"Per la salvaguardia dei lavoratori e dei professionisti, tecnici, progettisti, architetti e altre figure professionali, è opportuno chiudere immediatamente tutti i cantieri edili presenti sul territorio, compresi quelli della ricostruzione, ad eccezione delle opere pubbliche ritenute strategiche".
E' l'invito che parte dall'Ordine degli architetti della provincia dell'Aquila, che nella riunione del consiglio, che si è svolta il 16 marzo scorso via Skipe, ha stabilito di inoltrare una richiesta formale al presidente della Regione, Marco Marsilio, e all'Associazione provinciale costruttori (Ance), in cui si chiede, vista l'emergenza coronavirus, "la chiusura di tutti i cantieri, a salvaguardia della salute pubblica e degli operatori del settore".
"Nella riunione di consiglio, in cui sono state affrontete diverse problematiche inerenti l'emergenza sanitaria e sociale in corso, legata al diffondersi del Covid-19", dichiara Edoardo Compagnone, presidente dell'Ordine degli architetti delle provincia dell'Aquila, "è emersa l'esigenza di bloccare del tutto la filiera edile, sia pubblica che privata, escludendo da tale provvedimento le opere in corso di realizzazione, o che stanno per partire, che hanno carattere di priorità ed urgenza in quanto strategiche per la collettività. Soprattutto nel nostro territorio, dove buona parte dei cantieri è legata alla ricostruzione post- sisma, con una concentrazione di appalti enorme che impegna, in provincia dell'Aquila, migliaia e migliaia di operai e liberi professionisti, provenienti da tutta Italia".
Compagnone evidenzia come "le misure restrittive adottate dal Governo impongono, in una situazione diversa, nella provincia aquilana, rispetto al resto del Paese, misure di contenimento dei contatti più stringenti. Pertanto, invitiamo il presidente, Marsilio e l'Ance a trasmettere al Governo centrale e agli organismi preposti, una proposta integrativa alle attuali misure adottate, che faccia riferimento proprio alla situazione particolare, ed unica in Italia, che vive il nostro territorio. Nei cantieri edili lavorano, a strettissimo contatto, operai, architetti, ingegneri, geometri e altri professionisti che arrivano da tutto il Paese, in virtù dell'affidamento degli appalti per la ricostruzione. Un movimento di persone e mezzi continuo, soprattutto nel fine settimana", sottolinea il presidente degli Architetti, "quando le maestranze tornano nei territori di origine, dove hanno famiglia. Considerando il momento estremamente delicato e la quarantena, che coinvolge buona parte della popolazione, non è possibile lasciare attivi centinaia di cantieri e mettere, così, a potenziale rischio i nostri associati e tutti i professionisti, oltre alle maestranze che continuano a portare avanti con dedizione e senso di responsabilità il loro lavoro".
"Siamo disponibili, come associazione di categoria, a valutare insieme all'Ance e alle istituzioni locali", conclude Compagnone, "ogni possibile soluzione che garantisca la tutela economica dei lavoratori e dei professionisti coinvolti, ivi compreso il rispetto dei tempi previsti negli appalti che, in caso di fermo produttivo, dovranno essere necessariamente rivisti".