Questa mattina, presso la Villa Comunale dell’Aquila, si è svolta la manifestazione celebrativa in occasione del 74° anniversario della Proclamazione della Repubblica.
In ragione delle misure di precauzione adottate per il contenimento ed il contrasto dell’epidemia in atto da Covid-19, la manifestazione ha subito necessarie limitazioni rispetto al passato non prevedendo l’usuale schieramento dei reparti in armi interforze: era presente un solo esponente delle Associazioni combattentistiche.
Alla cerimonia sono intervenuti i rappresentanti parlamentari territoriali, una rappresentanza degli amministratori degli Enti Pubblici territoriali e i vertici delle Forze dell’Ordine e delle Forze Armate. Oltre al Prefetto Cinzia Torraco, erano presenti, tra gli altri, il presidente della Giunta regionale Marco Marsilio, il presidente del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri, il sindaco dell'Aquila Pierluigi Biondi, i parlamentari Stefania Pezzopane e Gaetano Quagliariello, il consigliere Francesco De Santis in rappresentanza della Provincia dell'Aquila.
La manifestazione, attraverso la quale si è voluta rinnovare la fedeltà alla Costituzione ed ai valori sui quali è fondata la nostra convivenza civile, ha previsto l’Alzabandiera, sulle note dell’Inno Nazionale a cura del locale Conservatorio Statale di Musica, la deposizione di una corona al Monumento ai Caduti, un minuto di silenzio e di raccoglimento, la lettura del messaggio del Ministro della Difesa per concludersi, infine, con la lettura, da parte del Prefetto Torraco, del messaggio del Presidente della Repubblica.
Al termine della Cerimonia di Celebrazione della Festa della Repubblica, il Prefetto si è recato a Capistrello per rendere onore ai 33 martiri dell’eccidio nazista.
Biondi, Sospiri, Marsilio e De Santis, invece, hanno raggiunto Piazza Duomo per la manifestazione indetta dal centrodestra regionale alla presenza, tra gli altri, del coordinatore regionale di Fratelli d'Italia Etel Sigismondi, del segretario regionale della Lega Luigi D'Eramo, di Daniele D'Amario in rappresentanza di Nazario Pagano, referente regionale di Forza Italia.
In piazza c'erano 300 manifestanti che hanno sventolato la bandiera tricolore sulle note dell'inno nazionale. La manifestazione si è svolta contemporaneamente in circa 100 città italiane. "A scendere in piazza, simbolicamente, è l’Italia che vuole ripartire in sicurezza, che si preoccupa del futuro di aziende, lavoratori e famiglie, che è orgogliosa del proprio Paese e pretende di essere governata da una classe dirigente adeguata alla gravità del momento", è stato spiegato. "Quell’Italia fiera della propria identità e del proprio retaggio culturale, che si batte perché libertà e diritti costituzionali non siano calpestati. L’obiettivo è far conoscere le nostre proposte e lanciare un messaggio alto e chiaro al Governo: gli italiani meritano fiducia e pretendono certezze e sostegno".
L'Anpi L'Aquila, invece, ha voluto rendere omaggio ad una donna speciale, Maria Agamben, con una breve cerimonia presso la Cappella Federici nel cimitero monumentale dell’Aquila, dove riposa. Alla celebrazione hanno partecipato, tra gli altri, il segretario provinciale dell'Anpi Fulvio Angelini, il responsabile cittadino William Giordano, il vice sindaco del Comune dell'Aquila Raffaele Daniele, i consiglieri regionali Pierpaolo Pietrucci e Americo Di Benedetto, la deputata Stefania Pezzopane.
Nata all’Aquila nel 1899, Maria Agamben si laurea in Lettere, inizia la carriera di insegnante e giornalista e – dopo l’8 settembre del ’43 – prende parte alla Resistenza a Roma nell’associazione Piazza Bologna che aiuta i perseguitati politici. Antifascista e partigiana, grazie al suo impegno politico e civile, dopo la Liberazione e nella costruzione della nuova Italia democratica, il 2 giugno del ’46 viene eletta nell’Assemblea Costituente: è una delle sole 21 donne che ne fanno parte su 556 parlamentari.
Per il suo prestigio, cultura e sensibilità politica Maria Agamben fu una delle cinque donne (insieme a Nilde Iotti, Teresa Noce, Lina Merlin e Angela Gotelli) ad essere chiamata a far parte della Commissione Speciale incaricata di redigere il testo della Costituzione da presentare in Aula.
Era la prima volta che in Italia si votava col suffragio universale e che le donne si affacciavano all’impegno istituzionale. Vale la pena ricordare che a Milano il 25 aprile del 1945 al corteo del Comitato di Liberazione Nazionale organizzato dopo la sconfitta dei nazifascisti e per la ritrovata libertà, le donne non furono fatte sfilare. Eppure erano state protagoniste della Resistenza alla pari degli uomini. Erano state “la Resistenza dei Resistenti” come disse Ferruccio Parri. Si calcola che furono due milioni le donne che – in casa, in fabbrica o nelle campagne – si schierarono con o senza armi per aiutare i partigiani. Circa 100.000 di loro parteciparono attivamente alla guerra di Liberazione. Di queste 4.653 furono arrestate, torturate e condannate, 2.750 furono deportate, 629 furono fucilate o caddero in combattimento, 19 furono insignite della medaglia d’oro al Valor Militare.