"Tanto tuonò che piovve! L'ormai lontano 06 febbraio 2019, all'atto dell'annuncio dei limiti a 30 kmh in varie piccole 'pezzature' di strade del Comune dell'Aquila, avevamo detto che l'assurdità della velocità consentita e l'esiguità dei tratti coinvolti faceva presagire solo ad una iniziativa per fare cassa. Da circa una settimana, finite le varie manifestazioni estive piene di turisti, che avrebbero provocato forti polemiche, assistiamo ad un continuo alternarsi di autovelox su Viale Corrado IV, su Via Piccinini, di fronte la Questura (dove il limite è ben segnalato ma non c'è il cartello del termine!) e in varie altre zone del tutto avulse da problematiche di traffico. Come già accaduto in altre città guida, vedi anche le iniziative di Virginia Raggi addirittura sulla Cristoforo Colombo a Roma, chi ne giova non è la sicurezza, non è la correttezza degli utenti della strada, ma solo ed esclusivamente il Comune dell'Aquila che porta a casa una inattesa tassa a carico della categoria già più tartassata d'Europa".
La denuncia è di Massimiliano Mari Fiamma, presidente dei Motociclisti aquilani.
"Per legge, se ancora questa parola vale qualcosa, le multe dovrebbero essere poste in bilancio con partite separate dato che andrebbero tutte destinate alla sicurezza stradale (magari sottoforma di rifacimenti di asfalto, fondamentali in tantissime zone cittadine, o la rimozione dei pericolosissimi binari della metropolitana mai nata) ma va da sé che questo termine generico consenta alle Amministrazioni più scaltre anche di pagare stipendi, premi e straordinari alla propria Polizia o ai dipendenti che compiono sopralluoghi; quindi, non speriamo nemmeno che si possano trarre benefici da questo ulteriore balzello. Allora fummo attaccati, derisi e smentiti ma oggi è sotto gli occhi di tutti che avevamo ragione, l'intento era esattamente quello e mentre si lamenta la scarsità di personale per i controlli sulla cosiddetta movida, sugli imbrattatori seriali dei palazzi appena ricostruiti, sulle presenze nelle ore di punta nelle zone nevralgiche, sembra che gli addetti all'esazione di pesantissime multe e punti patente siano stati prontamente reperiti ed utilizzati".
Ovviamente - aggiunge Mari Fiamma - la categoria dei motociclisti è la più esposta "e sono state decine le lamentele giunte anche a noi, ma possiamo fare ben poco dato che, a parte rivolgerci infondate accuse e addurre improbabili alibi, il Comune dell'Aquila non ha mai inteso sottoporre all'utenza ciò che intende fare sia per la regolamentazione sia per i programmi futuri. Siamo delusi ed amareggiati per lo sviluppo dell'ennesima vicenda che parte da giusti presupposti, sicurezza e viabilità, solo per giungere a meri interessi di bottega, si poteva certo fare meglio e, soprattutto, condividere prima di agire in modo così punitivo, ma siamo nell'era delle imposizioni e della coercizione, non certo della convivenza civile".