Mercoledì, 18 Marzo 2020 11:20

Coronavirus, la Sevel si ferma fino al 22 marzo. I sindaci del Chietino scrivono a Conte: "Chiudere le fabbriche"

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Quarantuno sindaci del Chietino chiedono "misure più restrittive", ossia la chiusura di tutte le attività economiche e industriali non indispensabili della Val di Sangro. Lo fanno con una lettera al premier Conte e al presidente della Regione Marsilio.

La missiva giunge al termine di giorni di tensione tra i lavoratori, le forze sindacali e le aziende, in merito alle condizioni di lavoro e dei trasporti legati alla vicenda del coronavirus.

"Le famiglie vivono situazioni paradossali e di grande ansia. Mentre ai bambini viene giustamente imposto di stare a casa, ai genitori viene chiesto di recarsi a lavorare in fabbrica in cui sono grandi assembramenti e il rischio di contagio elevato. Non stiamo forse vanificando gli sforzi degli abruzzesi che si adeguano alle disposizioni del governo nella speranza di concorrere con adeguati comportamenti al contenimento del contagio?" scrivono i sindaci del comprensorio della Val di Sangro.

Intanto la Sevel di Atessa è tornata a bloccare la produzione del furgone Ducato. La misura, scattata il 17 marzo, sarà applicata fino a domenica 22 marzo.

La decisione è stata presa per mancanza di componentistica e forniture provenienti da varie aziende dell'indotto.

Sono gli effetti immediati del clima che si respira nell'area industriale della Val di Sangro per l'assenza di molti operai che oggi non sono andati al lavoro nelle rispettive aziende, con calo di presenze anche nella stessa Sevel, e non vi andranno nei prossimi giorni per paura del contagio da Coronavirus e dall'esigenza di avere certezza sui sistemi di sicurezza per la salute.

Con la scarsità dei pezzi necessari ad assemblare il Ducato la direzione Sevel ha quindi annunciato a sindacati e lavoratori la decisione di sospendere di nuovo la produzione, che era ripartita questa mattina dopo 5 giorni di interruzione, da giovedì 12 a lunedì 16 marzo, per adeguare l'organizzazione del lavoro al decreto governativo.

Fiom e Fim appoggiano richiesta sindaci

Fiom Cgil e Fim Cisl concordano pienamente con la richiesta dei 41 sindaci del comprensorio Sangro-Aventino di chiudere tutte le attività economiche e industriali che non producono beni di prima necessità. Misure più restrittive sono state infatti auspicate con un documento inviato al premier Giuseppe Conte e al presidente della Regione, Marco Marsilio.

"In questo momento difficile - dice Alfredo Fegatelli, segretario generale Fiom Chieti- è giusta tale richiesta a difesa delle proprie comunità che iniziano a vedere i primi segnali di questo maledetto virus. È evidente che la situazione si ripercuote anche sui lavoratori residenti nei paesi. La prova evidente è stata quando in Sevel i sindacati hanno concordato con l'azienda che i lavoratori che non erano in condizione di recarsi al lavoro sarebbero stati coperti dalla cassa integrazione. Infatti, ieri oltre il 60% dei lavoratori Sevel non si è presentato al lavoro. In altre aziende, dove non è stato possibile questo percorso, sono stati dichiarati gli scioperi con alta adesione. Questa situazione, e non solo, - aggiunge Fegatelli- ha giustamente preoccupato i sindaci della ValSangro che stanno chiedendo con forza attraverso la Prefettura l'intervento del Governo a tutela delle comunità che rappresentano. Riteniamo importante questa presa di posizione dei sindaci e ricordiamo che se esistono i presupposti, gli stessi, coinvolgendo la Regione, possono percorrere la strada della quarantena nei propri comuni al fine di contribuire a limitare i movimenti e di conseguenza la diffusione del virus. La Fiom sarà a sostegno dei lavoratori e di quanti opereranno a difesa degli stessi e delle comunità in cui vivono".

Quanto alla segreteria regionale Abruzzo - Molise della Fim Cisl evince in una nota che "Appoggia e sostiene l'iniziativa dei sindaci perché la salute dei lavoratori e delle loro famiglie deve venire prima di qualsiasi interesse economico. Condividiamo le preoccupazioni dei 41 sindaci della Provincia di Chieti, dei sindaci di Teramo, L'Aquila e del Molise che hanno scritto ai Presidenti delle Regioni e al Presidente del Consiglio chiedendo la chiusura delle attività produttive non di prima necessità. Nelle aziende e sui mezzi di trasporto pubblico risulta difficile il rispetto dei decreti e ogni probabilità di contagio deve essere scongiurata in tutti i modi".

Coronavirus: posticipata riapertura stabilimenti Brioni

Posticipata a lunedì 23 marzo la riapertura dei siti produttivi della Brioni a Penne (Pescara), Montebello di Bertona (Pescara), Civitella Casanova (Pescara) e Curno (Bergamo).

Lo rendono noto le Rsu sindacali che specificano che "per garantire la completa disponibilità dei dispositivi di Sicurezza individuali, e coerentemente con l'impegno preso con i lavoratori, riteniamo una scelta responsabile posticipare la riapertura degli stabilimenti".

Inizialmente i siti produttivi avrebbero dovuto riaprire domani.

Ultima modifica il Mercoledì, 18 Marzo 2020 20:12

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