'Fase 2' diluita, parole d'ordine 'gradualità' e 'prudenza': è questo l'orientamento emerso nel corso del vertice tra il premier Giuseppe Conte e i tecnici in vista della scadenza dell'ultimo Dpcm che ha esteso le restrizioni al 13 aprile.
Il primo step dopo la Pasquetta: si procederà con la riapertura di alcune attività produttive; il Presidente del Consiglio già nelle prossime ore vedrà i rappresentanti delle imprese e dei sindacati, oltre alle Regioni, per decidere come allargare il novero delle attività consentite. Tra queste potrebbero esserci quelle connesse alle filiere alimentare, farmaceutica e sanitaria ma anche l'agricoltura, le aziende meccaniche, oltre agli studi professionali sebbene con rigide misure di sicurezza: l'affluenza negli uffici dovrà essere minima, si dovranno prevedere turni alternati per fasce giornaliere. In ogni caso dovrà essere garantita la distanza di almeno un metro; la regola si applicherà, in particolare, per i negozi: per gli acquisti sarà necessario mettersi in coda con ingressi scaglionati. Verrà introdotto, altresì, una sorta di 'indice di rischio' per i lavoratori: chi è più esposto dovrà utilizzare i dispositivi di protezione.
Entro venerdì Conte dovrebbe aver concluso gli incontri per poi procedere al nuovo Dpcm nella giornata di sabato.
Il secondo step, invece, dovrebbe scattare il 4 maggio, così da evitare esodi nei fine settimana del 25 aprile e del 1° maggio, con una rimodulazione delle misure per spostamenti ed uscite: verrebbe consentito alla popolazione di tornare ad uscire con regolarità, frequentare i parchi pubblici e le aree verdi, spostarsi anche fuori dai confini comunali per motivate ragioni. D'altra parte, più passa il tempo e più diventa difficile tenere le persone a casa, come dimostrano i numeri delle denunce che continuano ad essere elevati: anche ieri oltre 10mila. Insomma, passati i ponti, qualche apertura verrà concessa, ma per tornare a prendere un caffè in un bar o a mangiare con gli amici al ristorante bisognerà ancora aspettare.