Maretta tra il personale della Polizia Municipale dell’Aquila per le valutazioni emesse dal Dirigente del settore, Tiziano Amorosi, in merito alle performance, e alla relativa liquidazione del premio di produttività, per l’anno 2018.
Secondo quanto riferito da fonti sindacali, l’Organismo Indipendente di Valutazione aveva rilevato come il sistema di valutazione adottato dal Comune dell’Aquila, con le relative schede, necessitasse di profonde modifiche per renderlo aderente alla disciplina prevista dal D.Lgs. n. 150/2009 (decreto Brunetta), innovato dal D.Lgs. n. 74/2017, già l'anno passato, esprimendosi sull'iter dei ricorsi avverso i giudizi emessi per l'annualità 2017.
Eppure, nulla è cambiato.
In attesa delle determinazione finali dell’O.I.V. in merito alle contestazioni relative al 2017, parte del personale del Settore Polizia Municipale sta dunque presentando in questi giorni nuovi ricorsi riferiti ai giudizi dell’anno 2018, adducendo che le valutazioni formulate si presentano come una “mera allocuzione discrezionale, priva di qualsiasi cenno agli obiettivi assegnati e ai risultati conseguiti”, distante dai principi previsti dalla normativa e formulati sulla base di un sistema di valutazione adottato con una Delibera di Giunta comunale, la numero 56 del 2012, che avrebbe dovuto essere disapplicata visto il suo mancato adeguamento nei termini previsti.
In questo senso, i ricorrenti chiedono all’OIV di pronunciarsi in merito alla legittimità dell’intera procedura, riservandosi in caso contrario di sottoporre la questione ad altra autorità.
Evidentemente, un ulteriore motivo di tensione in seno al corpo di Polizia municipale che già vive con disagio la nomina di Amorosi a responsabile sebbene una circolare della Regione, oramai un anno fa, abbia chiarito come l’incarico possa essere attribuito solo a personale inquadrato nei ruoli della polizia locale; l'amministrazione di centrodestra si è difesa sostenendo che Amorosi, in realtà, non è il comandante ma il dirigente del settore. Resta, tuttavia, l'insoddisfazione per una gestione che, a quanto si apprende, non sarebbe affatto gradita.