Lunedì, 17 Giugno 2019 17:39

Centrale di compressione a Sulmona, bocciato anche il ricorso dei Comuni

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E’ stato respinto dal Tar del Lazio il ricorso presentato dal Comune di Sulmona insieme ai Comuni del territorio, ad adiuvandum, contro il procedimento del Consiglio dei Ministri che autorizza la costruzione della centrale di compressione Snam a Sulmona. E’ arrivata oggi la sentenza contenente le motivazioni, articolate in 48 pagine, dopo quella dei giorni scorsi che ha visto rigettato il ricorso della Regione Abruzzo.

“E’ una battaglia che dobbiamo vincere e ribadisco che la partita non è affatto chiusa”, le parole del sindaco di Sulmona Annamaria Casini. “Proprio l’analisi di queste sentenze e le prospettive future, in vista di un ricorso al Consiglio di Stato, saranno oggetto di un incontro che si svolgerà nell’aula consiliare del Comune di Sulmona mercoledi 26 giugno prossimo, dedicato a un approfondimento dal punto di vista legale, alla presenza dell’avvocato Alfonso Celotto, che ha seguito il ricorso amministrativo. Vogliamo ripartire dal documento congiunto sottoscritto a dicembre 2018 dal Comune di Sulmona, insieme alla Regione, alla Provincia dell'Aquila, a 25 Comuni, alle associazioni ambientaliste e ai comitati cittadini, per ribadire la contrarietà unanime di un intero territorio contro la realizzazione del progetto Snam, senza distinzioni di colori e di partiti di appartenenza. Sarà un’occasione per analizzare le sentenze e preparare i prossimi passi per proseguire la battaglia. L’obiettivo” aggiunge il sindaco “è quello di assicurare la massima attenzione sul tema e che tutti i soggetti fino ad ora attivi proseguano con il ricorso al Consiglio di Stato congiuntamente al Comune di Sulmona. Confidiamo pertanto nella presenza di tutte le istituzioni primo fra tutte la Regione Abruzzo”.

“L’amministrazione” prosegue l’assessore all’Ambiente Manuela Cozzi “è impegnata a portare avanti la sensibilizzazione sul tema su vari fronti ed è per questo che abbiamo accolto con molto favore la proposta dei Comitati cittadini di dedicare la giornata di giovedi 27 giugno, sempre in aula consiliare, all’approfondimento dei vari rischi legati alla realizzazione della centrale a Sulmona, alla presenza di autorevoli relatori del mondo accademico e scientifico. Saranno due momenti importanti per puntualizzare nuovamente le ragioni del no a quest’opera”.

La sentenza del Tar del Lazio era ampiamente attesa: d'altra parte, la decisione di respingere il ricorso di Regione Abruzzo avverso l'autorizzazione concessa dalla presidenza del Consiglio dei Ministri nel dicembre 2017 lasciava facilmente presagire che anche il ricorso dei Comuni sarebbe stato bocciato.

Ora, ci si aspetta che la Regione proponga immediato appello in Consiglio di Stato e così i Comuni del territorio.

Di motivazioni "contraddittorie" dal Tar ha parlato il Coordinamento No Hub del Gas che ha sottolineato come, da un lato, si sostenga che la Valutazione Ambientale Strategica poteva essere evitata, considerando l'opera di scarsa valenza, e dall'altro si affermi invece che l'opera è di rilevanza comunitaria. Sempre sulla VAS, hanno spiegato in queste ore gli ambientalisti, "il Tar si appiattisce sulle posizioni della Snam facendo riferimento ad una risposta della Commissione Europea che però era su una domanda diversa da quella posta nei motivi di opposizione all'opera da parte della Regione. Il Tar non cita neanche la sentenza della Corte di Giustizia Europea del 2011 che sancisce che la norma nazionale non possa prevedere le varianti automatiche ai piani urbanistici senza procedere con la VAS".

Per quanto riguarda poi il rischio sismico e quello delle emissioni in atmosfera, che secondo il Tar sono stati valutati con la VIA del 2011, "sono stati recentemente depositati documenti tecnici, alcuni dei quali della stessa Snam, che smentiscono le conclusioni di quel procedimento con ammissioni clamorose circa le criticità del luogo dove dovrebbe essere realizzata la centrale e la vulnerabilità dell'area peligna all'inquinamento. Presto li divulgheremo e potranno essere utilizzati nel prosieguo della lotta, a tutti i livelli".

Per questo, gli ambientalisti sono convinti che le incongruenze rilevate possano essere portate davanti al Consiglio di Stato.

Resta la responsabilità politica: volendo, "il Governo potrebbe dimostrare di tenere veramente all'Italia, al suo clima e ai giovani bocciando il gasdotto Sulmona-Foligno, che è ancora in fase autorizzativa. Basta portarlo in Consiglio dei Ministri ed aderire alle posizioni delle regioni Abruzzo e Umbria che hanno negato l'intesa". 

La centrale di compressione di Sulmona dovrebbe essere a servizio del gasdotto 'Rete Adriatica' Snam che, da Brindisi a Minerbio, dovrebbe tagliare il paese lungo la dorsale appenninica per 700 km, in zone a massimo rischio sismico e di grande pregio ambientale, portando nel cuore dell'Europa il gas azero allacciandosi in Puglia al così detto 'Tap'.

La nostra Regione assume una importanza centrale per la realizzazione dell'opera. Come lascia intendere la scelta del nome (Rete Adriatica), i corridoi di passaggio del gasdotto erano stati individuati lungo la costa. Oggi, il progetto prevede - al contrario - soltanto un tratto di lungomare. Da Biccari (Foggia) in poi, le difficoltà geologiche e un elevato grado di urbanizzazione della costa hanno imposto la scelta di un tracciato più interno. Appunto, sulle montagne molisane fino ad arrivare in Abruzzo e, di qui, su per Foligno fino in provincia di Bologna. I motivi sono anche, e soprattutto, economici: tra Campochiaro (in provincia di Campobasso) e Sulmona esiste già un tratto del gasdotto Transmed che ha suggerito di sfruttarne il corridoio. Un gasdotto costa circa 2 milioni di euro per ogni chilometro, sfruttare il tunnel abruzzo-molisano vorrebbe dire risparmiare almeno 50 milioni. Ecco perché, per Snam, è cruciale l'Abruzzo interno. Ecco perché la società ha deciso di localizzare la centrale di compressione proprio a Sulmona. Nonostante si tratti di una zona a forte rischio sismico e di grande pregio ambientale. Il metanodotto, infatti, taglierebbe 3 parchi nazionali, un parco regionale e oltre 20 siti di rilevanza comunitaria.

In Abruzzo, il gasdotto - da progetto - dovrebbe essere collocato ad una profondità di 3 metri, con un diametro di 1.5 metri, e dovrebbe attraversare per 170 chilometri la provincia dell'Aquila da Sulmona a Montereale, passando per i comuni di Collepietro, Navelli, Caporciano, San Pio delle Camere, Prata d’Ansidonia, San Demetrio ne' Vestini, Poggio Picenze, Barisciano, L’Aquila, Pizzoli, Barete, Cagnano Amiterno, e Montereale, per poi proseguire fino a Foligno. L’impianto di compressione di Sulmona è funzionale al trasporto sulle dorsali della rete nazionale - e alla successiva distribuzione nelle reti regionali - dei quantitativi di gas previsti dai punti di entrata a sud (25 milioni di metri cubi standard al giorno) e dei quantitativi giornalieri aggiuntivi previsti per il campo di stoccaggio di Cupello (Chieti).

 

Ultima modifica il Lunedì, 17 Giugno 2019 17:55

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