Mercoledì, 22 Aprile 2020 14:42

Bando per i buoni alimentari, il Tar dà torto al Comune dell'Aquila

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Il tribunale amministrativo regionale ha emesso un decreto cautelare sul bando per i buoni alimentari per l'emergenza Covid pubblicato nei giorni scorsi dal Comune dell'Aquila.

Sia chiaro: il Tar non sospende la distribuzione dei buoni alla popolazione, ma con il decreto obbliga l'Ente a permettere che una famiglia non residente nel territorio comunale possa fare domanda per gli aiuti governativi, i 368 mila euro destinati al Comune a valere sui 400 milioni stanziati dal Governo per il tramite di una ordinanza di Protezione civile destinati, appunto, ai nuclei in difficoltà economiche. 

"La famiglia di tre persone non ha potuto fare domanda per i buoni alimentari del Comune per via dei criteri discriminatori decisi dell'amministrazione", denuncia la Rete solidale dell'Aquila. "Il fatto che tutti i membri fossero residenti in un comune pugliese li aveva ingiustamente esclusi dal bando. Uno di loro, inoltre, è stato impiegato nella ricostruzione post-sisma fino all'inizio dello scorso febbraio, rimanendo poi disoccupato". D'altra parte, è stato ribadito che i buoni possono essere usati soltanto negli esercizi convenzionati del territorio e, dunque, era piuttosto intuitivo che un nucleo familiare domiciliato all'Aquila seppure avesse presentato domanda nel comune di residenza non avrebbe potuto fruire del contributo statale.

Per questo, e proprio su stimolo della Rete solidale, la famiglia ha inoltrato un ricorso al Tar supportata dagli avvocati Fausto Corti, Gianluca Racano, Francesco Rosettini e Andrea Piermarocchi che si sono messi generosamente a disposizione.

Nel decreto cautelare il giudice del Tar Umberto Realfonzo ha citato il parere qualificato dell'Ufficio per la promozione della parità di trattamento e la rimozione delle discriminazioni fondate sulla razza o sull'origine etnica (UNAR), che nei giorni scorsi aveva suggerito ai Comuni di non adottare criteri discriminatori per la distruzione dei buoni spesa a sostegno dell'emergenza Covid. Ne abbiamo scritto ieri [qui]: di fatto, l'ufficio ha evidenziato il profilo potenzialmente discriminatorio "nell'adozione di criteri quali la cittadinanza italiana, ovvero la cittadinanza di uno Stato appartenente all'Ue, ovvero il permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo per i cittadini non Ue o la carta di soggiorno per familiare, comunitario o extra comunitario, di cittadino dell'Ue" ribadendo, altresì, l'invito ad estendere l'accesso ai bandi "a coloro che non iscritti all'anagrafe purché domiciliati di fatto nel Comune, anche temporaneamente in quanto costretti sul territorio a causa del blocco della mobilità imposto dall'emergenza".

Questi criteri "potrebbero infatti generare una discrimazione verso chi non possieda tali requisiti e tuttavia verta nella condizione di 'stato di bisogno' per richiedere i buoni alimentari", è stato ribadito

Quello vinto stamane dalle associazioni della Rete Solidale è solo il primo dei ricorsi presentati sull'inaccettabile delibera della giunta Biondi. "Nei prossimi giorni, infatti, sono attesi gli esiti di altri due ricorsi presentati da alcuni abitanti dell'Aquila, stranieri residenti ma privi del permesso di soggiorno di lunga durata, assistiti per un ricorso dagli avvocati Corti, Racano, Rosettini e Piermarocchi, e per l'altro dagli avvocati dell'associazione per gli studi giuridici sull'immigrazione (Asgi). La possibilità che una persona non residente nel Comune, e che peraltro contribuisce con il suo lavoro alla ricostruzione della città, possa ora fare domanda per un sostegno concreto in una situazione di forte difficoltà rappresenta un altro passo verso l'affermazione dei principi che sosteniamo fin dall'inizio dell'emergenza: solidarietà, mutuo aiuto, sostegno concreto a tutti e tutte".

Nella situazione difficile che si è venuta a creare a causa del coronavirus, "è assurdo negare aiuti a famiglie indigenti solo perché non residenti all'Aquila. Persone alle quali, peraltro, è vietato muoversi verso i luoghi di residenza anagrafica. Non lasceremo indietro nessuno, soprattutto gli invisibili, anche opponendoci con i fatti a chi amministra attraverso le discriminazioni e l'arroganza".

Ultima modifica il Mercoledì, 22 Aprile 2020 20:22

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