Giovedì, 28 Maggio 2020 16:02

Intercettazioni Palamara, scontro tra Salvini e Legnini. Lega: "Lasci il ruolo di commissario alla ricostruzione del centro Italia". L'ex vicepresidente del Csm: "Mio intervento dovuto"

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E' bufera sulle intercettazioni pubblicate stamane sulle pagine del quotidiano 'La Verità' nell'ambito dell'inchiesta sul magistrato Luca Palamara, ex presidente dell'Anm, indagato per presunta corruzione.

Agli atti dell'indagine sono finite alcune chat tra Palamara e Giovanni Legnini, già vice presidente del Csm e attuale commissario straordinario alla ricostruzione del centro Italia; i fatti risalgono, scrive il quotidiano, al 24 agosto 2018: Legnini avrebbe scritto a Palamara subito dopo l'iscrizione nel registro degli indagati di Matteo Salvini per la vicenda della nave 'Diciotti'.

"Luca, domani dobbiamo dire qualcosa sulla nota vicenda della nave", le parole attribuite a Legnini; Palamara avrebbe risposto: "Ok, sono pronto". Avrebbe aggiunto Legnini: "Sì, ma domattina dovete produrre una nota, qualcosa insomma". Ed in effetti, il pomeriggio successivo uscirà una nota e il caso 'Diciotti' finirà all'ordine del giorno del plenum del Csm.

"Oggi 'La Verità' pubblica altre incredibili intercettazioni, che svelano la natura di alcune iniziative dei magistrati contro il sottoscritto", l'affondo di Matteo Salvini. "Emergono le trame di Giovanni Legnini, vicepresidente del Csm e sottosegretario di due governi a guida Pd, per far intervenire il Consiglio Superiore della Magistratura a supporto delle indagini sullo sbarco degli immigrati dalla nave Diciotti. In quell’occasione - aggiunge Salvini - da quanto ricostruisce 'La Verità', quattro consiglieri del Csm (tra cui Luca Palamara) invocavano l’intervento del Csm, così come ordinato da Legnini, per difendere 'l’indipendenza della magistratura' che io avrei messo in pericolo. Un attimo dopo, Legnini rispondeva pubblicamente che l’unico obiettivo era assicurare 'l’indipendenza della magistratura', confezionando il messaggio (immediatamente rilanciato dal sito di 'Repubblica') di una magistratura al di sopra delle parti e preoccupata perché il ministro Salvini osava difendere l’Italia e pretendeva di bloccare gli sbarchi rifiutando l’accusa di essere un sequestratore".

"Sono sicuro - conclude Salvini - che il Capo dello Stato non resterà indifferente: ne va della credibilità dell’intera Magistratura italiana, la situazione è ormai intollerabile e occorrono interventi drastici, rapidi e risolutivi, per il bene del Paese".

A stretto giro, i segretari regionali leghisti delle regioni del centro Italia colpite dagli eventi sismici a cavallo tra il 2016 e il 2017Riccardo Marchetti, commissario Lega Marche, Virginio Caparvi, segretario Lega Umbria, Francesco Zicchieri, segretario Lega Lazio e Luigi D'Eramo, segretario Lega Abruzzo - hanno chiesto le dimissioni di Legnini dal ruolo di commissario: "E' un uomo di parte, che ha utilizzato il ruolo istituzionale di vicepresidente del Csm per aizzare i pm contro l'allora ministro dell'Interno Matteo Salvini. È sconcertante quanto emerge dalle intercettazioni pubblicate da 'La Verità'. A questo punto, Legnini lasci immediatamente il ruolo di commissario straordinario per la ricostruzione. Ha contribuito a demolire la credibilità del Csm, stia lontano dalle nostre regioni". 

Sul piede di guerra anche Fratelli d'Italia. "Arrivano ulteriori inquietanti dettagli dalle chat di Luca Palamara. Il cellulare del Pm romano, inesauribile fonte di fetore istituzionale, ci restituisce un Legnini, all’epoca vicepresidente del Csm, che piegava a fini politici l’intera magistratura sulla questione della nave Diciotti" l'affondo di Andrea Delmastro, deputato meloniano e responsabile giustizia del partito. "Traffico di influenze, spartizione dei posti, lottizzazioni delle procure, utilizzo politico della legge e delle indagini coinvolgevano anche Legnini. Abbiamo depositato oggi interrogazione per chiedere l’immediata rimozione di Legnini da Commissario Straordinario di governo per la ricostruzione delle aree colpite dal terremoto in centro Italia. Nessun uomo coinvolto in queste allucinanti conversazioni deve rimanere al suo posto se vogliamo ricostruire la credibilità del Csm". 

Legnini: "Mio intervento dovuto"

"Si trattò di un intervento doveroso, che rientra nelle competenze del Csm, svolto esclusivamente a tutela dell’indipendenza della magistratura dagli altri poteri dello Stato, e che rifarei esattamente negli stessi termini poiché mi sono sempre battuto per affermare le reciproche sfere di autonomia tra magistratura e politica. I messaggi oggi pubblicati non hanno nulla a che vedere, dunque, con la vicenda Palamara".

Lo ha dichiarato Giovanni Legnini auspicando la chiusura di "una polemica generata dallo stillicidio di pubblicazioni di messaggi decontestualizzati e perciò parziali e fuorvianti".

Legnini ha inteso fare chiarezza a seguito della pubblicazione delle chat con Luca Palamara: "I fatti sono noti e facilmente verificabili, e risalgono al 24 agosto 2018 e ai giorni successivi. Il Procuratore della Repubblica di Agrigento aveva avviato un’indagine sulle vicende dello sbarco dei migranti dalla nave Diciotti, ed in conseguenza di tale attività era stato fatto oggetto di aggressioni sulla stampa e sui social da parte di esponenti politici e di governo", ricorda Legnini. "La magistratura associata si espresse subito con posizioni a tutela dell’indipendenza delle attività del Procuratore: intervenne pubblicamente l’ANM, il gruppo di Autonomia e Indipendenza, altri gruppi e singoli ed autorevoli magistrati. Le attività del Consiglio Superiore della magistratura erano sospese a causa del periodo feriale, e quale Vice Presidente era mio dovere istituzionale - ribadisce il commissario per la ricostruzione del centro Italia - prima di assumere qualsiasi posizione, consultarmi con i componenti del Consiglio. Pertanto chiesi ai rappresentanti individuati dai gruppi consiliari di esprimere la loro posizione. I messaggi che sono stati resi pubblici rendono conto di questa richiesta, il cui significato è esattamente opposto a quanto riferisce 'La Verità'".

Il mio lavoro - chiarisce ancora Legnini - "era finalizzato a conoscere l’orientamento dei componenti togati del massimo organo di governo autonomo della magistratura, sulla tutela dell’immagine e delle attività di un Procuratore aggredito ed intimidito. Dopo che tutte le componenti associative si espressero in modo unanime e conforme, quale Vice Presidente resi pubblica la posizione del CSM con una nota, esclusivamente indirizzata a tutelare il sereno svolgimento delle attività di indagine da parte della Procura di Agrigento, senza mai entrare nel merito delle stesse e senza esprimere alcun giudizio sulle attività in corso. Preannunciai inoltre che avrei investito della vicenda, come mi era stato richiesto dai gruppi consiliari, il Plenum del Csm alla riapertura. Di tutto ciò diedi conto con un’intervista al quotidiano 'La Stampa' il 26 agosto, che riporta esattamente tali fatti e le posizioni espresse".

Ultima modifica il Giovedì, 28 Maggio 2020 20:06

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