Giovedì, 13 Giugno 2019 14:05

Ricostruzione pubblica, Ordine degli Architetti: "Grave impasse, servono soluzioni rapide"

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Mantenere alta l'attenzione sulla ricostruzione pubblica che, a dieci anni dal sisma, è ferma al palo e rischia di cadere nel dimeticatoio. Il grido d'allarme arriva dall'Ordine degli Architetti della provincia dell'Aquila che lanciano un appello agli amministratori locali affinché "intervengano tempestivamente per portare all'attenzione del governo una situazione di emergenza che non può più essere trascurata".

"E' necessaria un'azione congiunta per riaccendere i riflettori su una situazione di stasi che permane da dieci anni -il commento di Arturo Compagnone, presidente dell'Ordine degli architetti dell'Aquila- le soluzioni proposte fino a questo momento per far rivivere il centro storico sono risultate semplici palliativi. Ciò che serve è far partire la ricostruzione delle strutture pubbliche". Nel mirino anche lo Sblocca cantieri che "non contribuirà a velocizzare le pratiche. Sono necessari interventi radicali e una forte spinta politica".

Due le questioni dirimenti su cui intervenire: il complesso quadro normativo cui è soggetta la ricostruzione pubblica e gli innumerevoli ricorsi da parte delle imprese escluse che ritardano ulteriormente l'avvio dei lavori.

"La De Amicis è diventata l'emblema della stasi in cui versa la ricostruzione pubblica. Ma tra i monumenti simbolo della grave impasse ci sono anche il palazzo del Convitto e i quattro Cantoni. Il problema non riguarda la mancanza di fondi ma la complessità dell'iter di approvazione delle pratiche, che deve essere snellito", ribadisce il consigliere dell'ordine Architetti L'Aquila Giuseppe Tempesta che pone l'accento sulla necessità di un cambio di rotta rispetto alla logica del "dov'era com'era" che ha caratterizzato la ricostruzione privata. "La ricostruzione pubblica -afferma- può essere l'occasione per ripensare una città che guardi al futuro, non possiamo perderla".

La soluzione indicata riguarda in primis la fase di approvazione del progetto che "deve essere snellita con l'acquisizione unica dei pareri in sede di Conferenza dei Servizi come già accade per la ricostruzione delle scuole". Occorre inoltre normare la possibilità di ricorrere alla giustizia amministrativa sulle gare d'appalto. "Non possiamo più permetterci di tenere i cantieri bloccati per anni a causa dei ricorsi", sottolineano.

Se l'impasse in cui versa la ricostruzione pubblica non dovesse essere superata, l'Ordine degli architetti non esclude una nuova mobilitazione dopo quella dello scorso novembre per sollecitare la nomina dei direttori degli Uffici Speciali. "Cercheremo prima di tutto di incontrare tutti gli attori coinvolti nella ricostruzione pubblica per suggerire le nostre soluzioni -affermano Compagnoni e - ma se non ci sarà un cambiamento siamo pronti a tornare in piazza".

Ultima modifica il Giovedì, 13 Giugno 2019 14:11

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