"La montagna, soprattutto d'inverno, non è un videogioco, bisogna affrontarla dopo approfondite verifiche e con la adeguata preparazione fisica e tecnica: quando si commette un errore ci si può rimettere la vita, come è accaduto allo sfortunato escursionista".
Così il luogotenente della Guardia di Finanza, Paolo Passalacqua, comandante della stazione dell'Aquila del Soccorso alpino, in merito alle circostanze che hanno portato alla morte di tre persone nelle ultime ore sulle montagne abruzzesi.
Oltre ai decessi, negli ultimi giorni sono stati molti anche gli incidenti, per fortuna, senza tragiche conseguenze.
Il finanziere, da molti anni nel soccorso alpino e protagonista di tanti interventi, sollecitato dall'Ansa, coglie l'occasione "per richiamare l'attenzione sulle modalità da rispettare, con estrema precisione e puntualità, prima di fare passeggiate, escursioni o frequentare piste da sci, con raccomandazioni generali che quindi valgono per tutti".
Quando si va in montagna, in particolare nella stagione più fredda, "bisogna sempre avere margini di sicurezza per poter avere la possibilità di gestire situazioni negative non prevedibili. Le precauzioni ci sono e si devono adottare con cura".
Passalacqua sottolinea ancora che "la montagna, d'inverno, è ancora più severa; in riferimento alla tragedia accaduta sul Gran Sasso, sulla via del Centenario, "non ho cognizione specifica dell' equipaggiamento dell'uomo che ha perso la vita, ma affrontare un percorso così impegnativo, lungo circa 16 chilometri, presuppone una preparazione fisica importante e una ottima capacità tecnica. Inoltre nella località in questione c'è neve e le previsioni non erano rassicuranti, sicuramente, qualcosa non è andato bene. E mi sento di dire, naturalmente con grande rispetto, che le avvisaglie c'erano. Quando si va in montagna non si deve lasciare mai nulla al caso".
D'alltra parte, nelle settimane scorse il Soccorso alpino abruzzese ha informato che, rispetto al 2018, l'aumento degli interventi in Abruzzo è stato del 25% nel periodo luglio-agosto e del 10% a settembre-ottobre; sono schizzati in alto soprattutto per le voci che riguardano cadute e malori, il 50%, ma non mancano neanche voci relative a perdita di orientamento, incapacità a seguire percorsi e sentieri, cadute varie. In termini strettamente numerici, nei 4 mesi gli interventi sono stati 75 a luglio-agosto e 38 nel periodo settembre-21 novembre.
”Ho visto gente a Prati di Tivo con le infradito, ossia cose che voi umani…”, aveva commentato Vincenzo Brancadoro, presidente del CAI dell’Aquila. ”Questi dati vanno intersecati con quelli sulle presenze turistiche che credo vedano un calo nella stessa area, ma è evidente che l’aumentato flusso mordi e fuggi non corrisponde ad aumento della qualità delle presenze in montagna – ha chiarito Brancadoro – paradossalmente aumentano i negozi di attrezzature ma questo non va di pari passo con la conoscenza della difficoltà di andare in montagna. Le nostre montagne sono faticose, difficili e a volte lunghe, e bisogna dirlo chiaramente: richiedono preparazione. E invece c’è gente con problemi cardiaci che va sul Corno Grande. Nello stesso tempo non possiamo mettere i tornelli ai sentieri perchè non è giusto. Ecco perchè consigliamo di seguire i corsi CAI, perchè è bene che gli utenti della montagna siano consapevoli”.