Giovedì, 06 Febbraio 2020 01:00

Addio a Beverly Pepper, aveva donato all'Aquila l'Amphisculpture del Parco del Sole

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Il mondo dell'arte piange Beverly Pepper.

La celebre scultrice americana, esponente, della Land Art, è morta nella sua casa a Todi, in Umbria. Aveva 97 anni.

A dare la notizia è stato il New York Times.

Conosciuta in tutto il mondo, nata a New York ma da molti anni residente in Italia, Pepper aveva donato all'Aquila l'Amphisculpture del Parco del Sole, un teatro-monumento sovrastato da due alte colonne in acciaio, le “Narni Columns”

Le sue sculture sono presenti nelle collezioni dei musei di tutto il mondo, da New York a Boston a Barcellona.

L'Amphisculpture di Parco del Sole

L'Amphisculpture di Beverly Pepper, dono dell’artista americana, tra i massimi esponenti della land art, al Comune dell’Aquila. Nato nell’ambito del progetto “Nove artisti per la ricostruzione”, promosso e curato da Roberta Semeraro, è stato realizzato grazie a un generoso contributo di Eni, finanziato all’interno del protocollo “Ripartire da Collemaggio”, che comprendeva il restauro dell’attigua basilica di Santa Maria di Collemaggio, avvalendosi anche del sostegno della Fondazione Carispaq.

La direzione dei lavori e il collaudo sono stati a cura della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per L’Aquila e il cratere.

amphisculpture

"L'opera pubblica deve essere creata affinché la popolazione possa trarne beneficio" aveva dichiarato Beverly Pepper in una sua visita all'Aquila "All’Aquila ho voluto un’opera che sia un tutt’uno con il simbolo di un passato che si rinnova, Collemaggio”.

Integrare l’arte nel paesaggio, ripensare uno spazio rispettandolo, non dominandolo o sconvolgendolo, è quello che gli artisti della land art come Beverly Pepper intendono per valore sociale dell’arte.

L’opera segue infatti il naturale declivio del colle, dialogando con le colline che la fronteggiano e con la vallata sottostante. Le due colonne in acciaio  “Narni Columns” poste all’ingresso, alte sei metri, si pongono invece come “totem evocativi”. Un "teatro nel paesaggio", dunque, che nasce dall'ascolto della comunità ferita. Una ricerca del genius loci proiettata verso il futuro e la vita. L’arte contemporanea usata come ponte ideale tra passato e futuro, memoria di una tragedia, quale quella del sisma del 6 aprile 2009, e, al contempo, immagine plastica di speranza e di rinascita che passa attraverso il riappropriarsi di un luogo fortemente identitario per tutta la comunità. Una scelta progettuale in cui, al valore dell’arte, si è unito quello della solidarietà, in un rapporto virtuoso tra pubblico e privato, tra istituzioni e società civile. L’opera, inaugurata il 6 agosto 2018, a tre anni dall’apertura del cantiere, è inserita all’interno del Parco del Sole, uno dei polmoni verdi della città, “luogo del cuore” di molti aquilani e ha avuto ampi riscontri sulla stampa italiana e straniera.

Il cordoglio del sindaco Pierluigi Biondi

"La notizia di questa immane perdita per la nostra città e per tutto il mondo dell'arte e della cultura ci trova profondamente commossi e addolorati. Beverly Pepper, esponente di spicco della Land Art, oltre ad aver scritto una delle pagine più proficue, significative e rivoluzionarie dell'arte contemporanea, incidendo intensamente sul mondo della cultura e del sapere, ha legato per sempre il suo nome alla rinascita e alla ricostruzione della città dell'Aquila, grazie alla ideazione e realizzazione dell'Amphisculpture del Parco del Sole".

In una nota, il sindaco dell'Aquila Pierluigi Biondi esprime il più profondo cordoglio per la scomparsa dell'artista Beverly Pepper.

"L'opera - prosegue il primo cittadino - è stata insignita, lo scorso anno, di una menzione speciale nell'ambito del prestigioso Premio Paesaggio del Consiglio d'Europa, per la sua capacità di ricongiungere passato e presente, di incidere sulla rigenerazione urbana di un centro che aveva subito una catastrofe come il terremoto e per la sua funzione di carattere culturale e aggregativa".  

"Il sisma, infatti, ha costretto a modificare prospettive e visioni e, soprattutto, linguaggi. Al cemento e alle malte andava necessariamente aggiunta la ricostruzione anche sociale e identitaria. La realizzazione dell'Amphisculpture, nata nell'ambito del progetto "Nove artisti per la ricostruzione", a cura della critica d'arte Roberta Semeraro, nacque proprio per rispondere a questa necessità. L'arte del presente  diventava dunque sublimazione del passato, facendosi racconto di una tragedia che resterà per sempre nella memoria della collettività, e, al tempo stesso, rappresentazione plastica della sua rinascita. Il dialogo tra passato e presente si rispecchia oggi anche in quello tra scultura e paesaggio, perché l'opera di Beverly Pepper nasce per luogo e a quel luogo si adatta, si modella, con quel luogo si compenetra. Il paesaggio si trasforma nell'opera dell'arte, l'opera d'arte respira nel paesaggio".

"L'inaugurazione dell'Amphisculpture fu un evento per  tutta la città, una grande festa di musica e di colori, proprio come la volle Beverly Pepper, che ci tenne a presenziare. Newyorchese di nascita, italiana di adozione, resterà per sempre nella memoria e nella storia della Città dell'Aquila, per il dono meraviglioso che ha voluto farci in un momento drammatico. Il suo contributo alla rinascita è stato fondamentale e generoso. La Municipalità aquilana – ha concluso il sindaco Biondi – le serberà per sempre riconoscenza e profondo affetto. Resta la sua opera, superba ed evocativa, moderna ma ricca di richiami all'arte classica e al passato, ancora più suggestiva nelle giornate di sole. Come un sorriso che ha voluto regalarci, ormai parte dell'immagine e del cuore della città".

Ultima modifica il Giovedì, 06 Febbraio 2020 13:12

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