“Sto bene e al sicuro. Le misure di sicurezza sono massime, è richiesto a tutti di indossare la mascherina e lavarsi frequentemente le mani. Il personale sanitario cinese sta lavorando ogni giorno allo strenuo delle forze per contenere la diffusione del virus. In questo momento la Cina ha bisogno di aiuto e solidarietà, non di critiche”.
A parlare è Luigi Placidi, ingegnere aquilano di 37 anni da tempo residente a Shanghai, dove lavora come Commercial Manager per la Eni Versalis Pacific.
Nella megalopoli cinese vivono 25 milioni di abitanti (è la città più grande e popolosa del Paese) e i casi accertati di coronavirus al 31 gennaio, racconta Luigi, sono 153: “Finora è morta una sola persona, ma era un anziano di 88 anni. E’ giusto preoccuparsi e prendere le dovute precauzioni ma credo sia anche doveroso, soprattutto da parte di chi vive al di fuori della Cina, informarsi correttamente ed evitare inutili allarmismi”.
Puoi descriverci com’è la situazione in questo momento?
Il governo ha chiuso aziende e uffici pubblici fino al 9 febbraio. Molti esercizi commerciali stanno chiudendo, soprattutto per non esporre i propri dipendenti a eventuali rischi di contagio, ma sono garantiti i servizi primari come i supermercati. I trasporti pubblici sono sospesi ma è facile trovare un taxi se necessario. Io mi incontro ogni giorno con diversi amici provenienti da diverse parti del mondo che, come me, sono sospesi, ognuno con il suo lavoro, in una situazione che non sappiamo quanto durerà.
Come stanno reagendo i cittadini cinesi?
Sono molto spaventati, lo si legge negli occhi delle persone in strada in quella fessura tra il cappello e la mascherina. Tuttavia stanno reagendo in maniera esemplare e composta, come solo i cinesi sanno fare. Stanno seguendo diligentemente tutte le direttive del governo e continuano a lavorare per non fermare i servizi essenziali.
Quali direttive e divieti avete ricevuto dal governo? Siete stati sottoposti a profilassi?
Per ora non è richiesta alcuna profilassi. A tutti è richiesto di recarsi immediatamente nelle strutture sanitarie in caso di febbre alta e tosse. Ormai quasi tutti gli esercizi pubblici sono dotati di misuratore laser di temperatura e ogni persona/cliente viene testato prima di entrare.
Siete liberi di muovervi oppure è stato ordinato un cordone sanitario?
Per ora non c’è alcuna direttiva che vieti la circolazione in strada, purché si indossi la mascherina e si evitino i posti affollati. È comunque quasi impossibile trovare posti affollati in questi giorni perché la maggior parte delle persone resta chiusa in casa.
Quanti sono gli italiani che vivono a Shanghai?
Onestamente non so dire il numero esatto, credo sia intorno ai duemila. La maggior parte è uscita dalla Cina prima che il contagio divulgasse, in occasione delle festività del capodanno cinese. C’è comunque un aquilano, di cui non menziono il nome per rispetto della sua privacy, che da poco si è trasferito in una città a circa 150 km da Shanghai. Sono in contatto con lui e siamo d’accordo che venga a stare a casa mia nel caso la situazione peggiori.
Siete stati contattati dal governo italiano? Se voleste, potreste rientrare in Italia?
Sono in contatto con il Consolato italiano e ho un piano di evacuazione con la azienda per la quale lavoro. Non sarà un problema evacuare e tornare in Italia in caso la situazione precipiti.
Riesci ad avere contatti regolari con la tua famiglia e i tuoi amici qui in Italia? Il governo ha messo in atto dei controlli particolari alle comunicazioni via internet per evitare fughe di notizie?
Ho contatti giornalieri con la mia famiglia e con i miei amici. La rete internet non funziona benissimo in questi giorni ma ho un amico esperto che riesce ad avere una wi-fi perfettamente funzionante e ci incontriamo ogni giorno per leggere le notizie e contattare familiari e amici. Come ho anche scritto sulla mia pagina Facebook, il mio pensiero va al personale sanitario cinese che sta lavorando ogni giorno allo strenuo delle forze per contenere la diffusione del virus. In questo momento la Cina ha bisogno di aiuto e solidarietà, non di critiche.