Sono saliti a 2.629, ovvero l'8,3% dei casi totali, gli operatori sanitari contagiati.
Emerge da una rielaborazione della Fondazione Gimbe aggiornata su dati Iss. Un numero enorme, si fa notare, visto che "è una percentuale più che doppia rispetto alla coorte cinese".
A ieri, le vittime tra chi cura i pazienti in corsia sono salite a 14: a darne notizia è la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici (Fnomceo) che si occupa dei decessi accertati tra i camici bianchi.
Una lista ogni giorno più lunga, con i nomi di medici in grandissima parte vittime del dovere, perché impegnati in una lotta senza quartiere al coronavirus; una lotta il più delle volte combattuta - insieme agli infermieri - quasi a mani nude, spesso dalla prima trincea di difesa, quella dei medici di famiglia. Mancano infatti quasi ovunque i Dispositivi di protezione individuale (Dpi) per evitare il contagio, dalle mascherine alle maschere facciali, dai camici ai guanti monouso.
Anche per questo, "è necessario estendere l’utilizzo del test con tampone a tutti i medici asintomatici che trattano i pazienti con Covid-19, per impedire una diffusione impropria del contagio" l'appello Filippo Anelli, presidente Fnomceo; "medici e personale sanitario asintomatici ma positivi al nuovo coronavirus senza saperlo rappresentano una mina vagante ed un enorme rischio negli ospedali".
Ha aggiunto Anelli: "Si devono ridefinire le priorità nella lotta al nuovo Coronavirus, mettendo subito in sicurezza tutti i medici e gli infermieri come strategia primaria di sanità pubblica. Dai dati dei positivi che emergono, evidentemente, si tratta di categorie professionali a rischio altissimo. Per loro, la fornitura di dispositivi di sicurezza deve essere una priorità ed un tema di sicurezza nazionale".
La risposta dei sistemi sanitari regionali arriva, ma in ordine sparso.
In Abruzzo, tra i test positivi emersi ieri si è registrato anche il caso di un operatore sanitario dell'Ospedale San Salvatore: i vertici della Asl provinciale e il dipartimento di prevenzione sono al lavoro per verificare la rete di contatti e rintracciare il maggior numero di persone possibile. Intanto, l'assessore regionale alla sanità Nicoletta Verì, giusto ieri, ha chiarito che si sta lavorando all'acquisizione dei dispositivi e alla possibilità di somministrare i tamponi a tutto il personale sanitario. "Il mio indirizzo - ha precisato Verì - è quello di somministrare questi test prevalentemente al personale medico che é più a contatto i pazienti infettivi, per poi via via estenderli a tutto il personale. Le scelte che saranno compiute dipenderanno anche dal numero di tamponi che avremo a disposizione. Tuttavia, grazie alla convenzione che abbiamo stipulato con l'Istituto Zooprofilattico di Teramo, potremo ampliare la platea dei soggetti a cui potrà essere somministrato il tampone".