Giovedì, 02 Luglio 2020 15:57

Covid, l'allarme dei ristoratori aquilani: "Un bagno di sangue"

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Incassi crollati (-80% tra marzo e giugno, - 65% tra il 1 e il 30 giugno e -30% stimato tra luglio e settembre); più di un dipendente su due lasciato a casa; un'incidenza delle tasse sui ricavi esplosa (+500%).

A un mese e mezzo dalla fine del lockdown, quelli forniti dai ristoratori aquilani sono i numeri di un bagno di sangue.

Questa mattina, una delegazione dell'associazione #RAVV (Ristoratori aquilani vs virus) ha tenuto un sit-in davanti a Palazzo Fibbioni per non far scendere l'attenzione del Comune e della città su un settore che, nonostante le riaperture, è ben lungi dall'essere tornato alla normalità.

Nel corso della manifestazione, gli imprenditori hanno incontrato anche l'assessore comunale al Commercio e vice sindaco Raffaele Daniele, e il consigliere comunale di opposizione Paolo Romano.

"Chi di noi ha riaperto sta lavorando per pagare tutto quello che ha perso da febbraio in qua" afferma Daniele Mancini, proprietario, insieme al fratello Andrea, della bottiglieria Lo Zio "E agli affitti e alle bollette arretrate, si sono naturalmente sommate le nuove spese. E' come andare in giro su un'auto senza ruote. Abbiamo poi un gravissimo problema occupazionale, perché le nove settimane di cassa integrazione stanno finendo. Il blocco dei licenziamenti è stato giustissimo ma come si fa a rimettere al lavoro tutto il personale che avevamo prima del Covid se i numeri sono questi? Il Comune ci è venuto incontro e ci ha sostenuto, le misure messe in campo, soprattutto quella sul suolo pubblico, sono state fondamentali per farci ripartire. Ma molte altre istituzioni, a cominciare dalla Regione, non hanno mantenuto le promesse".

Il problema, spiega Mancini, non è solo il presente ma anche il futuro: "Siamo molto preoccupati per quello che accadrà in autunno. Ora che è estate si lavora perché la gente ha meno paura di uscire e perché i locali, anche se non tutti, hanno i tavoli all'aperto. Altrimenti sarebbe impossibile. Cosa succederà a ottobre? In molti dovranno chiudere".

Secondo i numeri dati da #Ravv, sono circa il 20% le attività che non hanno ancora riaperto. Una di queste è la Cartiera del Vetoio di Luca Taralli: "Noi lavoravamo solo con i banchetti e le cerimonie e finora abbiamo perso il 100% perché chi aveva prenotato ha preferito, gustamente, disdire piuttosto che confermare e accettare le norme sul distanziamento. Se si pensa anche a tutto l'indotto che girava intorno a questo mercato, si capisce come la perdita sia stata enorme. Siamo consapevoli di costituire una minoranza all'interno della categoria, ma ci aspettavamo comunque un trattamento specifico, che ad oggi non c'è stato e che è giusto che ci sia".

Paolo Morico, proprietario della Casetta nel Parco, ha riaperto ma con il 50% dei coperti in meno e con un volume di affari crollato dell'80%: "Siamo un ristorante per famiglie ma ospitavamo anche noi tanti banchetti per cerimonie: battesimi, cresime, matrimoni, feste di laurea. Abbiamo perso tutte le prenotazioni. Per fortuna il ristorante è dotato di un ampio giardino esterno, siamo riusciti a ripartire con il servizio all'aperto. Ma è una situazione che non potrà durare a lungo. Abbiamo 8 dipendenti, tra cucina e servizio in sala. Sono tornati tutti a lavorare ma cosa accadrà in autunno?".       

"E' stato duro sentire il grido di dolore di questi imprenditori, che hanno messo tutta la lro vita a servizio della loro passione, svolgendo delle attività centrali nell'ambito del sistema di accoglienza della nostra città" afferma Raffaele Daniele "La settimana prossima li incontrerò di nuovo insieme all'assessore al Turismo per discutere insieme quelle che possono essere le attività più efficaci che il Comune può mettere in campo per alleviare le loro sofferenze e soddisfare le loro legittime richieste. Il turismo è un tassello fondamentale in questa battaglia. Se rilanciamo il brand L'Aquila a beneficiarne sarà tutta l'economia del territorio".

Ultima modifica il Giovedì, 02 Luglio 2020 20:18

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