Giovedì, 13 Febbraio 2014 19:16

Case e Map, Cialente e il rischio 'sfratti': i conti non tornano

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Stavolta non è servito scavare tra le carte. Indagare, approfondire. E' stato il primo cittadino, Massimo Cialente, a svelare l'invito a depositare deduzioni ed eventuali documenti formulato dalla Procura Regionale della Corte dei Conti. Che - bene ricordarlo - ha già citato a giudizio il sindaco dell'Aquila per danno erariale, nell'ambito dell'inchiesta sui bilanci dell'Accademia dell'Immagine.

"Il provvedimento, che interessa anche gli assessori Pelini e Moroni e la dirigente Del Principe - ha spiegato Cialente - nasce da un'indagine eseguita dal Comando della Guardia di Finanza dell'Aquila ed è legata al mancato sfratto degli inquilini morosi di CASE, MAP, fondo immobiliare ed affitto concordato; in parole povere non avere cacciato gli assegnatari (ex affittuari) morosi avrebbe provocato un grave danno erariale poiché per ciascun nucleo sfrattato si sarebbe potuto dare un appartamento ad un altro nucleo che attualmente usufruisce del contributo di autonoma sistemazione".

In questa città - ha sottolineato il primo cittadino - esistono oramai centinaia di nuclei familiari alla disperazione. "Non possiamo sottacere il profondo sentimento di solitudine che noi amministratori stiamo vivendo nel momento in cui - da soli - ci troviamo a fronteggiare la disperazione, che ha mille facce, di una città distrutta non solo nelle sue case, monumenti e chiese, ma sopratutto in quella che era la dignità di tante famiglie ora allo stremo". Poi l'affondo: "Non so davvero dove prenderò il coraggio di firmare le ordinanze di sfratto delle tante famiglie che sono venute qui, alla mia scrivania, cercando solidarietà, che ho visto spesso piangere, e questo vi assicuro che è lacerante, davanti ai loro figli che comunque hanno sempre gli occhi un po' più tristi degli altri bambini aquilani".

Quante sono le famiglie indigenti che rischiano di essere sfrattate? Trecento, ha confermato il primo cittadino a qualche ora dalla riunione del 'Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica' convocata - nella tarda mattinata di ieri - dal prefetto Alecci su invito del sindaco del Capoluogo. "Siamo in un cul-de-sac: da un lato dovrei, come prevede la legge, sfrattare i morosi, dall’altra non sappiamo dove mandare queste famiglie disperate e comunque qualsiasi soluzione alternativa costerebbe molto di più", ha spiegato Cialente a margine della riunione.

"È il governo che mi deve dare una soluzione, al prefetto ho chiesto di riferire all'esecutivo nazionale".

I conti, però, non tornano affatto. Non più tardi di un mese fa, infatti, Lelio De Santis - assessore al bilancio con delega alla gestione finanziaria del progetto Case - aveva denunciato come fossero un migliaio le famiglie di affittuari a non aver versato quanto dovuto. 

Se fosse vero, ci sarebbero delle famiglie indigenti - che è assolutamente giusto tutelare nei loro diritti essenziali, non dovrebbe però occuparsene l'assessorato alle Politiche sociali? - e delle famiglie morose che, al contrario, non sarebbero in condizioni di difficoltà tali da non poter assicurare il canone di compartecipazione. E il primo cittadino ne è ben consapevole. Basta sfogliare gli articoli di giornale dei mesi scorsi, leggere i comunicati stampa dell'assessorato al bilancio, con Cialente e De Santis che non hanno mancato di minacciare il 'pugno duro' contro i morosi. Consci - evidentemente - del lavoro della Guardia di Finanza.

Tra l'altro, nel pieno delle polemiche scatenate dall'imposizione del censimento - che avrebbe dovuto chiarire a cinque anni dal terremoto il quadro della situazione degli assegnatari svelando, dunque, anche i nuclei di adffittuari morosi - Cialente si era scagliato con fermezza contro i cittadini 'scrocconi'. "Voglio essere sincero e preciso", aveva sottolineato. "Il progetto CASE, i Map, hanno costi di gestione, sono un condominio grande come una città. E' giusto che chi li occupa partecipi alla loro manutenzione e costi, condominiali e di gestione. Lo dovranno fare gli affittuari, ma anche i proprietari. Certo, ci piacerebbe poter non far pagare nulla a nessuno. Ma non si può. Il censimento serve quindi a capire come far pagare il meno possibile e nel modo socialmente più giusto. Ma non si può pretendere di avere ancora tutto gratis".

