“Credo che dietro tutto quello che è accaduto ci sia stato un calcolo politico poco strategico. Le mie dimissioni? Resto in attesa di ciò che deciderà il Presidente Marsilio, da statuto è a lui che tocca l’indicazione”.
A parlare a NewsTown, all’indomani delle polemiche sollevate dal documento pro-Biondi del Tsa fatto firmare anche ad altre 5 associazioni culturali destinatarie del Fus, è la presidente dello Stabile Annalisa De Simone.
Nei giorni scorsi, la De Simone si era detta “basita” rispetto nota redatta dal Tsa, scritta peraltro senza la sua condivisione e diffusa senza il suo avallo, ed era arrivata a chiedere un passo indietro ai membri del cda (Rita Centofanti e Leonardo Bizzarri) che l'avevano propiziata. Una richiesta alla quale Biondi aveva replicato, in tutta risposta, chiedendo in consiglio comunale le dimissioni della De Simone in nome dello “spoils system”.
Presidente, come spiega quello che è accaduto?
Mi lasci una premessa. Questa è l'ultima intervista che rilascerò. Mi avete cercato in tanti e mi spiace preferire una testata all’altra, ma l’augurio è che la polemica rientri e si cominci a parlare di contenuti e strategie legate alla cultura. Non di nomine e spoil system. Detto ciò, credo ci sia stato un calcolo politico poco strategico. L’obiettivo era quello di indurre le istituzioni culturali al plauso per l’operato del sindaco, immagino, e mi spiace sinceramente che il primo cittadino sia stato investito da questo boomerang. Non è decoroso.
A che pro sollevare questa crisi tra istituzioni alla vigilia del decennale del sisma, ricorrenza che vedrà il Tsa impegnato in un progetto molto importante, finanziato tra l'altro con 700mila euro?
Nessuno. Fra l’altro il Tsa non era da giorni, e questo prima della polemica, designato come ente attuatore del Festival che ho ideato e che ha ricevuto il sostegno del Mibac. A seguito di una diversità di intenti emersa nel nostro Cda dello scorso 28 gennaio, il Ministero in accordo con il sindaco, hanno ritenuto di identificare per l’attuazione del progetto un altro ente: l’istituzione sinfonica abruzzese. Ho incontrato il Cda dell’Isa una sola volta, dopo la modifica del protocollo, e mi sono sentita piacevolmente accolta dall’entusiasmo di tutti attorno al progetto. Progetto che vedrà la piena collaborazione delle realtà territoriali tutte.
Lei ha chiesto agli autori di quel comunicato di fare un passo indietro. Non pensa, tuttavia, che abbiano potuto obbedire a un ordine venuto dall’alto, che dietro tutto quello che è successo possa esserci insomma una regia politica?
Forse c’era un intento politico, non so se ci fosse una regia dall’alto, mi auguro di no. Un’istituzione di prestigio come il Tsa va tutelata nel rispetto del suo operato e della memoria storica che la contraddistingue. La cortesia istituzionale è un dovere delle cariche apicali di un ente in controllo pubblico, e tuttavia è cosa ben diversa dall’agire per fini politici.
Il sindaco Biondi ha chiesto le sue dimissioni in nome dello spoils system. Se ne andrà?
Resto in attesa di ciò che deciderà il Presidente Marsilio, da statuto è a lui che tocca l’indicazione. Con Marsilio ci siamo sentiti per messaggio e ci siamo detti che non mancherà occasione di incontrarci. Se vorrà nominare una persona del suo stesso orientamento, farò un passo indietro con serenità. Soddisfatta di ciò che ho fatto in questi anni. Abbiamo appena varato una riforma strutturale dell’organigramma e approvato un nuovo mansionario, obiettivo che si mancava dagli anni Ottanta. I dipendenti sono stati investiti di nuove responsabilità e il costo del personale, nonostante questo, è stato contenuto. Ringrazio per il lungo percorso di confronto tutti i consiglieri e la Vice Presidente.
Vi siete sentiti in questi giorni con il sindaco?
Non ancora. Spero di sentirlo presto, c’è da costruire un Festival nel migliore dei modi.
E con il sottosegretario Vacca?
Ho parlato con lui e con il senatore Primo Di Nicola, dopo che ha espresso preoccupazione nel suo comunicato. Ho sentito Massimo Cialente, particolarmente amareggiato, e mi sono confrontata con le tante persone che hanno chiamato per un saluto di sostegno. Le ringrazio.
C’è un conflitto interno nel cda del Tsa?
Ci sono visioni differenti. Ma questo è fisiologico. Non mi spaventa.
Si sente sotto attacco?
Non esageriamo. Questa polemica deve scivolare in fretta e noi tutti, cariche politiche e istituzionali, dobbiamo impegnarci per costruire opportunità. Il decennale dal drammatico evento del sisma deve rilasciare qualcosa al territorio, un’idea di futuro e nuove suggestioni che richiamino il turismo e che impattino sul territorio anche in termini di indotto. Abbiamo il dovere morale di essere ambiziosi. A latere del silenzio e dell’immenso dolore, c’è un’occasione di riposizionare L’Aquila in termini di offerta culturale. Non perdiamola.
Il Tsa, più di altri enti culturali, è sempre stato soggetto a logiche spartitorie governate dalla politica. Quello che è accaduto, secondo lei, rientra in questa sorta di “perversa normalità” oppure siamo di fronte a un fenomeno nuovo?
Questa “perversa normalità” è una logica demenziale. La politica riceve consensi sulla base del suo operato. Se il nostro ente, adesso agli ultimi posti nella graduatoria Mibac per i finanziamenti Fus, è in grado di crescere e aumentare il proprio prestigio nazionale, la politica può rivendicarne il successo e i cittadini fruire di un’offerta migliore. Ne guadagnerebbero tutti, non è così difficile da capire.