Si chiama stimolazione cerebrale profonda (deep brain stimulation o Dbs) ed è la nuova metodica chrurgica messa a punto per trattare la malattia di Parkinson.
La Dbs consiste nell’impianto di due elettrodi all’interno di una specifica zona del cervello (subtalamo) che poi vengono connessi a un piccolo stimolatore messo sotto la pelle, vicino alla clavicola. Una volta impiantato, il dispositivo non guarisce dalla malattia ma permette di eliminarne o comunque alleviarne i sintomi (tremore e movimenti involontari).
La tecnica è stata usata con successo anche all'Aquila, all'ospedale San Salvatore, su un uomo di 66 anni originario di Milano, che, dopo l'intervento, si è riappropriato dell'autonomia dei movimenti di mani e braccia, tornando a fare quelle attività che per anni gli erano rimaste precluse a causa della malattia, come suonare e disegnare.
L'operazione, la prima del genere effettuata in un ospedale abruzzese, è stata eseguita dal dottor Francesco Abbate ma ha richiesto il lavoro di squadra di un équipe diretta dal dottor Alessandro Ricci, neurochirurgo, e formata anche dal dottor Alfonso Marrelli (del reparto di neurofisiopatologia), dal professor Carlo Masciocchi e dalla dottoressa Alessia Catalucci (della radiologia universitaria), dal professor Carmine Marini, direttore delle neurologia (affiancato dalla dottoressa Patrizia Sucapane e dal dottor Davide Cerone) e dal professor Franco Marinangeli, direttore del reparto di anestesia, attraverso la dottoressa Donatella Trovarelli.
L'intervento è stato iullustrato in una conferenza stampa alla quale hanno partecipato, oltre al dottor Ricci, anche gli assessori regionali Nicoletta Verì (Sanità) e Guido Liris (Bilancio), il direttore sanitario e il direttore del dipartimento chirurgico della Asl dell'Aquila, rispettivamente Simonetta Santini e Valter Di Bastiano, e il sindaco dell'Aquila Pierluigi Biondi.
Come si svolge, tecnicamente, l'intervento?
In sostanza, tramite dei fori fatti sul cranio, vengono applicati degli elettrodi nel cervello del paziente, su alcuni nuclei millimetrici alla base dell'encefalo che regolano il movimento e che, non funzionando bene, sono causa del tremore. L'esatta collocazione degli elettrodi viene programmata attraverso un'accurata fase pre-operatoria e perfezionata da un sistema di neurovigazione. Gli elettrodi vengono poi collegati a un generatore di impulsi, collocato nella regione sottocutanea del torace.
L'uomo che si è sottoposto all'intervento - un'operazione che in questo momento solo una manciata di ospedali, in Italia, sono in grado di praticare - aveva seguito per anni una terapia farmacologica, che però si era rivelata inefficace.
"La selezione dei pazienti" ha dichiarato il dottor Alessandro Ricci "è assai impegnativa ma il risultato che abbiamo ottenuto, grazie a un lavoro collegiale, è davvero importante perché migliora sensibilmente la qualità della vita delle persone colpite dalla malattia".
La tecnologia con la quale è stata effettuata l'operazione è stata acquistata con un investimento di circa 3 milioni di euro voluto dall'ex manager della Asl dell'Aquila Rinaldo Tordera.