Cresce il malcontento tra gli amministratori locali per il ruolo che la sanità marsicana ha assunto nel quadro dell'emergenza epidemiologica legata al diffondersi del covid-19.
"In un delicato momento come questo, della contrapposizione politica facciamo volentieri a meno: l'unica cosa di cui abbiamo bisogno è conoscere, nel dettaglio, cosa la Regione intende fare sulla programmazione sanitaria nella Marsica", l'affondo di Stefano Iulianella (Sindaco di Pescina), Tonino Mostacci (Sindaco di Collarmele), Vincenzo Giovagnorio (Sindaco di Tagliacozzo), Roberto Giovagnorio (Consigliere provinciale), Enzo Di Natale (Sindaco di Aielli), Velia Nazzarro, (Sindaco di Carsoli), Gianfranco Tedeschi (Sindaco di Cerchio), Rosanna Salucci (Sindaco di Collelongo), Gianclemente Beradini (Sindaco di Gioia dei Marsi), Lorenzo Berardinetti (Sindaco di Sante Marie) e Olimpia Morgante (Sindaco di Scurcola Marsicana), in risposta alle ultime affermazioni dell'assessore alla Sanità Nicoletta Verì.
"Francamente siamo stanchi di sentirci dire che 'non verremo abbandonati', senza sapere come si occuperanno di noi. L'unica vera notizia emersa ieri è la scelta di lasciare no-Covid i due presidi di Pescina e Tagliacozzo, contrariamente a quanto però affermato nei giorni scorsi da altri esponenti politici. Un orizzonte caotico è quello che ci troviamo davanti ad oltre un mese dall'inizio dell'emergenza - denunciano gli amministratori della Marsica - e dopo i vari interventi che hanno interessato gli ospedali Hub della nostra regione, ultimo in ordine temporale la realizzazione del Covid Hospital a Pescara".
Dunque, gli ammnistratori hanno deciso di rivolgere alcune domande al Presidente Marsilio.
"L'articolo 18 del D.L. 18/2020 ha assegnato all'Abruzzo delle risorse straordinarie aggiuntive per fronteggiare l'emergenza. Con Deliberazione della Giunta regionale del 8.4.2020, n. 176, sono state iscritte nei rispettivi capitoli di entrata e di spesa risorse per un totale di euro 30.908.850 di euro. Tenuto conto che ciascuna Regione è tenuta a redigere un apposito Programma operativo per la gestione dell'emergenza Covid-19, che deve essere approvato dal Ministero della Salute di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze, siamo a chiedere:
- Quando verranno riattivate tutte le funzioni dei presidi sanitari di Pescina e Tagliacozzo e dei relativi Punti di Primo Intervento, ancora tutt'oggi sospesi dall'inizio dell'emergenza?
- Il programma operativo per la gestione dell'emergenza è stato redatto dalla Regione Abruzzo e trasmesso al Ministero della Salute?
- All'interno del programma operativo di cui al punto 2), qual sarà il ruolo del Presidio Ospedaliero di Avezzano e delle strutture di Pescina e Tagliacozzo?
- Con lo scopo decongestionare il carico di lavoro sui presidi ospedalieri che attualmente stanno gestendo i pazienti COVID ed al fine di assicurare ai pazienti No-COVID una maggiore sicurezza, la Regione intende disporre lo spostamento di alcuni reparti come lungodegenza e geriatria nelle strutture di Pescina e Tagliacozzo?
- In relazione alla pianificazione della fase due, in che modo le strutture di Pescina e Tagliacozzo verranno interessate dalla necessità di assicurare il celere smaltimento delle liste di attese, alla luce delle riprogrammazioni disposte dalla fase uno?
- Con riferimento al punto 4) in che misura la Regione Abruzzo sta immaginando di potenziare le prestazioni attualmente erogate dai presidi sanitari pubblici, in che misura, e con quali tempistiche?".
Mai come adesso "abbiamo bisogno di certezze sulla pianificazione della sanità regionale nell'interesse dei cittadini e per tale ragione è indispensabile che la Regione parli chiaramente e per fatti anche del futuro della sanità marsicana. La comunità che rappresentiamo ha bisogno di servizi e impegni concreti, perché il territorio sia coperto e il diritto alla salute tutelato pienamente".
