Zero eventi la notte del 31 dicembre, negozi e locali chiusi (salvo qualche rara eccezione) il pomeriggio del 1° gennaio, malgrado le tante persone a spasso per il centro.
Tra gli aquilani c’era chi si aspettativa in più per Capodanno e per l’inizio dell’anno nuovo.
Lo scontento, come al solito, viaggia soprattutto via Facebook. Oggetto delle critiche è, in particolare, il cartellone degli appuntamenti natalizi approntato dal Comune.
Nel calderone delle iniziative messe insieme per le festività, spiccava in effetti l’assenza di concerti in piazza per la notte di San Silvestro, a differenza di quanto accaduto nel resto d’Abruzzo.
A Teramo, per esempio, piazza Martiri della Libertà ha ospitato una tre giorni di concerti iniziata il 30 dicembre e conclusasi il pomeriggio del 1° gennaio con il live di Niccolò Fabi.
A Pescara, invece, sono stati gli Stadio a chiudere, sempre il primo dell’anno, il programma di eventi organizzato dal Comune per salutare l’arrivo del 2020.
All’Aquila la giunta Biondi ha optato per la formula del “Capodanno diffuso”, delegando di fatto ai proprietari di locali, pub e ristoranti il compito di intrattenere chi non voleva festeggiare restando chiuso in casa.
“Vi sembra normale che la notte di Capodanno nel centro c'era il nulla più totale, nonostante le numerose persone a spasso?” scrive su Facebook Danilo Barbarossa.
“All'Aquila, capoluogo di regione, nel decennale del sisma, col decennio che cambia, con l'albero più alto d'Italia, l'unico "evento" previsto era il veglione di Tempera” osserva Marianna Savastano, titolare di un’enoteca/ristorante a piazza S. Giusta.
"In tre giorni sono stato due volte a Teramo. Ho ascoltato Alberto Bertoli, Filippo Graziani, Iskra Menarini il 30 dicembre per la serata finale del premio Pigro e il 1° gennaio sono andato a sentire Niccolò Fabi" commenta Claudio Del Tosto "Bellissimi eventi, organizzati bene. Isola pedonale, tanta gente che girava per la città nonostante il freddo, che spendeva nei negozi e nei locali, spesso anche disorganizzati per accogliere tante persone. La notte del 31 dicembre e il 1° gennaio sono stato anche nel centro dell'Aquila. Fa tristezza pensare che ci sia tanta differenza. Il 31 avrò incontrato 30 persone e 2 locali aperti, il 1° gennaio, alle 20:30, 3 locali aperti. Condizioni delle due città simili, per numero di abitanti, clima, parcheggi, locali in centro, anzi all'Aquila ce ne sono molti di più. A Teramo tanti turisti, a guardare anche le belle luminarie, nonostante non ci fosse nessun albero gigante. Con un po' di coraggio si poteva organizzare qualcosa anche qui, per esempio un concerto pomeridiano in piazza. Ma niente. All'Aquila ci accontentiamo di qualche luminaria e di un albero di dimensioni record. Ma per il resto desolazione e nulla più".
“Tra le varie proposte che ci erano giunte dalle associazioni per la notte del 31” si giustifica l’assessore comunale al Turismo Fabrizia Aquilio “non ce n’era nessuna che abbiamo ritenuto accettabile, anche dal punto di vista economico. L’anno prossimo organizzeremo sicuramente qualcosa per tempo”.
Ciò che in molti rimproverano al Comune, tuttavia, è proprio il non essersi mosso autonomamente e in anticipo: “Si preferisce spendere 30mila euro per l’albero piuttosto che fare scelte come quelle compiute da altre città” osserva Massimo Prosperococco.