Martedì, 07 Maggio 2019 17:32

Maggio come novembre? Il peggio è passato ma è in arrivo nuova ondata di maltempo

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E' maggio ma dal punto di vista meteorologico sembra novembre. Una simile ondata di freddo in primavera non si vedeva da molti anni.

Cosa sta accadendo?

Lo abbiamo chiesto a Gabriele Curci, fisico, ricercatore all’Università dell’Aquila e al Cetemps (Centro di eccellenza per la previsione di eventi meteo severi).

Professor Curci, quali sono le cause di questa ondata di freddo e maltempo?

La causa dell'improvviso calo delle temperature è stata l'irruzione di aria fredda dal Polo Nord, favorita da una oscillazione più ampia del solito delle normali ondulazioni delle correnti d'aria che girano intorno al pianeta alle nostre latitudini. Lo scontro tra le masse d'aria fredda in arrivo e quelle calde preesistenti generano anche zone di forte instabilità (fronti), che determinano le precipitazioni più intense. Questo tipo di sequenza è più tipico della stagione invernale.

Siamo di fronte a un fenomeno nuovo oppure anche in passato c'erano già stati casi simili? E' il caso di allarmarsi?

Episodi simili sono capitati in passato durante la primavera, anche se piuttosto raramente. Un esempio è costituito dalle nevicate sui mille metri che si ebbero nell'aquilano nel maggio del 1991. In alcuni anni dopo il 1950 si sono raggiunte temperature minime sotto lo zero a maggio all'Aquila, ma certamente non è qualcosa che accade tutti gli anni.

Il maltempo di questi giorni arriva dopo un inverno dove abbiamo avuto poche precipitazioni e temperature sopra la media. Che connessione c'è tra questi due fatti?

In linea generale entrambe le cose sono compatibili con il cambiamento del clima che stiamo osservando, anche se è complicato attribuire un significato di relazione statistica con ogni singolo evento. Negli anni più recenti c'è una tendenza maggiore rispetto ai passati inverni allo stabilirsi di un anticiclone sul Mediterraneo, che sopprime le precipitazioni. Al tempo stesso, il riscaldamento del pianeta non è omogeneo, ma ad esempio è più pronunciato ai Poli rispetto alla fascia equatoriale. La differenza di temperatura tra equatore e Polo è immaginabile come una sorta di molla che è tanto più rigida quanto più è grande questa differenza. Diminuendo a causa del riscaldamento globale, essa fa sporadicamente indebolire questa forza di richiamo, consentendo quindi una più agevole ondulazione delle correnti planetarie cui accennavamo all'inizio, permettendo ad esempio all'aria artica di raggiungere più frequentemente il Mediterraneo. Ciò è vero in un senso e nell'altro: più frequenti incursioni di aria fredda da Nord, sono l'altra faccia della medaglia di più frequenti incursioni di aria calda da Sud (le famose ondate di calore). Entrambi questi "umori" più estremi del "carattere" climatico Mediterraneo sono attesi con maggiore ripetitività nei prossimi decenni.

Il peggio è passato oppure la primavera si farà ancora attendere? Quali sono le previsioni per i prossimi giorni?

Adesso ci aspettano un paio di giorni in cui la rimonta dell'alta pressione favorirà condizioni più stabili e un rialzo delle temperature. E' in formazione una nuova struttura ciclonica sull'Atlantico, quindi meno fredda di quella appena passata, che farà sentire i suoi effetti qui da noi tra giovedì e venerdì. Tra domenica e lunedì sembrano delinearsi nuove condizioni perturbate sull'Italia centro-meridionale, ma non appaiono in grado di generare lo stesso raffreddamento avuto nei giorni scorsi.

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