"Cercare giustizia e trovare la legge”: è questo il tema affrontato nell’ambito dell’incontro che si è svolto questo pomeriggio all'Auditorium del Castello, tra i comitati nati dalle ceneri delle più grandi stragi italiane e i familiari delle vittime del sisma del 6 aprile 2009.
Un invito lanciato dal Comitato familiari vittime della casa dello studente che, come ogni anno, ha chiamato raccolta tutte le realtà associative della rete "Noi non dimentichiamo", nata qualche anno fa all'Aquila per unire lotte legate ai fatti più drammatici della recente storia d’Italia: la Thyssenkrupp, il crollo della Scuola a San Giuliano di Puglia a seguito del sisma del 2002, il deragliamento del treno a Viareggio, la Moby Prince, il terremoto dell’Aquila, le morti nella Terra dei Fuochi, la strage di Rigopiano e i terremoti del Centro Italia.
"Storie che si ripetono sotto mentite spoglie perchè alluvioni, terremoti, inquinamento, morti sul lavoro, hanno un comune denominatore che è la mancanza di attenzione alla vita umana per far posto al bisogno di lucrare e di arricchirsi, di costruire dove non si deve, di fare affari -ha spiegato a News Town Antonietta Centofanti, presidente del comitato familiari vittime della Casa dello studente- Se si sapesse leggere il nostro territorio, che è un territorio fragile, molte tragedie si potrebbero evitare. Mi riferisco alle vittime di Viareggio, a quelle della Thyssenkrupp, alla scuola di San giuliano di Puglia, alla Casa dello studente dell'Aquila, alla Terra dei Fuochi, un territorio bellissimo che si sta riducendo a una palude di veleni e di abusivismo".
L'azione portata avanti dai comitati, che da dieci anni chiedono verità e giustizia, è stata determinante per una sensibilizzazione collettiva sulla prevenzione e la sicurezza, temi rispetto ai quali poco è stato fatto da parte dellle istituzioni. "E' solo grazie alla rivolta dei territori che oggi si ha maggiore consapevolezza rispetto ad alcune tematiche -ha osservato Centofanti- Ma ho la sensazione che senza questo forte e determinato impegno civico non si muoverebbe nulla. Dopo dieci anni la sensazione è che lo Stato, e guai se non ci fosse lo Stato che è garanzia di democrazia, debba acnora prendere consapevolezza di una serie di limiti e metterci riparo. Su questo, un ruolo importante, continuano ad averlo i cittadini".
Al centro dell’incontro, a cui hanno partecipato anche il magistrato Claudio Di Ruzza, le avvocate Wania della Vigna e Simona Giannageli, Giovanni Legnini, ex vice presidente del CSM e i due deputati abruzzesi Stefania Pezzopane e Luigi D’Eramo, le brutte storie di un paese le cui conseguenze nefaste vanno imputate a responsabilità e scelte individuali di chi riveste ruoli apicali e, spesso, a chi rappresenta le istituzioni.
"L’unica risposta al dolore -è stato ribadito- si chiama giustizia, una giustizia che va riformata". Per questo i comitati hanno elaborato, a partire dal 2015, un documento per proporre delle modifiche legislative che aiutino a rendere giustizia ai familiari delle vittime di stragi e di disastri colposi. Lo scorso 30 ottobre, in occasione dell'anniversario del crollo della scuola "Francesco Jovine" di San Giuliano di Puglia, il documento è stato sottoposto all'attenzione del Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede.
"Il documento contiene una serie di proposte che possono essere riassunte in quattro aree tematiche -ha spiegato a News Town il magistrato Claudio Di Ruzza che ha rappresentato l’accusa nel processo d’appello per il crollo della Jovine e ha collaborato con i vari comitati alla stesura delle proposte- Viene innanzitutto affrontato il tema della prevenzione dei disastri colposi. Grande attenzione viene inoltre dedicata alla tutela dei familiari delle vittime, a cui deve essere assicurato il diritto di esercitare le loro azioni nel processo.
Le numerose perizie e le lunghe istruttorie previste nei processi per disastro colposo li rendono inaccessibili a quanti non hanno possibilità di sostenere le spese legali. "Riteniamo -ha spiegato Di Ruzza- che, così come è stato previsto per alcune tipologie di reati, i familiari delle vittime di disastri colposi debbano godere del patrocinio a spese dello Stato anche oltre i limiti di reddito previsti. Non è giusto che oltre alle perdite subìite, i familiari debbano subìre un ulteriore danno economico per sostenere le spese per il processo".
Quindi, la prescrizione dei reati "un punto molto avvertito dai comitati che è stato proprosto con due formule al ministro Bonafede che, con nostra grande soddisfazione, ha presentato un emendamento al Decreto Legge anticorruzione volto a riformare la prescrizione nel senso indicato dalla nostra proposta, ovvero l'introduzione dell'interruzione della prescrizione a partire dal momento della sentenza di primo grado". Infine, viene chiesta "l'istituzione di una commissione parlamentare di inchiesta sulle stragi colpose perchè -ha osservato Di Ruzza- i comitati vogliono avere giustizia ma vogliono anche conoscere la verità. Attraverso questo strumento previsto dall'articolo 82 della Costituzione è possibile soddisfare questa loro esigenza".
"Il prossimo 29 giugno, in occasione del decennale della strage di Viareggio -ha concluso Di Ruzza- aspettiamo che venga data risposta a queste nostre proposte".