errani tramite procedure di evidenza pubblica – ricostruisce la struttura commissariale – le prime gare la Steda le ha vinte a luglio 2012, e in quel momento l’azienda aveva tutti i requisiti per partecipare, compresi quelli necessari all’iscrizione alla white list". L’elenco, cioè, di fornitori, prestatori di servizi ed esecutori di lavori non soggetti a rischio di inquinamento mafioso, introdotto con il decreto legge 174/2012 per stabilire chi può accedere alle gare d’appalto pubbliche e private nei territori interessati da eventi calamitosi, e chi no, per il quale è necessaria un’informativa della prefettura.

I problemi sono iniziati nel 2013, proprio in concomitanza con l’appalto per la palestra della frazione di Massa: “La Steda, in difficoltà economiche probabilmente dovute anche a ciò che sta emergendo ora dalle indagini, ha smesso di pagare i fornitori e di conseguenza noi abbiamo interrotto i pagamenti – spiegano dalla struttura commissariale – successivamente l’azienda è andata in concordato preventivo, ha affittato il ramo d’azienda e abbiamo concluso la palestra con un’altra impresa".

"Di quanto emerso dalle indagini – precisano i tecnici della Regione – il presidente Errani non era ovviamente informato, anche perché altrimenti non avremmo accettato di lavorare con la Steda".

In Emilia, Lago si è lasciato alle spalle una lunga lista di debiti insoluti nei confronti di tante piccole imprese locali. Una situazione pesante - racconta ancora Pasqualetto - che lo scorso 10 gennaio ha portato l’imprenditore a chiedere al tribunale di Vicenza di essere ammesso alla procedura di concordato preventivo in modo da sanare le posizioni aperte con i molti creditori. Si tratta di un’azienda che fattura oltre 50 milioni di euro all’anno con 120 dipendenti e tre sedi: Bassano, Pratola Peligna (L’Aquila) e Mirandola (Modena).

C’è poi l’Expo 2015 di Milano: la Steda ha vinto l’appalto per la realizzazione del campo base operativo. Una commessa da 6 milioni di euro. "Fornitura di edifici prefabbricati da adibirsi a dormitori, mensa, uffici e locali di servizio da posare nell’area di cantiere dell’esposizione", precisa l'azienda. Poi, il Trentino Alto Adige: la società di Daniele Lago si è aggiudicata l'appalto per il rifacimento di una tratta dell'Autostrada del Brennero. Importo dei lavori: 18milioni. A scoprirlo, l'ex socio aquilano Cesare Silva che, con la Steda di Lago, aveva costituito l'Ati per concludere i lavori di puntellamento di Palazzo Carli. Ritenendo di essere stato truffato dall’imprenditore veneto per via di alcuni pagamenti del Comune dell’Aquila di cui era all’oscuro (in particolare, l'ultimo Stato di Avanzamento Lavori da 1,2 milioni di euro), Silva ha chiesto a due avvocati, Maria Teresa Di Rocco e Silvia Catalucci, di cercare i denari di Lago in giro per l'Italia. Dal tribunale di Trento (competente sulla tratta autostradale interessata dai lavori) ha così ottenuto un’ordinanza di assegnazione delle somme, senza tuttavia entrarne in possesso. Anche perché - nel frattempo - Lago ha ceduto un ramo d’azienda, che comprendeva anche l’appalto dell’Autobrennero a una società trevigiana, il Consorzio Stabile 3G di Nervesa della Battaglia.

In altre parole, Lago sarebbe al centro di un'attività molto complessa che potrebbe svelare - almeno, su questo stanno lavorando gli inquirenti - un sistema corruttivo che riguarda i grandi cantieri aperti in Italia. Con L'Aquila al centro di questo intreccio malavitoso.

Ultima modifica il Venerdì, 17 Gennaio 2014 12:13

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