In attesa che il Comune dell'Aquila pubblichi l'avviso per l'accesso alla quota parte dei 400 milioni stanziati dal Governo con ordinanza della Protezione civile per dare risposta ai cittadini bisognosi, sta facendo discutere la decisione della Giunta comunale di 'accentrare' il sistema di assitenza alle famiglie che avessero bisogno di beni di prima necessità.
Un passo indietro.
Con ordinanza 20 del 31 marzo scorso, il presidente della Giunta regionale Marco Marsilio ha disposto che "sia garantita la mobilità alle Caritas Diocesane, alle Caritas Parrocchiali e agli enti gestori del terzo settore ad esse collegate, al fine di proseguire nell’attività di quotidiana raccolta dei beni alimentari, di ridistribuzione alle strutture che assistono i poveri e nello svolgimento del servizio di consegna a domicilio, con modalità sicure e protette rispetto ai rischi di contagio attivo e passivo ai sensi dei provvedimenti statali e regionali adottati a carattere cogente e straordinario".
D'altra parte, in Giunta comunale - nei giorni scorsi - era arrivata una delibera che prevedeva di stipulare una convenzione con il Centro di servizi per il volontariato per offrire servizi di prossimità a 'bassa soglia' coinvolgendo le realtà territoriali del terzo settore operanti in ambito sociale e socio-sanitario.
Tuttavia, la delibera non è stata mai approvata.
Anzi, ieri il sindaco dell'Aquila Pierluigi Biondi ha annunciato che da lunedì 6 aprile, chiamando il numero verde comunale, i cittadini che avessero necessità potranno richiedere la consegna a domicilio di beni di prima necessità che verranno consegnati dagli Alpini del IX Reggimento, in divisa.
A coordinare la raccolta delle donazioni è direttamente il Comune dell'Aquila.
Di fatto, è stata 'esautorata' la rete del terzo settore. Sia chiaro: la Caritas, e così gli enti gestori, potranno autorganizzarsi con la loro rete, stante la disposizione della Giunta regionale, ma è chiaro che c'è stata una sorta di 'chiusura' all'esterno che in molti non hanno affatto digerito.
Anzi. A far discutere è che il Comune non abbia pubblicato alcun avviso rivolto alle associazioni del terzo settore per coinvolgerle nel servizio, invitandole a collaborare facendo riferimento all'Ente come 'cabina di regia': piuttosto è stata individuata l'associazione 'Azimut', politicamente vicina alla Lega e presieduta da uno degli addetti alle segreterie degli assessori, che farà da anello di congiunzione tra Comune e Alpini.
Non proprio un modo trasparente di agire, considerato che si sarebbe potuto - e dovuto - fare affidamento alla rete già consolidata del terzo settore che, da anni, lavora con le fragilità e che avrebbe garantito un servizio più puntuale, stante la conoscenza pregressa delle situazioni di criticità.
La precisazione di Azimut
I responsabili dell’Associazione hanno chiarito, in risposta all'articolo, che “non sarà Azimut a gestire le richieste e le informazioni che verranno rese dai cittadini, né ad essere anello di congiunzione tra Comune ed Alpini. L’associazione è apolitica e da sempre slegata da logiche partitiche, come dimostrato dalle nostre attività e finalità sociali. Per le richieste sarà attivo un numero verde del Comune gestito da operatori dell'Ente: le informazioni verranno gestite esclusivamente dai settori competenti, così come le consegne. L’Associazione Azimut ha contribuito donando derrate alimentari alla Caritas di Pile. L’attività è svolta su base volontaria e gratuita da parte di tutti. Come da 8 anni a questa parte".