Martedì, 10 Marzo 2020 09:16

Italia "zona protetta": come funzionano le restrizioni sugli spostamenti

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A partire da oggi, martedì 10 marzo 2020, gli spostamenti delle persone in tutta Italia subiranno severe restrizioni per provare a contenere il coronavirus.

Le regole imposte avranno enormi conseguenze sulla vita di ogni giorno di milioni di persone: le scuole e le università saranno chiuse fino al 3 aprile, bar e ristoranti saranno chiusi dopo le 18.

Ma le restrizioni sugli spostamenti sono tra quelle che hanno generato più confusione e domande nel Nord Italia, e stanno creando le stesse perplessità nel resto del paese. È importante capire che la situazione italiana è senza precedenti, una delle crisi più gravi nella storia del paese, ed è quindi senza precedenti anche un decreto che limita in questo modo gli spostamenti, così come le sue modalità di applicazione.

È inevitabile che avrà scappatoie e zone grigie: rispettarlo e farlo rispettare sarà complicato e richiederà la collaborazione di tutti. È probabile che capiremo meglio come farlo nei prossimi giorni.

Nel frattempo, la prima cosa da sapere è che gli spostamenti, quelli permessi dal decreto, dovranno essere motivati con un modulo di autocertificazione che si può scaricare qui e stampare per compilarlo. Chi non può stamparlo può ricopiarlo (o compilare sul momento durante un controllo).

Il senso del decreto è che bisogna stare a casa, e uscire soltanto se strettamente necessario.

Dunque, gli spostamenti saranno permessi solo per "comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità, motivi di salute e rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza". 

E questo vale per il territorio comunale e tra un comune e l'altro: gli spostamenti consentiti all'Aquila per i motivi indicati, lo sono anche tra L'Aquila e Barisciano, per intenderci.

 

Esigenze di lavoro Il decreto per tutto il paese prevede che ci si possa spostare per "comprovate esigenze di lavoro".

Questa definizione è vaga, ma la sua attuale interpretazione dice in sostanza che possono spostarsi – con qualsiasi mezzo, per qualsiasi tragitto – tutti quelli che devono necessariamente farlo per motivi di lavoro. Chi non può proprio stare a casa, quindi, o chi non ha ricevuto il permesso di assentarsi dal proprio datore di lavoro, può spostarsi per andare a lavorare. Per dimostrarlo, è richiesta la compilazione del modulo di autocertificazione, che potrà anche essere compilato sul momento durante un eventuale controllo delle forze dell’ordine.

Non potranno spostarsi per alcuna ragione, invece, le persone in isolamento oppure risultate positive al coronavirus.

Per quanto riguarda le merci, il governo aveva chiarito – parlando delle misure sul Nord Italia – che non rientrano fra le limitazioni previste: "Le merci possono entrare e uscire dai territori interessati. Il trasporto delle merci è considerato come un’esigenza lavorativa: il personale che conduce i mezzi di trasporto può quindi entrare e uscire dai territori interessati e spostarsi all’interno degli stessi, limitatamente alle esigenze di consegna o prelievo delle merci".

Situazioni di necessità e motivi di salute Situazioni di "estrema necessità" e di salute sono altri due dei quattro casi per i quali è prevista la possibilità di spostarsi.

Va da sé che nella prima delle due possono rientrare varie cose, a seconda delle interpretazioni: è una definizione vaga, che verrà probabilmente chiarita meglio nelle prossime ore e che serve soprattutto a escludere tutti gli spostamenti di piacere.

Chi deve farsi curare, vedere il medico, o spostarsi per altri motivi medici, può farlo.

Rientro a casa Chi attualmente si trova lontano dalla propria casa può tornarci: "al proprio domicilio, abitazione o residenza". Lo deve fare portando con sé il modulo con l’autocertificazione.

 

Escludendo gli spostamenti per lavoro, "estrema necessità", salute e rientro a casa, si può ovviamente uscire per andare a fare la spesa, anche perché procurarsi da mangiare rientra tra le necessità.

Ma stando formalmente al decreto, non si potrà uscire per farsi una passeggiata, o per andarsi a prendere un gelato, o per andare a casa di un amico, o per andare a gettare l'immondizia a meno di non volerlo considerare motivo di estrema necessità, ma è chiaro che recarsi al cassonetto sotto casa non può essere considerato un'infrazione e non verrà sanzionato.

Bisogna affidarsi - anche - al buon senso.

È inevitabile che questi spostamenti avverranno, ed è impensabile che vengano fatti controlli sufficientemente efficaci per impedirli o disincentivarli concretamente. Ma di nuovo: serve a far capire a tutti i cittadini che non è più il momento di prendere sottogamba l’epidemia di coronavirus, e di rischiare di esporsi al contagio o di contagiare qualcuno per motivi futili.

Per i treni vale tutto quanto sopra: continueranno a circolare, ma ci saranno controlli nelle stazioni per verificare che chi sale abbia un motivo che rientra tra quelli consentiti. Non è chiaro invece in che modalità saranno svolti i controlli sugli autobus, se saranno svolti.

Ultima modifica il Martedì, 10 Marzo 2020 10:09

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