Ora, dinanzi all'invito a depositare della Corte dei Conti, si fa appello all'indigenza di 300 nuclei familiari. A nascondere l'evidente incapacità di gestire l'imponente patrimonio immobiliare ereditato dalla Protezione Civile. E il danno erariale che potrebbe conseguirne. Verrebbe da chiedersi chi e come ha 'valutato' l'indigenza delle famiglie morose. E come si è stabilito - soprattutto - a quali nuclei familiari bisognosi assegnare l'alloggio del progetto Case e Map: c'è una graduatoria? E' una graduatoria pubblica? Con quali parametri è stata stilata?

"Leggiamo basiti la risposta del Sindaco Massimo Cialente all’invito da parte della Procura regionale della Corte dei Conti di depositare deduzioni e documenti sulla mancata riscossione di fitti e consumi degli assegnatari di alloggi nei progetti C.A.S.E. e M.A.P. che causa sostanzioso danno erariale alle casse comunali", hanno sottolineato in una nota gli assegnatari riuniti nel Consiglio Civico Aquilano. "Il nostro accorato Sindaco così giustifica la mancata riscossione: 'molti di loro sono stati inseriti negli alloggi proprio dal Comune in quanto nuclei familiari alla disperazione'”.

"Oggi, rivolgendosi al Prefetto, chiede un aiuto, che sembra più un ricatto a dir la verità, per trovare una sistemazione alle circa 300 famiglie morose che presto dovranno essere sfrattate. Gli aquilani adesso sanno che:

  • il Comune non ha/non è stato capace di/non ha voluto incassare il dovuto dagli inquilini residenti nei progetti C.A.S.E. e M.A.P. per affitti e bollette;
  • nelle assegnazioni degli alloggi dei progetti C.A.S.E. e M.A.P. il Comune ha tenuto conto della “fragilità sociale” di numerosi nuclei familiari e questo ci conforta;
  • le famiglie fragili da assistere sono circa 300 su 5600 quindi poco meno del 6% degli assegnatari;
  • il 70% degli affittuari anche quando non in condizioni economiche 'fragili' non paga né affitto, né bollette;
  • il 70% del 70% dei morosi che non paga il canone di affitto è composto da famiglie di stranieri.

Se, restando ai dati forniti dal Sindaco, il 6% delle famiglie alloggiate nei progetti Case e Map sono in condizioni economiche fragili questo significa che il restante 94% è in condizioni non fragili quindi in grado di pagare, o no? Se così è perché la Corte dei Conti ha avviato la sua indagine per danno erariale nei confronti del Comune? Un inciso: il censimento dello scorso autunno non doveva, fra l’altro individuare i morosi? E’ servito allo scopo?".

Domande assolutamente legittime. Che meriterebbero delle risposte. Anche perché, a più di un anno (dicembre 2012) dal ricevimento dei primi e dei secondi 'bollettoni', il Consiglio Civico Aquilano denuncia che: 

  • gli importi calcolati nelle bollette sono ancora inesatti quando non clamorosamente sbagliati;
  • da giugno 2013 nessuna ulteriore lettura dei contabilizzatori è stata eseguita da parte del Comune e questo vuol dire che, non sappiamo quando, ma arriverà un terzo blocchetto di bollettoni relativi ai consumi da giugno 2013 a…..".

Sono passati quasi 5 anni da quando i primi aquilani terremotati sono stati alloggiati negli alloggi provvisori, ricordano gli assegnatari, e il Comune non è ancora in grado di garantire che le bollette rispecchino i reali consumi e di fare letture regolari che consentano di recapitare bollette singole. "Un’amministrazione comunale che non è in grado di garantire ai suoi cittadini trasparenza, chiarezza e giustizia nelle procedure che mette in campo e nelle azioni che intraprende dovrebbe essere consapevole che un certo numero di cittadini, anche solo per diffidenza, si sottrae ai propri doveri danneggiando tutti".

Avevamo scritto - già nell'ottobre scorso - che la Guardia di Finanza e la Corte dei Conti stavano conducendo delle indagini. Ora svelate dal sindaco Cialente. Le Fiamme Gialle avevano intimato all'amministrazione - già da molti mesi - di far pagare il canone di locazione agli assegnatari che, al 6 aprile 2009, vivevano in affitto. Consegnando persino una lista già completa con i nomi dei cittadini affittuari. Non è bastato. Qualche tempo dopo, gli assegnatari sono stati sottoposti a censimento. Non è bastato neanche questo, evidentemente.

Ultima modifica il Venerdì, 14 Febbraio 2014 12:17

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