Martedì, 30 Novembre 2021 11:22

Sevel, i sindacati: “Le scelte di Stellantis portano a centinaia di licenziamenti, la Regione convochi tavolo di crisi”

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“Purtroppo, quello che temevamo sta avvenendo: nel completo disinteresse della politica regionale, altri 190 lavoratori in staff leasing saranno lasciati a casa e si aggiungono ai 300 già usciti alla fine di settembre e, purtroppo, riteniamo che altri 250 rimasti seguiranno la stessa sorte entro la fine dell’anno”.

I sindacati Nidil Cgil, Felsa Cisl e Uiltemp Uil tornano a lanciare l’allarme sul futuro della Sevel dopo la drastica riduzione dei turni in produzione e manutenzione.

“E’ importante - sottolineano - non sottovalutare le ricadute pesanti, in termini occupazionali, che le scelte industriali di Stellantis avranno sulle aziende dell’indotto nelle quali sono occupati più di 1.000 lavoratrici e lavoratori in somministrazione che producono componenti per Sevel. Riteniamo che questa scelta unilaterale di Stellantis, gruppo del quale fa parte Sevel, per L’Abruzzo, rischia di provocare più danni di quelli provocati dalla pandemia”.

“Ribadiamo che le lavoratrici e i lavoratori somministrati hanno pari dignità degli altri occupati, per questo motivo riteniamo meritino l’attivazione e la convocazione del tavolo di crisi di settore regionale e nazionale con il coinvolgimento di tutte le istituzioni interessate a difesa dell’occupazione delle lavoratrici e dei lavoratori somministrati di questa provincia e di tutta la regione”.

Di fronte al rischio della tenuta occupazionale non solo del territorio della Val di Sangro ma di tutto il territorio regionale, chiediamo con forza al Presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio e all’Assessore alle attività produttive Pietro Quaresimale l’attivazione e la convocazione, urgente, del tavolo di crisi di settore coinvolgendo le organizzazioni sindacali Nidil Cgil, Felsa Cisl e Uiltemp Uil, per trovare soluzioni per garantire il mantenimento occupazionale ed evitare un problema sociale, per le lavoratrici e i lavoratori somministrati della Val di Sangro, usando tutti gli strumenti sia contrattuali che legislativi, ordinari e straordinari, a disposizione".

I sindacati si dicono quindi “pronti a fare la nostra parte e non ci rassegniamo all’idea che i primi a pagare queste decisioni unilaterali siano le lavoratrici e i lavoratori in somministrazione, che per la loro condizione sono la parte più debole del processo produttivo”.

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