Sulla stessa lunghezza d'onda Maurizio Pendenza, coordinatore di Italia Viva Avezzano. "Il regionalismo è stato da sempre il principio fondamentale per affrontare le campagne elettorali regionali, adeguando l'identità abruzzese alla sfida culturale e programmatica dei 5 anni di governo. Questa amministrazione di centrodestra ha fatto di più: ha incentrato tutto il dibattito elettorale sulla necessità consapevole di un nuovo equilibrio e di una nuova politica per le aree interne. Ma la sanità che occupa lo spazio principale nel bilancio di una regione non dovrebbe essere il cardine di questa nuova politica, a maggior ragione di fronte la sfida che ci si trova a dover affrontare?", si chiede Pendenza.
"In questo contesto pandemico non dovremmo parlare di hub di II livello, ma occuparci del tema dei posti letto e degli strumenti per le terapie intensive che fronteggino materialmente il Covid; non discutendo di un superamento del decreto Lorenzin (dibattito giusto ma assolutamente successivo) quanto piuttosto di una nuova politica per la medicina territoriale, con un potenziamento del territorio per fronteggiare i malati di coronavirus in assistenza domiciliare. Dovrebbero essere i numeri dei contagiati e delle urgenze a dettare oggi la linea alla politica sanitaria regionale, non i bacini di utenza per lo sviluppo di una nuova riorganizzazione ospedaliera afferente a momenti politici ordinari".
La sfida che abbiamo di fronte è epocale e non permette errori di sorta, soprattutto di analisi. "Spendere 11 milioni di euro per l'ospedale Covid di Pescara fa male a chi, come nel territorio marsicano, attende interventi capillari a favore del territorio. Ma suona ancor più come una beffa il prossimo stanziamento di mezzo milione di euro per l'ospedale di Popoli che potrà ripristinare una vitalità ospedaliera che mancava da qualche tempo. E Avezzano? E la Marsica? Perché nessuno ha voluto affrontare concretamente la realizzazione di un ospedale Covid nell'ex presidio di Tagliacozzo o di Pescina o la possibilità di un rafforzamento dell'ospedale di Avezzano? I numeri dei contagiati oggi li presentano maggiormente la zona marsicana e la valle Peligna, mai di fatto entrate in alcun dibattito regionale. Ricordiamo quanti esponenti politici sono venuti per accaparrarsi le preferenze nel territorio marsicano o peggio a dettare la linea provinciale a partiti alle prese con il rinnovamento della classe dirigenziale e notiamo come nessuno si faccia più vivo ora in cui il territorio sente l'esigenza forte di essere ascoltato".
La verità è che siamo più isolati di prima. "E questa situazione ha sicuramente una matrice e una responsabilità politica ben precisa", aggiunge Pendenza. "Per di più, nel momento in cui i contagi stanno subendo una lenta discesa e siamo in una fase di pianoro, in cui i ricoverati sono in lieve calo al pari di chi è costretto alla terapia intensiva, la regione Abruzzo costruisce un nuovo ospedale. La riflessione dovrebbe invece essere un'altra: se nella fase 1 dell'emergenza gli ospedali hanno retto l'urto del coronavirus, nella fase 2 serve un cambio di modulo e di strategia e si dovrebbe vertere l'attenzione sull'assistenza domiciliare dei medici di famiglia e delle USCA; vale a dire spendere risorse importanti messe a disposizione dagli ultimi decreti non solo per l'assistenza capillare di chi oggi è in quarantena nelle proprie case ma anche per rendere concreta la costruzione di un vero e proprio presidio territoriale dei medici di famiglia più volte annunciato e mai realizzato e che sicuramente non cesserà di essere vitale anche per il futuro. Come si vuole costruire la comunità abruzzese, attraverso nuovi e più aspri campanilismi? O facendo riflessioni più ampie sulle necessità della collettività? Di certo, finora, ci sono solamente l'assoluta lontananza tra la dimensione degli interventi e la realtà e la mancanza di una classe dirigente che sappia mobilitarsi rispetto al futuro e a quanto dichiarato in passato".