Di Nello Avellani e Roberto Ciuffini - Centinaia di persone hanno partecipato, venerdì pomeriggio a Rocca di Mezzo, al sit-in di protesta contro la proposta di legge regionale di riperimetrazione del Parco regionale Sirente Velino
Alla mobilitazione, convocata da un comitato spontaneo di cittadini della Valle Subequana, hanno aderito i rappresentanti del vasto fronte di associazioni ambientaliste che ha lanciato la petizione online contro la riduzione dei confini (che ha ormai superato abbondantemente le 80 mila firme), sindacati, partiti politici e movimenti di centrosinistra, dal Pd a Sinistra Italiana, dal Movimento Giovanile della Sinistra ad Articolo 1 fino a Potere al Popolo e Rifondazione comunista.
Tra i presenti, i consiglieri regionali Pierpaolo Pietrucci (Pd) e Giorgio Fedele (M5S); il consigliere provinciale e comunale Paolo Romano (Italia Viva), i consiglieri comunali dell’Aquila Stefano Palumbo (Pd) e Lelio De Santis (Italia dei Valori); gli ex consiglieri Carlo Benedetti (Pd) e Enrico Perilli (Sinistra Italiana); l’ex sindaco dell’Aquila Enzo Lombardi, tra i fondatori del Parco; il segretario nazionale di Rifondazione comunista Maurizio Acerbo; Egidio Pezzuto in rappresentanza della Cgil L’Aquila; il vice presidente nazionale del Wwf Dante Caserta.
L’obiettivo della mobilitazione non è solo quello di bloccare la proposta di riduzione di 8 mila ettari dal perimetro del Parco, ma anche di chiedere un rilancio dell’area protetta attraverso investimenti, fondi dedicati, la ricostituzione della struttura di gestione con l’uscita dal commissariamento lungo cinque anni, la nomina di un presidente e, finalmente, l’approvazione del Piano del parco.
Gaetano Falcone, presidente Cai Abruzzo
“Questo è un sit in in favore del Parco” ha detto il presidente del Cai Abruzzo Gaetano Falcone “La riperimtrazione è un segnale negativo dal punto di vista culturale, che rischia di ripercuotersi contro tutto l’Abruzzo e la sua immagine di regione verde d’Europa e regione dei parchi. Sono state raccolte migliaia di firme, segno dell’attenzione che i cittadini hanno verso il loro territorio. La Regione non può ignorarlo”.
“La manifestazione di oggi dimostra quanto la sensibilità in tema di tutela ambientale e valorizzazione delle risorse ambientali sia cresciuta” afferma Enrico Perilli “L’unica possibilità per dare un futuro migliore a chi già vive in questi luoghi e a chi verrà a viverci è la tutela del territorio e il rilancio dei borghi. L’idea di riperimetrare il parco e aprirlo a battute di caccia e speculazioni di ogni natura distrugge il territorio e non lo valorizza”.
“Siamo qui non solo per chiedere che il parco non venga ridimensionato ma che venga rilanciato” osserva Filomena Ricci, delegata Wwf Abruzzo “L’Abruzzo è conosciuto in tutta Italia e anche in Europa per la sua identità legata alla natura selvaggia e alle aree protette. Su questo la Regione deve scommettere, su questo grande patrimonio ecosistemico”.
“Tagliare un’area protetta per riaprire alla caccia è un comportamento anacronistico e poco lungimirante” afferma Augusto De Sanctis, del Forum abruzzese dei movimenti per l’acqua “La riperimetrazione lascerebbe fuori alcune aree importantissime per la fauna selvatica, come le gole di S. Venanzio, dove nidificano l’aquila reale e il gufo reale. Chi ha fatto questa legge non ha ragionato con un approccio scientifico. Auspichiamo che ci sia un ripensamento e che il parco venga fatto finalmente funzionare. Se fino ad oggi ciò non è avvenuto, è perché hanno prevalso visioni di cortile. Il parco Sirente Velino ha tutte le caratteristiche per diventare una grande attrazione turistica a livello mondiale, basata su un turismo naturalistico e culturale sostenibile”.
“Faremo ostruzionismo contro questa proposta di legge che, se approvata, sarebbe anche difficilmente impugnabile” dichiara Pierpaolo Pietrucci “Contestualmente avanziamo anche la proposta di aprire un tavolo di confronto per approvare una legge che lasci intatti i confini raddoppiando il plafond annuale che attualmente la Regione stanzia in favore del Parco, che è di 900 mila euro. Risorse che non bastano nemmeno a pagare gli stipendi dei lavoratori, molti dei quali, peraltro, hanno contratti part-time, né a partecipare ai bandi e ai progetti europei, perché non ci sono i soldi per i cofinanziamenti. E’ necessario avviare un confronto con sindaci e consiglieri regionali per ricostituire gli organi collegiali e la comunità del parco”.