"In questi giorni in cui si discute molto delle difficoltà legate alla riapertura delle scuole a causa delle misure da mettere in atto per la pandemia Covid 19, sta colpevolmente e ingiustificatamente passando sotto silenzio il rischio di chiusura del Convitto Nazionale "D. Cotugno". Ci risiamo. È proprio il caso di dirlo", l'affondo del segretario regionale del Pd Michele Fina, della segretaria comunale Emanuela Di Giovambattista e del capogruppo in Consiglio comunale Stefano Palumbo.
A causa della crisi delle principali società sportive cittadine, dei tempi lunghissimi per il recupero della storica sede in centro storico e dalla mancanza di servizi essenziali presso il piccolo MUSP di via Ficara, già lo scorso anno si era profilato tale rischio, "rispetto al quale ci facemmo subito promotori di un ordine del giorno - ricordano gli esponenti dem - approvato all'unanimità da tutto il consiglio comunale, che impegnava l'amministrazione a promuovere una concertazione con l'Ufficio Scolastico Regionale affinché si scongiurasse il peggio. Grazie all’intervento dell'USR e del ministero dell’istruzione con il finanziamento di un progetto di inclusione scolastica si riuscì a superare il problema".
Era ovvio però che si trattasse di una soluzione tampone e che, in assenza di azioni più strutturali, a cui i rappresentanti istituzionali avevano l'obbligo di lavorare, la situazione si sarebbe ripresentata. "E così è stato", chiariscono i dem. "Purtroppo, complice l’emergenza covid e le conseguenti oggettive difficoltà incontrate dall’Istituto Cotugno nel reclutamento di nuovi convittori - le cui famiglie sono nell'incertezza determinata dalla pandemia - per il Convitto Nazionale dell’Aquila sarà un’impresa quasi impossibile raggiungere quest’anno il numero minimo di iscritti necessari a garantire l'apertura. A rischiare di pagarne le conseguenze, oltre ai ragazzi che non potranno più disporre di un servizio per alcuni irrinunciabile, sono 24 lavoratori (6 educatori, 11 collaboratori scolastici, 3 cuochi, 2 guardarobiere, 1 infermiere e 1 assistente amministrativo) di cui solo una parte attraverso il ricollocamento presso altri istituti provinciali. Uno scenario che va assolutamente scongiurato attraverso un’azione immediata e coordinata di tutte le istituzioni a cui rivolgiamo un accorato appello. Noi, come sempre, ci siamo e faremo la nostra parte".