"Nel punto vendita Conad dell'Aquilone i lavoratori sono trattati come bestie".
La denuncia, dai toni piuttosto forti, viene dalla Confsal L'Aquila, che, in una conferenza stampa tenuta dal segretario generale provinciale Fabio Frullo, dal segretario provinciale Fesica (Federazione sindacati industria, commercio e artigianato) Alfredo Moroni e da Marcello Vivarelli (anch'egli nella segreteria provinciale Fesica), ha minacciato "azioni eclatanti", come esposti e segnalazioni a Asl e Ispettorato del lavoro.
Secondo il sindacato, i circa 40 dipendenti del supermercato (gestito non dal colosso agroalimentare ma dalla società Aquila Distribuzione), sono costretti a lavorare in condizioni particolarmente disagevoli: "Abbiamo constatato" hanno detto Frullo, Moroni e Vivarelli "che ci sono prolungamenti non certificati degli orari di lavoro, imposizioni aziendali, per esempio sulle rotazioni dei turni e sulle ferie, a cui i lavoratori (costituiti per lo più da donne, ndc) devono adeguarsi senza fiatare, carichi di lavoro pesanti a tal punto che una lavoratrice ha preferito licenziarsi e lasciare il posto. Abbiamo riscontrato una serie di problemi anche nel rispetto di alcune norme igieniche e di sicuezza: per cambiarsi, per esempio, i dipendenti hanno a disposizione solo un armadietto, in stanze dove non è garantita loro la privacy. In più i locali in cui si trovano gli spogliatoi e gli orologi timbracartellini e marcatempo sono lontani dalle loro postazioni di lavoro, per cui ogni volta perdono almeno un quarto d'ora per recarsi da una parte all'altra".
"Da ottobre chiediamo all'azienda un incontro ma finora ci ha sempre sbattuto le porte in faccia. Se le cose non cambieranno, non è escluso che faremo ricorso ad azioni eclatanti e che faremo partire segnalazioni e denunce agli enti preposti".