"Se Strada dei Parchi SpA e il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti hanno finito di giocare sulla pelle di tutti noi, è arrivato il momento di lavorare realmente per mettere fine ad una situazione di pericolo, ben descritta nella perizia fatta fare dalla Procura di Teramo e che si conosce da ormai quasi venti anni".
Così l'Osservatorio Indipendente sull'Acqua del Gran Sasso, che, in una nota, richiama l'urgenza di torvare soluzione a una situazione "oggettivamente difficile aggravata da decenni di sostanziale inerzia della classe politica nazionale e regionale, nonché di INFN e gestori dell'autostrada".
Gli ambientalisti riassumono in 6 punti le azioni necessarie per la messa in sicurezza dell'acquifero del Gran Sasso:
>Progetti credibili che risolvano definitivamente il problema delle interferenze delle gallerie autostradali dell'A24 e dei Laboratori di Fisica Nucleare con l'acquifero che fornisce l'acqua da bere a circa 700.000 cittadini delle province di L'Aquila, Teramo e Pescara.
> L'individuazione di fondi adeguati da parte dello Stato affinché questi progetti siano immediatamente messi in atto.
> Una responsabilizzazione del Governo nazionale, di quello regionale e degli enti locali chiamati a collaborare per giungere alla soluzione. Nessun ente può chiamarsi fuori, a partire dalla Regione e dal suo Presidente, mentre INFN e Strada dei Parchi SpA devono attivarsi tempestivamente per quanto di loro competenza, visti gli ulteriori due anni persi dall'ultimo incidente del maggio 2017 per avere solo delle proposte progettuali di massima.
> Chi sarà chiamato a gestire questa partita dovrà avere competenze adeguate e collegamento con il territorio. Mettiamo da parte ridicole candidature autoreferenziali e lavoriamo affinché si creino le condizioni per avere un sistema di gestione efficace e trasparente.
> Qualsiasi ipotesi di commissariamento, visti anche i precedenti, deve basarsi sul rispetto delle normative poste a tutela dell'acqua, dell'ambiente, della salute dei cittadini e della corretta informazione. Solo trasparenza e partecipazione possono garantirci che non si spendano ulteriori milioni senza che si risolva il problema come è stato fatto nella precedente gestione commissariale.
> Abbassare il rischio per l'acquifero, avviando da subito le azioni necessarie per rimuovere dai Laboratori le sostanze pericolose che peraltro già oggi non potrebbero essere stoccate all'interno di un acquifero contrastando con la normativa "Seveso" (Decreto legislativo n. 105/2015) sulle strutture a rischio di incidente rilevante, come sono classificati i Laboratori dell'INFN fin dal 2002, e con la normativa a protezione degli acquiferi.