“Cacciata per invidia, per paura che facessi ombra, con il mio lavoro e le mie capacità, al sindaco”.
A poco più di quattro mesi dalla sua uscita dalla giunta, l’ex assessore alla Cultura Sabrina Di Cosimo racconta la sua versione dei fatti.
E lo fa in una conferenza stampa fiume durata tre ore, al termine della quale annuncia addirittura una “seconda puntata” perché, rivela, “ho ancora tante cose da dire, compreso il vero motivo della mia defenestrazione”.
La malattia
“Mettetevi comodi perché vi racconterò una storia tragicomica ma anche le fragilità e la forza di una donna”.
Esordisce così la Di Cosimo, in quella che sarà, più che una ricostruzione, una confessione, quasi un flusso di coscienza, accompagnato da molti video e anche dagli screenshot delle chat private intrattenute in due anni di assessorato con Biondi e membri del suo staff.
“Voglio parlare alla città, mettermi a nudo per farvi capire come si può distruggere una persona” afferma “Mi spiace non sia venuto il sindaco, lo avevo anche invitato perché volevo avere con lui un confronto pubblico”.
L’ex assessore è visibilmente emozionata, parla sfogandosi, ogni tanto perde il filo del discorso e più di una volta non riesce a trattenere le lacrime, specie quando si sofferma a descrivere, andando anche nei dettagli, i problemi fisici avuti negli ultimi mesi: “Per un anno e sei mesi ho lavorato in maniera instancabile, sette giorni su sette, dalle 8 alle 22, anche nei week end, non prendendo mai un giorno di vacanza. E tutto questo per amore della città e perché ho subito interpretato il mio incarico come una missione. Dopo che sono stata cacciata, sono stata molto male: mi è venuta una cisti in testa, mi si sono gonfiati i linfonodi, sono ingrassata dieci chili e mi si è anche abbassata la vista. Non avevo più il coraggio di uscire di casa, andavo a fare la spesa a mezzanotte per non incontrare persone che potevo conoscere. Ora sto meglio ma mi sto ancora curando”.
“Biondi invidioso, cattivo e arrogante”
E’ il sindaco Biondi il destinatario principale degli strali della Di Cosimo.
Secondo l’ex assessore, il primo cittadino le avrebbe gradualmente fatto terra bruciata intorno, isolandola, intestandosi i suoi meriti e facendo di tutto per metterla in cattiva luce e far ricadere su di lei colpe e responsabilità non sue: “Il sindaco, evidentemente invidioso di me, della mia popolarità, dei risultati e dei successi che stavo ottenendo, era geloso di me, voleva i miei voti, ero stata la consigliera di Forza Italia più votata alle comunali. Sono stata tenuta sempre sulla graticola, piano piano ha iniziato a togliermi le deleghe, in primis quella sui fondi Restart, a sottrarmi risorse e staff, arrivando anche a calunniarmi dicendo che avevo assunto comportamenti poco consoni in una riunione pubblica a Palazzo Fibbioni. Ma lui a quell’incontro non era presente! E’ una persona arrogante, cattiva, sadica”.
Il primo attacco
Tutto sarebbe iniziato, secondo la Di Cosimo, dopo la Perdonanza 2017, la prima a ricadere sotto la giunta Biondi sebbene fosse stata organizzata dall’amministrazione Cialente.
La colpa della Di Cosimo sarebbe stata quella di aver presenziato agli eventi di quell’edizione, di aver elogiato pubblicamente l’ex presidente del comitato promotore Alfredo Moroni (ex assessore della giunta Cialente), di non aver insomma boicottato l’evento “anche se questa cosa mi fu chiesta da molti consiglieri di centrodestra. Lì c’è stato il primo attacco”.
Da lì in poi, secondo la Di Cosimo, sarebbe stato un susseguirsi di scorrettezze, veleni, tentativi di sabotaggio, colpi bassi, imboscate orditele dallo stesso sindaco, dai suoi stessi compagni di partito (in particolare Roberto Junior Silveri) e dal resto della maggioranza.
Un insieme di malignità e di calunnie “nato come un venticello per poi diventare, man mano, una vera e propria macchina del fango. Naturalmente mi hanno preso di mira anche perché sono una donna, per giunta una donna single. Se avessi avuto un marito o un fidanzato non sarebbero arrivati a tanto".
La nomina di De Amicis e la Perdonanza 2018
Ma ciò che ha provocato la rottura insanabile tra la Di Cosimo e il sindaco sarebbe stata la passata edizione della Perdonanza.
