"Ho depositato una interrogazione urgente al presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della Salute e al Ministro del Lavoro sulla situazione della Rems di Barete. Mi sono state segnalate gravi criticità: la residenza per l'esecuzione delle misure di sicurezza avrebbe assunto ormai un aspetto sempre più detentivo e sempre meno una definizione sanitaria riabilitativa".
A dirlo è la deputata del Partito Democratico Stefania Pezzopane che sottolinea come "il clima di paura diffuso stia determinando chiusure preoccupanti e separazioni tra curanti e curandi".
È questo uno dei passaggi chiave della relazione rimessa dall'Osservatorio sul superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari (Opg) e sulle Rems dopo la visita alla struttura del 15 ottobre scorso; un sopralluogo che "ha confermato le criticità emerse negli ultimi tempi alla luce dei gravi episodi segnalati. Alla visita pare abbiano partecipato il direttore generale Asl, il direttore del Dipartimento Salute mentale, un magistrato di sorveglianza, il responsabile del Tribunale del Malato, il referente di Stop Opg Abruzzo", spiega Pezzopane.
Il documento di sintesi sottolinea gli "eventi critici che hanno modificato il buon andamento della Rems constatato nei precedenti report di ottobre 2016 e dicembre 2018". In primis è stato rilevato uno status di degrado della struttura che oggi ospita 20 persone, di cui 3 donne: "cicche di sigaretta sul pavimento, mancato rispetto del divieto di fumo negli spazi comuni, rimozione di una parte dell'arredamento in seguito a episodi di aggressività. In più, per ragioni di sicurezza è stata installata una porta blindata per separare gli spazi clinici dal resto della struttura. Dall'apertura, a maggio 2017, e fino al 25 ottobre 2019, ci sono stati 20 Tso (trattamenti sanitari obbligatori), 8 aggressioni tra pazienti, 21 a operatori, 6 allontanamenti (o tentati)".
L'equipe - si legge nella relazione - ha espresso una grande sofferenza e difficoltà operative nella gestione. "I problemi principali risiedono nella precarietà del personale, nella mancanza di progetti terapeutici e riabilitativi da parte dei Centri per la Salute mentale, nell'aumento di misure provvisorie spesso conseguenza di invii impropri. Nel tempo la risposta repressiva sembra aver subordinando la possibilità di un 'contenimento relazionale': in generale è presente negli operatori un profondo malessere che si associa a una gestione che andrebbe rivista, per lo più improntata all'intervento in emergenza".
Urge un intervento coordinato che parta da una adeguata formazione degli operatori che passi per il necessario coinvolgimento delle associazioni in progetti personalizzati di recupero e riabilitazione, mancando quasi completamente, ora, le attività associative. "Tutto ciò ed altro mi è stato segnalato", ribadisce Pezzopane. "Per questo chiedo di intervenire ai Ministri competenti. Chiedo al Governo di agire in virtù delle proprie competenze, di verificare la situazione e di chiedere conto alla Regione Abruzzo ed alla Asl di quanto sta avvenendo e di come si stanno utilizzando le risorse assegnate pari ad € 1.500.000. La storia dell'Aquila è legata alla psichiatria più moderna e di avanguardia. Qui abbiamo avuto ed abbiamo professionisti che hanno contribuito a scrivere la storia nuova del superamento dei manicomi. Che sta succedendo adesso? Non si può e non si deve tornare indietro, semmai innovare e rinnovare".