Lunedì, 15 Maggio 2023 11:41

Attacco hacker: Il Pd lancia la campagna social "Troppo grave per tacere". Carlo Benedetti è l'unico a chiedere le dimissioni di Romano

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Il Partito Democratico della Provincia dell’Aquila ha lanciato la campagna social “Troppo grave per tacere”. L’iniziativa nasce in relazione all’attacco hacker che ha messo in ginocchio la Asl 1 per diversi giorni, i cui effetti ancora oggi stanno creando non pochi disagi ai cittadini.

Le autorità, nelle persone del presidente della Regione Marco Marsilio, l’assessora Nicoletta Verì, il sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi, presidente del comitato ristretto dei sindaci della provincia e il manager della Asl 1 Ferdinando Romano, sono accusate dal Pd di non aver fornito risposte adeguate sulla grave vicenda, nonostante le domande che gli erano state poste in merito nel corso di una conferenza stampa.

“Una settimana fa, in conferenza stampa, avevamo posto delle domande chiare, non cavalcando politicamente la tragica emergenza che ha investito l’azienda sanitaria provinciale ma chiedendo risposte puntuali. Dobbiamo constatare che i vertici della Asl e i responsabili politici del disastro non hanno inteso rispondere: anzi, si sono trincerati in un inqualificabile silenzio, preferendo le passerelle lungo le strade del Giro d’Italia alla trasparenza nei confronti di cittadini inermi che vedono messi a rischio i diritti fondamentali alla salute, col blocco delle prestazioni, e alla privacy, se è vero che criminali hanno tra le mani i nostri dati sensibili”, questo il duro attacco del partito, la cui azione non si fermerà alla campagna social.

Si annuncia, infatti, un’altra conferenza stampa indetta per mercoledì 17 maggio alle 10, nella sede del Pd in via Paganica, dove si chiederà nuovamente alle autorità di rispondere ai numerosi interrogativi ancora senza risposta perché, si legge nel comunicato, “l’allerta su possibili attacchi hacker alle aziende sanitarie italiane era nota dai tempi del covid e, d’altra parte, nessuno può pensare di essere completamente al sicuro: ci si poteva, però, preparare per tempo, investendo in personale e sicurezza informatica come fatto da altre aziende sanitarie”.

“Qui sta la responsabilità gestionale del management della Asl 1, qui sta la responsabilità politica di Marsilio, Verì e Biondi che, ciascuno per le proprie funzioni, non hanno vigilato e, anzi, hanno avallato le scelte della dirigenza Asl che loro stessi hanno voluto, in una precisa filiera politica che da Palazzo Fibbioni porta dritti alla segreteria nazionale di Fratelli d’Italia”, affonda il Partito Democratico, che elenca tutta una serie di domande che verranno poste in corso di conferenza stampa: “È vero o non è vero che il Ced della Asl della provincia dell’Aquila, che dovrebbe occuparsi di cyber sicurezza, può contare su due unità di personale a fronte delle 28 che, per fare un esempio, sono impiegate dalla Asl di Teramo? È presente in azienda un responsabile del Ced, responsabile della elaborazione dei dati, ed è stato messo nelle condizioni di lavorare con strumenti idonei? A noi risulta che il direttore della sicurezza si sia dimesso poco tempo dopo l’affidamento dell’incarico non avendo ottenuto risorse finanziarie e di personale. È vero o non è vero che il contratto di supervisione, gestione e controllo con una società esterna che si occupava di dati sensibili non è stato rinnovato a fine 2022 per i tagli trasversali imposti dal manager Romano?”

“E ancora: il Garante per la protezione dei dati individuali intima ai titolari dei trattamenti dei dati sensibili la notifica di eventuali violazioni entro 72 ore dal momento in cui ne è venuto a conoscenza il responsabile indicato; aggiungiamo che se la violazione comporta un rischio elevato per i diritti delle persone, il titolare deve comunicarla a tutti gli interessati: dunque, entro 72 ore la Asl avrebbe dovuto informare i cittadini interessati della violazione, così come fece a Padova la AULSS Euganea 6 che, subito un simile attacco hacker, aggiornò prontamente circa la violazione informatica con una serie di comunicati stampa e aprendo un canale diretto con gli utenti, attraverso un numero verde. La Asl 1, invece, si è trincerata in un incomprensibile silenzio, minacciando anzi la stampa di non pubblicare notizie: come si è organizzata l’azienda per dare seguito alla normativa? Si è consapevoli della gravità di tale violazione?”.

In coda al comunicato il partito annuncia anche il proseguimento delle mobilitazioni “per chiedere il rispetto dei diritti di cittadine e cittadini, considerato che la Asl 1 era già in crisi e ora è al collasso, nonostante le rassicurazioni, col Cup in stallo, i referti di esami che arrivano in ritardo o debbono essere ripetuti, i medici costretti a scrivere le prescrizioni su fogli di fortuna, col rischio che vadano persi, le storie cliniche dei pazienti da ricostruire”.

Infine, il Partito Democratico della Provincia dell’Aquila chiede, anzi si aspetta, le dimissioni di coloro ritenuti responsabili di quanto accaduto.

In particolare il più diretto sul tema delle dimissioni è stato l'ex presidente del Consiglio comunale Carlo Benedetti il quale alla nostra redazione ha dichiarato:

"Tiro in ballo Romano perché in primis le responsabilità sono gestionali:riguardano la gestione e la conservazione , cioè, dei dati, la predisposizione di sistemi conservativi e di tutela(anche l'effettuazione di backup periodici). Poi è politica:la sanità aquilana a gestione Fratelli d'Italia é un fallimento sotto ogni profilo organizzativo e sotto il profilo della qualità del servizio. Il fallimento è sotto gli occhi degli Aquilani di sinistra, di destra e di centro. È ora, perciò, di passare la mano."

Ultima modifica il Lunedì, 15 Maggio 2023 15:18

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