L’ex assessore si intesta il merito di aver convinto, dopo un lungo corteggiamento, Leonardo De Amicis ad accettare la sua offerta di fare, gratuitamente, il direttore artistico del giubileo celestiniano.
“Biondi, che oggi si fa bello per aver nominato De Amicis anche direttore artistico dei Cantieri dell’Immaginario, in realtà non lo voleva per la Perdonanza, tant’è che di lì a poco avrebbe nominato Walter Cavalieri e Francesco Zimei nel comitato scientifico ed è noto che entrambi avevano un’idea diversa su come organizzare l’evento. De Amicis è stato presentato in conferenza stampa a febbraio, dopodiché ci sono stati quattro mesi di inerzia totale, in cui si è fermato tutto per colpa del sindaco, malgrado su alcuni giornali iniziarono a uscire articoli in cui lui dava la colpa a me. Ma spettava a lui fare le nomine del nuovo comitato, senza il quale non potevo lavorare. Per colpa sua siamo arrivati a tanto dal dover cancellare il concerto di Branduardi a Collemaggio, perché il giorno prima ancora non c’era l’impegno di spesa, e anche il musical di Jesus Christ Superstar. Mi hanno lasciata sola a gestire tutto, addirittura il dirigente del settore Cultura, Fabrizio Giannangeli, è andato in ferie dal 6 al 22 agosto. Se si è fatta la Perdonanza, l’anno scorso, il merito è mio anche se poi gli applausi se li sono presi gli altri, Biondi in primis”.
Gli attacchi a Di Giovacchino e Liris e il viaggio a Matera
La seconda metà della conferenza stampa è un susseguirsi di attacchi nei confronti di Alessia Di Giovacchino, membro dello staff di Biondi, e dell’ex assessore comunale, ora assessore regionale, Guido Liris.
La Di Cosimo accusa la Di Giovacchino, che definisce "un'inetta", di avere un poter abnorme per una staffista, ruolo che tra l’altro, afferma l’ex assessore, “non potrebbe nemmeno ricoprire, visto che risulta distaccata dall’azienda nella quale è assunta, Abruzzo Engineering, alla ricostruzione”.
Con il passare dei mesi, la Di Giovacchino avrebbe iniziato a estromettere la Di Cosimo dalle decisioni e anche dagli eventi istituzionali, come la visita a Matera del marzo 2018, quando una delegazione del Comune dell’Aquila si recò nella città lucana che si apprestava a diventare capitale europea della cultura per “scortare” la Bolla del Perdono di Celestino V, che venne esposta per qualche giorno.
E qui la Di Cosimo va giù dura: “Per settimane la Di Giovacchino ha organizzato tutto alle mie spalle, alcune cose sono venuta a saperle per caso, dal comandante dei carabinieri che si unì alla delegazione e addirittura dall’autista di Biondi. Ma la vera sorpresa fu scoprire che mentre il sindaco e la Di Giovacchino avevano prenotato due suite in un albergo a cinque stelle, il resto della delegazione, me compresa, alloggiava in un altro hotel a tre stelle. E qui sto zitta altrimenti prendo una querela”.
La Di Cosimo ne ha anche per Liris, sul quale non manca di fare pesanti affermazioni riferite alla sfera personale e familiare.
La “colpa” principale di Liris, secondo la Di Cosimo, è quella di averla a più riprese attaccata e di averla usata per costruire la sua candidatura alle regionali, provando anche a trascinarla dentro Fratelli d’Italia, salvo poi scaricarla senza troppi complimenti.
L’ultimo atto
La Di Cosimo racconta anche di essere stata più volte sul punto di dimettersi prima di essere cacciata, quando ormai aveva capito che tutti le remavano contro. “Non è un caso” afferma “che Biondi mi abbia fatto fuori non quando c’è stato il rimpasto di giunta, a marzo, ma a febbraio, subito prima del decennale, dopo che aveva assunto su di sé tutte le deleghe per la gestione dei fondi Restart. Sapeva che per il decennale avrei avuto troppa visibilità e questo non poteva sopportarlo. Nel frattempo il decennale è passato ma gli eventi che avrebbero dovuto essere organizzati grazie al milione di euro del Mibac non si sono visti. Ma il vero motivo della mia cacciata è un altro”.
Quale sia lo scopriremo, forse, nella seconda puntata.