Giovedì, 18 Aprile 2019 21:25

Bilancio regionale, parificati da Corte dei Conti rendiconti 2014 e 2015

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La Regione Abruzzo ottiene il giudizio di parificazione della Corte dei Conti sui rendiconti 2014 e 2015 ma i giudici contabili sottolineano “i notevoli ritardi” con cui i documenti sono stati presentati.

Ritardi dovuti, ha detto il presidente della Sezione regionale di controllo per l’Abruzzo Manuela Arrigucci nell’udienza svoltasi all’Aquila, “al mancato rispetto dei termini per la presentazione e approvazione dei rendiconti d’esercizio, su cui hanno inciso i tempi necessari a dirimere questioni di legittimità costituzionale. Da qui la necessità di procedere alla parificazione di più esercizi congiuntamente, in deroga all’ordinaria scansione temporale degli adempimenti contabili, seguendo analoghi percorsi che hanno interessato, nel passato, il giudizio di parificazione del rendiconto generale dello Stato e più di recente la rendicontazione della Regione Campania”.

Prima dell’intervento della Arrigucci, che ha preceduto, a sua volta, la relazione illustrata dal magistrato istruttore Angelo Maria Quaglini, il presidente della Corte dei Conti dell’Abruzzo, Angelo Buscema, in apertura dei lavori, ha voluto far osservare un minuto di silenzio per ricordare le vittime del terremoto dell’Aquila.

Anche il procuratore regionale Antonio Giuseppone, nella sua requisitoria, ha evidenziato “i pesanti ritardi accumulati dalla Regione nei procedimenti di rendicontazione della propria gestione” riconducibili al “contenzioso costituzionale che ha interessato la legge di approvazione del bilancio di previsione e del rendiconto 2013, che ha posto gli uffici regionali dinanzi a problemi operativi inediti e a numerose incertezze interpretative. Ciò, tuttavia” precisa il pubblico ministero “non è sufficiente per ritenere giustificato il mancato rispetto dei termini previsti dall’ordinamento per l’approvazione dei rendiconti successivi”.

E’ stato sempre Giuseppone a rimarcare come, nel biennio di riferimento, il disavanzo, al netto delle quote accantonate, sia salito dal 681 milioni del 2014 a 765 milioni del 2015: “Il mancato recupero del disavanzo” ha detto il pubblico ministero “costituisce l’aspetto di maggiore criticità della gestione finanziaria negli esercizi 2014 e 2015”.

La Corte, tuttavia, ha riconosciuto alla Regione anche condotte virtuose, come il non aver fatto ricorso all’indebitamento contraendo nuovi mutui. Altre criticità, invece, sono state evidenziate nella gestione dei residui attivi, che hanno “un’elevata incidenza sulla dimensione complessiva delle entrate accertate”.

La Regione Abruzzo, in altri termini, ha, iscritta a bilancio, una quota troppo alta - se paragonata a quella delle altre regioni a statuto ordinario - di crediti che non riesce a riscuotere. E una fetta “non trascurabile” di essi ha una provenienza ultraquinquennale, tanto da essere diventata quasi inesigibile.

Il giudizio della Corte dei Conti dice anche che la nostra è una regione che impiega la maggior parte delle proprie risorse di spesa per pagare le partite correnti (stipendi, beni, servizi, passività) anziché fare investimenti.

Nel biennio 2014-2015, si legge nella relazione, c’è stato “un aumento degli impegni di parte corrente (+4,3%), ancora più accentuato in termini di pagamenti (+10,6%)” a fronte del quale si è riscontrata una contrazione degli investimenti, sia in termini di impegni (-44,8% nel 2015 rispetto al 2014) che di pagamenti (-24,5%).

Altre note dolenti sono, secondo la magistratura contabile, i risultati di esercizio negativi delle società partecipate, che nel 2014 hanno registrato una perdita complessiva di 23 milioni di euro. Anche in questo caso, la voce principale di spesa sono i costi del personale perché nelle partecipate della Regione Abruzzo lavorano ben 1927 persone. E sempre a proposito di partecipate, la Corte ha sollevato dei dubbi sulla legittimità costituzionale della legge regionale 19 del 2015 con cui sono stati trasferiti alla Saga, la società che gestisce l’aeroporto di Pescara, 7 milioni di euro per il ripianamento dei debiti. Sarà l’Unione europea a stabilire se quel “prestito” è da considerarsi un aiuto di Stato: la Consulta dovrà verificare se sono stati osservati, da parte della Regione, tutti gli obblighi procedurali negli adempimenti di notifica della misura a Bruxelles.

Silvio Paolucci: “Sono soddisfatto”

“Sono soddisfatto” commenta l’ex assessore regionale al Bilancio Silvio Paolucci “Emerge, in sostanza, lo sforzo profuso dalla Giunta di centrosinistra in un quadro ereditato piuttosto complesso. I risultati, peraltro, vanno letti anche tenendo conto delle delibere di giunta di approvazione dei rendiconti riferiti agli esercizi 2016 e 2017 e, dunque, in un contesto più ampio e completo, che nei fatti ha permesso alla Regione recuperare un gap strutturale nell'approvazione dei documenti contabili e di determinare una significativa riduzione del disavanzo ereditato. Al 31 dicembre 2017, infatti, nel piano di rientro dal disavanzo, l'entità complessiva si è ridotta a 551 milioni di euro, nonostante i tanti accantonamenti di legge. Sono certo, infine, che il rendiconto 2018 evidenzierà un risultato di gestione ancora migliore. Ringrazio anche le parole utilizzate dal Presidente Marsilio che in sostanza riconosce quest'accelerazione impressa nell'ultima parte della X legislatura. Un ringraziamento particolare mi sia consentito al personale del Dipartimento delle risorse finanziarie per l'importante e complesso lavoro portato avanti in questi anni”.

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