Che la nomina di Dino Pignatelli come amministratore unico del Centro turistico del Gran Sasso fosse discutibile, e non certo per valutazioni in ordine alle competenze dell’ingegnere bensì per il rischio di inopportuni conflitti d’interesse, l’avevamo scritto tempo fa. Stamane, in Commissione Garanzia e Controllo i nodi sono venuti al pettine. Com’era prevedibile, d’altra parte.
Ma andiamo con ordine.
La Commissione si è riunita per discutere della nomina dell’ingegner Daniele Pignatelli, figlio dell’amministratore unico Dino, come sostituto del direttore d’esercizio Pier Paolo Grassi; una nomina che, nei giorni scorsi, aveva scatenato una ridda di polemiche tanto da costringere Daniele Pignatelli a rassegnare le dimissioni.
Sorvolando sull’atteggiamento di Dino Pignatelli che, come aveva già fatto a mezzo stampa, ha attaccato i consiglieri comunali che avevano sollevato il caso, arrivando a denunciare la presunta violazione del diritto alla privacy - parole che non si erano mai sentite in una Commissione consiliare: si discuteva di una società che, doveroso sottolinearlo, è a totale partecipazione del Comune dell'Aquila e soggetta al controllo analogo dell’Ente - l'amministratore unico ha ribadito come la nomina del sostituto, di natura fiduciaria, spetti al direttore d’esercizio che ne risponde in prima persona, e che l’azienda non ha alcun tipo di contatto col sostituto, tantomeno economico, non essendo previsto alcun compenso.
Pignatelli ha aggiunto, inoltre, di aver tenuto ferma la nomina per mesi, consapevole delle polemiche che la vicenda avrebbe potuto scatenare, fino a che l’Ustif non ha intimato di fornire il dovuto benestare; d’altra parte - si è difeso l’amministratore unico - in Abruzzo ci sono soltanto tre liberi professionisti in grado di assolvere al compito, con le certificazioni e le abilitazioni previste dalle norme: oltre a Marco Cordeschi, dimissionario e da tempo ai ferri corti con Dino Pignatelli, il direttore d’esercizio Pier Paolo Grassi e Daniele Pignatelli.
Se non fosse che stamane è emerso qualcosa di più, e di diverso.
Ad entrare nel merito, i consiglieri comunali d’opposizione Paolo Romano (capogruppo del Passo Possibile) e Stefano Palumbo (capogruppo del Pd). “Innanzitutto, la presa di posizione di Pier Paolo Grassi che, in una nota alla stampa, aveva chiarito come la nomina del sostituto fosse di sua indiscutibile competenza, contrasta con le parole dell’amministratore unico che ha ribadito come si fosse cercata un’alternativa alla nomina di Daniele Pignatelli per evitare polemiche”, l’affondo di Romano. Non solo. “Il 2 maggio scorso – ha svelato il capogruppo del Passo Possibile - il Centro turistico del Gran Sasso ha pubblicato un'indagine conoscitiva per la nomina di un sostituto direttore d’esercizio al posto del dimissionario Daniele Pignatelli; delle due, l’una: o la nomina è di esclusiva competenza del direttore d’esercizio oppure dell’azienda. Tra l’altro, la ricerca viene estesa alle province finitime, e cioè Roma, Frosinone, Latina e Isernia. Come mai non si è fatto prima?”, si è domandato Romano.
Che ha aggiunto: “il bando per la nomina del direttore d’esercizio, pubblicato nell’autunno 2018, non prevedeva il domicilio nelle province finitime. Considerato il fatto che in Abruzzo ci sono soltanto tre liberi professionisti, e che Marco Cordeschi non avrebbe di sicuro risposto al bando, è chiaro come possano sorgere dei dubbi sull’attività posta in essere dall’amministratore unico”. D’altra parte, avrebbero potuto rispondere il figlio Daniele Pignatelli, ma sarebbe stato davvero sconveniente, oppure Pier Paolo Grassi, come accaduto.
Qui sta il nodo.
Come ha fatto notare Paolo Romano, pochi mesi prima della nomina ad amministratore unico del Ctgs e della pubblicazione del bando, l’ingegner Dino Pignatelli aveva partecipato ad alcuni bandi con l’ingegner Pier Paolo Grassi. E lo stesso Daniele Pignatelli, in una nota stampa, aveva chiarito come con Grassi fosse ricorrente lo scambio dei ruoli: “dove lui è titolare, io sono il sostituto e viceversa”. Ecco il motivo per cui, per ragioni di opportunità, il bando avrebbe dovuto prevedere la possibilità di rivolgersi a professionisti delle province finitime, come accaduto per l’indagine conoscitiva pubblicata il 2 maggio scorso.
Evidentemente, “era possibile avvalersi di un professionista di altre province, fuori Abruzzo” ha aggiunto il capogruppo dem Stefano Palumbo; “se è vero che in Regione ci sono soltanto tre professionisti abilitati, come si è andati avanti negli anni passati? Quando Marco Cordeschi ricopriva l’incarico di direttore d’esercizio s'è avvalso di un sostituto di fuori Regione”. Non solo. “Parlare di incarico non retribuito non è esatto”, ha sottolineato Palumbo: “in caso di sostituzione del direttore d’esercizio titolare, infatti, la prestazione del sostituto viene retribuita sebbene non vi sia conferimento diretto dell’azienda”. E ancora: “ci si aspetta che qualcuno risponda all’indagine conoscitiva pubblicata il 2 maggio scorso?”, si è chiesto Palumbo; “se dovessero pervenire delle risposte, ci si dovrebbe domandare come mai non si è inteso procedere prima in questa direzione. Al contrario, se non dovessero arrivare è chiaro come il problema sarebbe rappresentato dall’amministratore unico Dino Pignatelli e non dall’ingegner Daniele Pignatelli”.
