Il 2020 sarà ricordato dagli abruzzesi come un altro annus horribilis per gli incendi boschivi.
Mentre non è ancora stato domato il rogo che da due settimane sta interessando i boschi di Arischia e Monte Pettino, nel Comune dell’Aquila, ieri un altro incendio di grandi dimensioni è scoppiato nel parco Sirente-Velino, tra Acciano e Molina.
In entrambi i casi è stata accertata l’origine dolosa che rimane, insieme a quella colposa, la causa principale nel 90% dei casi.
I Carabinieri Forestali di Abruzzo e Molise fanno sapere che sono già 11, quest’anno, le persone denunciate all’autorità giudiziaria. Un trend in netta crescita rispetto a quello registrato nello stesso periodo dello scorso anno e pari a un amento del 60%.
Anche l’ammontare delle sanzioni amministrative è in netto aumento, con un numero di illeciti accertati pari a 54 e con un ammontare di sanzioni elevate pari a 7300 euro.
“Gli eventi colposi accertati” dicono i carabinieri forestali “sono riconducibili ad una diversificata casistica che comprende la bruciatura di potature e di residui vegetali derivanti da attività agricole, la ripulitura di terreni incolti e la combustione di rifiuti di vario genere, fino ai casi di accensione di fuochi per la cottura di salsa di pomodoro ad uso familiare. Per questo motivo i Carabinieri Forestali hanno intensificato i controlli sul territorio con la massiccia presenza altresì di personale del Nucleo Informativo Antincendio Boschivo (N.I.A.B.), preposto all’attività d’indagine in materia. In caso d’incendio, infatti, il N.I.A.B. territoriale interviene immediatamente sul luogo dell’evento, avvalendosi dei propri repertatori, per effettuare un’attività di ricognizione dell’area percorsa dal fuoco e risalire, attraverso il sistema investigativo noto con M.E.F. (Metodo delle Evidenze Fisiche), all’area di innesco dell’incendio al fine di deferire all’Autorità Giudiziaria i colpevoli. I responsabili sono chiamati a rispondere di reato di incendio o di incendio boschivo ai sensi degli artt. 423 e 423 bis Codice penale con pesanti pene che vanno da uno a cinque anni, nel caso di reato colposo, mentre nel caso di reato di incendio sono comprese tra i tre ed i sette anni”.
“Al fine di prevenire gli incendi boschivi” continuano i carabinieri “si ricorda che per i picnic è concesso accendere i fuochi solo in aree debitamente attrezzate, lontano dagli alberi e dall'erba alta. È buona norma comunque cercare di evitare di accendere fuochi in giornate ventose, eccessivamente calde e caratterizzare da forte siccità, limitare il materiale da bruciare in piccoli cumuli e in spazi ripuliti, isolati da vegetazione e residui infiammabili, cercando di operare in presenza di un adeguato numero di persone, mai da soli, ed osservando la sorveglianza della zona fino al completo spegnimento del fuoco. È fatto divieto assoluto ai sensi del D.Lgs. n. 152/2006 (Codice dell’Ambiente) di bruciare o mescolare con il materiale vegetale qualsiasi altra tipologia di materiale (es. materiale plastico). Gli incendi si verificano più facilmente nelle ore più calde della giornata e possono propagarsi con grande velocità, specialmente se il terreno ha una forte pendenza. I danni prodotti dagli incendi sono incalcolabili e vanno dal deterioramento del suolo, dissesto idrogeologico, scomparsa di biodiversità, distruzione della fauna e degrado ecologico, alla perdita di produzioni legnose e non, all’inquinamento da fumi, fino a portare a numerosi danni sull’economia locale dovuti alla perdita del turismo”.