"L’istituzione della figura dell’assistente civico, in questo primo step della fase due, rappresenta un segnale ma non la soluzione dei problemi legati al controllo degli assembramenti, del distanziamento interpersonale e del rispetto delle regole per contenere il contagio da coronavirus".
Lo ha affermato il sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi al taccuino dell'agenzia Agi.
"Il primo argine alla diffusione del Covid - ha sottolineato Biondi - rimane il senso di responsabilità degli italiani che, in questi mesi, hanno mostrato una grande consapevolezza rispetto alla pandemia e ai suoi, spesso tragici, effetti. Per intervenire nel medio e lungo periodo, piuttosto, sarebbe utile che il governo intervenisse supportando i Comuni con stanziamenti stabili a sostegno dell’attività dei corpi di Polizia municipale, addestrati e preparati per svolgere un’attenta azione di controllo del territorio".
"Il mio scetticismo - ha aggiunto il sindaco - è legato soprattutto alle competenze che dovrebbero essere in capo a questi volontari, ai quali sarebbe demandato un mero compito di segnalazione di eventuali affollamenti nonché di invito - non è chiaro in base a quale autorità - al rispetto di comportamenti adeguati. Invece di immaginare surrogati di funzioni essenziali si investa sugli enti locali affinché si possa creare reddito, invece di regalarlo, ampliando le piante organiche delle polizie municipali, spesso a corto di risorse umane ed economiche e per questo impossibilitate allo svolgimento di turnazioni serali e notturne, ovvero negli orari in cui la cosiddetta 'movida' riempie le nostre strade".
Esiste un livello di "trincea" tra istituzioni centrali e popolazione - ha concluso Biondi - rappresentato dagli enti territoriali "a cui negli anni sono state trasferite una serie di responsabilità senza un commisurato sostegno finanziario che, piuttosto, è stato progressivamente ridotto".