E’ chiaro come il problema non risieda nella nomina a sostituto di Daniele Pignatelli, piuttosto è la scelta di Dino Pignatelli come amministratore unico del Ctgs che pone questioni di opportunità, considerata l’esperienza professionale dell’ingegnere, a lungo direttore tecnico del Ctgs e direttore d’esercizio della funivia, già ‘rapeway operation director’ della Monte Magnola Impianti che gestisce la stazione di sport invernali di Ovindoli e dirigente della stazione di Campo Felice. Non solo. Pignatelli è stato tecnico incaricato dalla società Campo Nevada che ha avuto un lungo contenzioso col Comune dell’Aquila sulla proprietà di alcuni terreni alla Fossa di Paganica, laddove avrebbe voluto realizzare un progetto di valorizzazione che prevedeva, in parole povere, la ristrutturazione e l’ampliamento degli impianti sciistici dell’area. Inoltre, l’attuale amministratore unico ha avviato un contenzioso con l'azienda che è stato poi chiamato ad amministrare nel merito dell’affidamento dei lavori di progettazione della nuova seggiovia delle Fontari a Marco Cordeschi.
Per questi motivi, la nomina di Dino Pignatelli come amministratore unico del Ctgs ha fatto parecchio discutere. Ed ora, con la vicenda legata all’incarico al figlio Daniele come sostituto direttore d’esercizio, i nodi sono venuti al pettine. Tant’è vero che nessun consigliere di maggioranza ha inteso difendere l’operato dell’amministratore unico del Ctgs, anzi.
Il capogruppo della Lega, Francesco De Santis, ha parlato di “scelta inopportuna e indifendibile”; il capogruppo dell’Udc, Luciano Bontempo, ha chiesto all’amministratore unico “di fare ammenda: l’amministrazione comunale non ha fatto una bella figura”, ha aggiunto. Ancor più duro il consigliere del gruppo misto, Roberto Jr Silveri: “la proprietà dell’azienda, il Comune dell'Aquila, ha fatto una figuraccia. Non ci sto ad avallare questo modus operandi – le parole di Silveri – né a livello amministrativo né a livello politico. Questo modo di fare è in antitesi con il mio”, la stoccata. Dunque, il consigliere di maggioranza ha chiesto alla Commissione “di prendere posizione”, un invito rivolto anche al sindaco Pierluigi Biondi che “su questa vicenda è rimasto in silenzio: per motivi assai più sciocchi – ha sottolineato Silveri – sono stati revocati gli incarichi ad alcuni assessori dall’oggi al domani”.
Persino l’assessora delegata alle partecipate, Fausta Bergamotto, ha chiarito come la nomina di Daniele Pignatelli fosse inopportuna, invitando l’amministratore unico – che aveva spiegato di essersi rivolto informalmente al dirigente Domenico de Nardis per avere conferma della legittimità della nomina – a rivolgersi al sindaco, all’assessore e al settore delegato dovessero ripresentarsi situazioni così spinose. “Avrebbe dovuto investire della questione l’amministrazione attiva e il Consiglio comunale”, ha detto l'assessora Bergamotto rivolta a Pignatelli, chiarendo di aver appreso della vicenda dalla stampa. Così come è accaduto alla dirigente al settore partecipate Ilda Coluzzi che, innanzi all’assise, ha dichiarato di aver già “redarguito” l’amministratore “per essersi rivolto ad altri e non al settore deputato al controllo delle aziende”.
A far discutere, però, sono state le parole del segretario generale Alessandra Macrì: “dovrà approfondire il tema del conflitto d’interessi, e non vado oltre”, ha consigliato all'amministratore unico del Ctgs. E’ evidente, però, come dovrebbero essere il sindaco e l’amministrazione attiva, prima ancora di Dino Pignatelli, a porsi il problema di eventuali conflitti d’interesse e, eventualmente, a valutare la revoca dell’incarico.
Sta di fatto che la Commissione ha respinto la mozione di Paolo Romano che chiedeva all’assise di esprimersi sulla opportunità di un passo indietro dell'amministratore, “per tutelare l’immagine pubblica del Ctgs e del Comune dell’Aquila”. Hanno votato a favore lo stesso Romano, Stefano Palumbo, Giustino Masciocco, Carla Cimoroni, Angelo Mancini, Elisabetta Vicini e Roberto Jr Silveri; si è astenuto Lelio De Santis. Contrari i consiglieri di maggioranza Luciano Bontempo, Ferdinando Colantoni, Daniele D’Angelo, Giorgio De Matteis, Maria Luisa Ianni, Luca Rocci e Francesco De Santis che in fase di voti ha dichiarato che la valutazione spetterà al sindaco e allo stesso Pignatelli, "se lo riterrà". Masciocco ha comunque impegnato la segreteria generale e il settore partecipate ad avviare una istruttoria per verificare se permangano eventuali conflitti d’interesse in capo all’amministratore unico del Centro turistico, “affinché si possa lavorare scevri da qualsiasi condizionamento su attività svolte in passato e su quelle future”.