"Ad aprile 2019 un'intera regione è stata messa in allarme per la ventilata chiusura del traforo del Gran Sasso paventata dalla concessionaria. Ora la sentenza del Tar fa luce su due questioni centrali di quella che da subito ci era sembrata una pantomima messa in piedi da Strada dei Parchi".
Così Augusto De Sanctis, del Forum H2o, commenta la sentenza del Tar del Lazio, che ha respinto un ricorso della società Strada dei Parchi, concessionaria dell'Autostrada A24-A25, che aveva impugnato una nota del ministero delle Infrastrutture, del 2 aprile 2019, con cui veniva negata l'approvazione di lavori di urgenza sul corpo autostradale in via straordinaria rispetto al sistema convenzionale di gestione del rapporto concessorio.
I giudici in sostanza hanno escluso che ogni ulteriore onere derivante dall'obbligo di adeguamento normativo dell'infrastruttura autostradale possa essere traslato sul Ministero concedente, anche in assenza di un Piano economico finanziario aggiornato. Inoltre hanno ribadito che "operano, al riguardo, le regole ordinarie che disciplinano il rapporto concessorio e che impegnano Strada dei Parchi a realizzare integralmente, con le proprie disponibilità finanziarie, gli interventi necessari per il regolare funzionamento della tratta autostradale".
Infine il Tar ha evidenziato che "non è ravvisabile alcun silenzio dell'amministrazione, che ha rappresentato all'istante le carenze della documentazione presentata in ordine ai requisiti sostanziali previsti dalla legge per l'autorizzazione delle misure di sicurezza alternative". L'ultima integrazione richiesta a Strada dei Parchi dalla Commissione gallerie "non è stata di fatto fornita - sottolineano i giudici - e l'attività istruttoria si è tradotta in molteplici richieste di integrazione documentale che solo in parte sono state adempiute dal ricorrente".