Sabato, 15 Giugno 2019 21:33

Caos Procure, parla Legnini: "Mattarella non è mai intervenuto nelle nomine"

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"Nei quattro anni di mia vicepresidenza del Csm, il Presidente della Repubblica ha assicurato un costante e prezioso sostegno all'attività consiliare. Il Presidente Mattarella non è mai intervenuto sulle nomine di magistrati ai vertici degli Uffici Giudiziari ed ha sempre garantito, attraverso le frequenti interlocuzioni con il Vice Presidente, l'autonomia del Csm e dei suoi organi, limitandosi a fornire indirizzi generali sull'attività consiliare e sul rispetto delle procedure".

Parole di Giovanni Legnini, consigliere regionale in Abruzzo e già vice presidente del Csm, che è intervenuto al culmine delle polemiche che stanno dilaniando il Consiglio superiore della magistratura. "L'intero plenum, ed io personalmente, abbiamo espresso in molteplici occasioni, fino all'ultima seduta, profonda gratitudine per la sua guida attenta e saggia. Ugualmente, i rapporti con il Ministro della Giustizia Andrea Orlando e, seppur per un breve periodo, con il Ministro Alfonso Bonafede sono sempre stati improntati al rigoroso esercizio delle rispettive prerogative costituzionali, senza alcuna ingerenza né sulle nomine né su altre decisioni. Tutte le delibere sugli incarichi direttivi e semidirettivi, nell'arco di una consiliatura intensa e molto produttiva, sono state assunte in piena collegialità, con la partecipazione attiva di tutti i consiglieri togati e laici e senza alcuna interferenza politica. Le espressioni che si ricavano dagli stralci delle intercettazioni pubblicate oggi dalla stampa circa i rapporti tra Csm e Quirinale rappresentano millanterie senza alcun riscontro con la realtà", la stoccata. 

Un modo per Legnini di prendere le distanze da Luca Lotti, già ministro dello Sport del governo Renzi e vicinissimo all'ex presidente del Consiglio, finito nella bufera per l'intercettazione di alcune conversazioni con Luca Palamara, ex presidente dell'Anm, indagato per corruzione a Perugia.

Nelle conversazioni si parla del successore di Giuseppe Pignatone a capo della procura di Roma e della possibilità di chiudere il caso Consip (per cui l'ex ministro Pd è imputato nella capitale); in particolare, si sente Palamara dire: "Supponiamo che c'è Viola (ndr, candidato alla guida della procura romana) e io vado a fare l'aggiunto. Questo gli dico al mio procuratore Viola che si consulta con me...". Lotti insiste sulla sua versione, cioè che quelle conversazioni non costituiscono un reato. "Come è oggettivamente evidente dalle stesse intercettazioni io non ho commesso alcun reato, pressione o forzatura. Per il resto, mi sono autosospeso dal Pd in attesa che la situazione si chiarisca. Non c'è altro da aggiungere, se non che una verità sarà sempre più forte di mille bugie". Anche Palamara prova a contestare le ricostruzioni della vicenda: "Il mio discorso era chiaramente ipotetico e riferito al passato. Al momento della conversazione, il caso Consip era già stato definito con richiesta di rinvio a giudizio e fissazione dell'udienza preliminare".

Ma non finisce qui.

Nelle intercettazioni - disposte dalla procura di Perugia attraverso il software spia Trojan - si sente Lotti vantarsi durante un incontro con lo stesso Palamara, il deputato dem Cosimo Ferri, e cinque consiglieri del Csm di essere "andato da Mattarella". Fonti del Quirinale hanno immediatamente smentito che il presidente abbia incontrato Lotti dopo il suo addio al ministero dello Sport: "È capitato che qualcuno se ne vanti per rafforzare le proprie posizioni", la stoccata.

Insomma, un millantatore.

E lo stesso successore di Legnini, il vicepresidente David Ermini, ha smentito "in modo fermo" di aver mai partecipato ad incontri con Palamara, Ferri e Lotti riguardanti le nomine di alcuni procuratori. "Ribadisco che dal giorno della mia elezione il mio unico e costante punto di riferimento è stato il Presidente della Repubblica". Dunque, l'accusa: "Del resto, i toni e le espressioni che costoro usano nei miei confronti nelle intercettazioni sono la prova che mi consideravano un ostacolo per il raggiungimento dei loro piani". Come a dire che questi piani, evidentemente, esistevano. 

 

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