Il Comune dell'Aquila si è 'accollato', per il momento, i costi delle fatture relative alle utenze di energia elettrica riferibili alle tendopoli allestite in città a seguito del terremoto del 6 aprile 2009. Con delibera 218 del 3 giugno 2019 - svelata dalla consigliera comunale della Coalizione sociale, Carla Cimoroni - la Giunta comunale ha infatti deliberato l'approvazione della proposta di definizione della situazione debitoria avanzata dalla Officine CST spa, società che gestisce il credito della Servizio Elettrico Nazionale spa, transando il pagamento di 132 mila e 338 euro, il 50% del dovuto.
Un passo indietro.
Come noto, con delibera di Consiglio Comunale n. 106 del 27 settembre 2012 l'allora amministrazione di centrosinistra acquisì a patrimonio gli alloggi del progetto Case realizzati nel post sisma dalla Protezione civile; con decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Protezione Civile n. 2069 del 20 maggio 2013, poi, anche i Moduli Abitativi Provvisori e le relative opere di urbanizzazione vennero assegnati in proprietà a titolo gratuito al Comune: in questo caso, il procedimento di acquisizione degli stessi al patrimonio comunale è ancora in itinere.
Ora, sorvolando sulla sciagurata decisione politica di procedere all'acquisizione del comparto immobiliare, con i costi di ordinaria e straordinaria manutenzione completamente a carico del Comune dell'Aquila che, evidentemente, non è in grado di gestire un compendio di tale dimensione, a far data dal 1° aprile 2010 la Protezione civile ha invitato la società Servizio Elettronico Nazionale spa ad eseguire la voltura delle utenze del progetto Case relative alla fornitura di energia elettrica nei confronti del Comune.
Da allora è maturato un credito che la Servizio Elettronico Nazionale spa, a novembre del 2018, ha ceduto a Polluce Spe srl per un importo complessivo di 315 mila e 836 euro, comprendenti la "fornitura di energia elettrica delle utenze condominiali del progetto C.A.S.E. e M.A.P. e - siamo al punto - delle tendopoli allestite dopo il sisma del 6 aprile 2009", oltre ad utenze di stretta competenza comunale.
Il 16 novembre 2018, dunque, al Comune dell'Aquila è pervenuta nota da Officine CST spa, la società che gestisce il credito di Servizio Elettrico Nazionale spa, in cui, oltre a dare comunicazione del perfezionamento della cessione, si prospettava la posizione debitoria da parte dell’Ente nei confronti di Polluce Spe S.R.L. per un importo pari ad € 315.836,10 di cui:
- € 51.158,24 oltre IVA (in regime di Split Payment);
- € 264.677,86 compresi di IVA (fatture non emesse in regime di Split Payment).
Che con la stessa mail, la società ha invitato l’Ente a predisporre il pagamento degli importi dovuti ribadendo che, in caso di impossibilità, il cessionario avrebbe valutato delle proposte di transazione e di rientro, così da congelare la maturazione degli interessi ed evitare l’aggravio di ulteriori spese e oneri. Ebbene, pochi giorni dopo il Comune dell'Aquila ha risposto alla nota, invitando un riscontro contabile in cu si indicavano gli estremi di liquidazione e pagamento di una parte delle fatture contestate, per un totale di 12.125,14 euro.
Stralciate queste posizioni, il debito è sceso a 303.710,96 euro di cui:
- € 38.651,35 per la fornitura di energia elettrica al complesso immobiliare del progetto C.A.S.E. e M.A.P.;
- € 381,75 per la fornitura di energia elettrica relativa ad altre utenze comunali;
- € 264.677,86 per la fornitura di energia elettrica alle tendopoli.
Una somma, quella per la fornitura di energia elettrica alle tendopoli - si legge in delibera - che "il Comune dell’Aquila per più volte ha rendicontato e richiesto a diversi Enti, e per il quale ad oggi non sono pervenuti riscontri". Insomma, il cerino è rimasto in mano all'amministrazione comunale.
Sta di fatto che il Comune dell'Aquila ha pagato i 39 mila euro circa per l'energia elettrica di Case, Map e di altre utenze comunali e ha chiesto di poter saldare la posizione debitoria maturata per la fornitura delle tendopoli mediante una procedura di saldo e stralcio, per il 50% del dovuto, equivalente, appunto, a 132 mila e 338 euro stralciando, altresì, gli interessi di mora maturati. Una proposta che è stata accolta.
E così, i cittadini aquilani si sono pagati anche l'energia elettrica per le tendopoli.
Ora, in delibera la Giunta comunale ribadisce che "è in corso l’adozione dei provvedimenti necessari per la richiesta del trasferimento delle somme alla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Protezione Civile nonché alla Regione Abruzzo – Dipartimento Opere Pubbliche, Governo del Territorio e Politiche Ambientali": in altre parole, il Comune dell'Aquila chiederà il rimborso delle somme versate.
Intanto, però, per evitare che fossero adottate azioni giudiziarie per il recupero del credito, si è deciso di pagare. Sperando davvero che i rimborsi arrivino. Sarebbe piuttosto incredibile che i terremotati fossero costretti a pagarsi anche l'energia elettrica delle tendopoli, in effetti.