Giovedì, 06 Marzo 2014 09:48

Traffico di droga tra L'Aquila e Napoli: 5 arresti, 24 indagati

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Oltre 70 carabinieri in azione, 24 indagati, 5 ordinanze di custodia cautelare, delle quali 3 in carcere e 2 agli arresti domiciliari.

E' stata una operazione imponente quella condotta dai Carabinieri del Comando provinciale dell'Aquila che hanno stroncato un traffico di cocaina e hashish tra la Campania e il capoluogo abruzzese. I provvedimenti sono stati firmati dal giudice per le indagini preliminari del tribunale dell’Aquila Giuseppe Romano Gargarella, su richiesta del pubblico ministero titolare dell’inchiesta, Fabio Picuti.

Stando alle indagini, a gestire il traffico di droga erano tre soggetti ben radicati a L'Aquila, gravitanti nell'area del clan camorristico "Vinella-Grassi", operante a Napoli nel quartiere 167. Si tratta di Salvatore Mauriello, campano residente all'Aquila, dipendente della ditta Sial, Antonio Romano ed Eduardo Romano che - sfuggito alla cattura - si è consegnato stamane nel carcere di Secondigliano. 

Una volta giunti nel capoluogo abruzzese, i criminali potevano contare su diverse basi logistiche per custodire lo stupefacente: in primo luogo le proprie abitazione, prese in locazione, ma anche alcuni locali della S.I.A.L. - Servizi Igiene Ambientale L'Aquila S.r.l. (la società è assolutamente estranea ai fatti) e dei quali avevano la materiale disponibilità.

L'organizzazione poteva addirittura contare su un "servizio di manutenzione" dei propri veicoli che venivano fatti verificare da un complice dell'organizzazione, meccanico di professione, che curava il controllo delle autovetture per accertarsi che non fossero stati installati sistemi di controllo. Il trio poteva inoltre contare su una serie di soggetti locali che acquistavano quantitativi piu' elevati per cederli a loro volta a clienti fissi, ben conosciuti.

Oltre all'arresto dei tre campani, sono finiti ai domiciliari Giuseppe Giuliani, titolare del bar Florida in piazza Duomo e Angelo Naindenel meccanico napoletano. 

Su tutti grava l'accusa di "associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di stupefacenti": due degli arrestati dovranno anche rispondere del reato di "tentata estorsione" per avere minacciato un cliente, con debiti insoluti, di rendere noto il suo stato di assuntore si stupefacente se non avesse saldato il "dovuto".

Risultano invece indagati, in stato di libertà, per "detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente" sei persone, cinque della provincia di Napoli e una residente nell'aquilano.

Sottoposto ad obbligo di firma un altro aquilano, Giuseppe Di Ramio avvocato 43enne del Foro dell'Aquila che, avendo offerto ai militari del denaro per essere "sfilato" dall'indagine, in luogo di una semplice segnalazione alla prefettura, dovrà rispondere del ben più grave reato di "istigazione alla corruzione" poiche' aveva tentato di offrire ai militari 5 mila euro per ottenere la distruzione del verbale. Altre 10 persone risultano indagate per "favoreggiamento personale".

Il gruppo - hanno accertato le indagini - gestiva l'intera filiera dell'illecito commercio, a partire dall'acquisto nei centri di Somma Vesuviana e Sant'Anastasia, fino alla vendita al dettaglio dello stupefacente, del tipo cocaina ed hashish, curandone il trasporto, la detenzione e la manipolazione.

Venditori e clienti si conoscevano bene ed il fatto di evitare contatti con soggetti nuovi dava all'organizzazione l'idea di essere tutto sommato ben protetta. Questa convinzione era in parte fondata, basti pensare che dei "clienti" ben dieci risultano indagati con l'accusa di "favoreggiamento personale" per aver aiutato gli indagati ad eludere le investigazioni dei carabinieri negando ai militari di aver acquistato sostanza stupefacente e riferendo di avere con loro solo meri rapporti di lavoro o di amicizia.

Un tentativo certamente vano a fronte delle investigazioni condotte dai carabinieri che, coordinati dal sostituto procuratore della Repubblica, Fabio Picuti, in un periodo che va dall'ottobre 2012 all'agosto 2013, hanno documentato l'attività di cessione di cocaina ed hashish, in maniera scrupolosa, suffragando le proprie intuizioni investigative con una pluralità di fonti di prova, che vanno ben oltre le normali attività tecniche, comprendendo accertamenti ed acquisizioni documentali, servizi di osservazione, controllo e pedinamento (alcuni dei quali corroborati da riprese fotografiche o video), sequestri di droga, controllo ed identificazione dei clienti, perquisizioni personali e veicolari.

Ne è scaturito un quadro investigativo decisamente puntuale, nel quale sono state individuate le principali piazze dello spaccio locale, per lo più luoghi di passaggio, in vari punti della città, ma anche aree commerciali molto frequentate e tali da garantire un sostanziale anonimato nella confusione globale, ma anche bar e locali piuttosto noti, anche in ragione della natura di alcuni clienti.

 

Tutti gli indagati

Antonio Romano, 47 anni, di Napoli; Salvatore Mauriello, 29, di Pomigliano d’Arco ma residente all’Aquila; Enrico Orsini, 27, di Popoli ma residente all’Aquila; Massimo Onofri, 44, dell’Aquila; Giuseppe “Francesco” Giuliani, 44, dell’Aquila; Paolo Catapano, 41, di Sant’Anastasia; Salvatore Borriello, 40, di Torre del Greco; Patrizio Mungiguerra, 35, di Maddaloni; Angelo Naindenel, 40, di Napoli ma residente a Scoppito (L’Aquila); Vincenzo Esposito, 31, di Cercola; Santolo Esposito, 54, di Sant’Anastasia; Giuseppe Di Ramio, 46, di Torino ma residente all’Aquila; Biagio Piscopo, 46, di San Nicola la Strada ma residente a Roseto degli Abruzzi; Dante Ianni, 32, dell’Aquila; Fabio Ianni, 26, dell’Aquila; Luigi Parravano, 47, dell’Aquila; Giovanni Ippolito, dell’Aquila; Erika Ferrara, 32, di Messina ma residente all’Aquila; Ennio Di Stefano, 63, dell’Aquila; Antonio Di Loreto, 40, dell’Aquila; Stefano Colarossi, 38, di Roma ma residente a Tornimparte; Antonello Di Giovanni, 34, dell’Aquila; Gianluca Selli, 42, di Roma ma residente a Pizzoli. 

Ultima modifica il Giovedì, 06 Marzo 2014 14:29

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