Ricorderete la clamorosa denuncia della ex segretaria provinciale della UGL L'Aquila, Giuliana Vespa, che, nel novembre 2018, accusò il sindacato di averla fatta lavorare in nero per 12 anni e di averla poi cacciata per aver chiesto di essere regolarizzata. "Dopo avermi fatto ricoprire incarichi di alta responsabilità (tra cui, appunto, quella di segretario provinciale ma anche di segretario di categoria, ndr) mi hanno commissariata in modo fazioso e ritorsivo quando ho deciso di protestare", spiegò Vespa in conferenza stampa.
La sindacalista aveva chiarito che la motivazione del commissariamento - definita "del tutto menzognera" - era stata il mancato invio del bilancio 2017: "I vertici nazionali chiedano scusa agli iscritti aquilani che, pur avendo espresso democraticamente la propria volontà sono stati traditi in modo vergognoso in quanto il nuovo commissario, calato dall’alto, è colui che rappresentava la sparuta minoranza nel congresso del 29 maggio", aveva tuonato Giuliana Vespa.
La ex segretaria provinciale - accompagnata in conferenza stampa da Piero Peretti, suo predecessore ed ex responsabile nazionale del settore credito - raccontò di aver percepito, per anni, una media di 600 euro al mese per svolgere sia le mansioni da delegato e rappresentante sindacale sia le attività di gestione della sede Ugl. Dunque, annunciò di aver depositato un ricorso contro il suo ex sindacato per farsi riconoscere tutto l’arretrato, sia retributivo (stipendi, indennità di fine rapporto) che previdenziale.
Ebbene, un anno e mezzo dopo il giudice del lavoro Anna Maria Tracanna ha rigettato il ricorso di Giuliana Vespa, chiudendo il contenzioso disponendo la non procedibilità nei confronti del sindacato e dei suoi esponenti.
A quanto si apprende, sarebbe stata archiviata anche la querela per diffamazione e minacce presentata dalla ex segretaria contro il vicesegretario Generale Giancarlo Favoccia e l'attuale segretario dell'Ugl dell’Aquila Roberto Bussolotti che avevano replicato duramente alle affermazioni di Vespa.
Favoccia aveva parlato di "fake news" spiegando che "nello statuto Ugl non sono previste assunzioni per i dirigenti sindacali, inquadrati come volontari a titolo gratuito a meno che esista un diverso accordo tra le parti. Quanto affermato dalla signora Vespa si trasformerà in un boomerang", aveva aggiunto; "esistono degli organi interni al sindacato: da statuto è quindi previsto che un provvedimento adottato dalla Confederazione possa essere impugnato e portato all'attenzione dei proibiviri. Cosa che non è stata fatta. L'unica azione che Vespa ha intrapreso è stata quella di rassegnare le sue dimissioni, bisognerebbe chiedersi il motivo", l'affondo. Favoccia aveva quindi illustrato il percorso che aveva portato all'adozione del provvedimento discplinare di commissariamento. "C'è stata una segreteria confederale, composta da 13 segretari confederali, in cui si è deliberato la sospensione cautelativa immediata da ogni incarico. Queste decisioni vengono adottate quando abbiamo le prove di un fatto grave. Siamo una confederazione seria e quando decidiamo di intraprendere un'azione discplinare abbiamo dei motivi molto seri. Da noi, chi sbaglia paga".
Incalzato dai giornalisti, Favoccia non aveva voluto fornire ulteriori dettagli sul motivo all'origine dell'adozione del provvedimento disciplinare: "Quello che ci ha spinto ad adottare il provvedimento ha a che vedere con questioni interne alla Ugl che non è il caso di rendere pubbliche", aveva tagliato corto.
Anche l'allora commissario Roberto Bussolotti, oggi segretario provinciale, aveva inteso fornire la sua versione dei fatti: "Se Vespa ha le prove dell'invio del bilancio 2017, allora dico che anche io ho delle carte da mostrare. Il sindacato, poi, opera attraverso due strutture: la confederazione e le strutture territoriali, ognuna delle quali con un proprio legale rappresentante. A ricoprire questo ruolo, dal 2006 al 2014, è stata una persona che la signora Vespa conosce molto bene, trattandosi del suo ex marito. Se quindi vuole protestare contro chi ha determinato la sua condizione di lavoratrice a nero, io sarò al suo fianco, ma dovrà rivolgersi proprio all'allora segretario Piero Peretti".